Affitto 2026, di quanto aumenta il canone mensile per l’inflazione?

Patrizia Del Pidio

2 Dicembre 2025 - 13:39

Da inizio 2026 parte anche la rivalutazione dei canoni di locazione all’inflazione. Quanto si dovrà pagare di più ogni mese al padrone di casa e da quando parte l’aumento?

Affitto 2026, di quanto aumenta il canone mensile per l’inflazione?

Affitto 2026 di quanto aumenta il canone mensile che gli inquilini versano ai proprietari di casa a causa dell’inflazione? Chi vive in affitto, in base al contratto di locazione che ha sottoscritto, deve adeguare annualmente il canone mensile che versa al padrone di casa all’inflazione. Questo significa, quasi sempre, che a causa dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi anche il canone di affitto della casa in cui si vive subisce un incremento. Questa regola, però, non vale per tutti.

A veder aumentare l’affitto in base all’aumento dell’indice dei prezzi, però, non sono tutti gli inquilini, ma solo una parte (che andremo a vedere più avanti). Per questo motivo chi decide di prendere una casa in affitto è bene che guardi anche alla tipologia di contratto scelto e alle clausole contenute dallo stesso.

Il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 19 novembre 2025, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 277 del 28 novembre 2025 stabilisce la percentuale di perequazione automatica.

La percentuale di variazione fissata per il 2024 porta alla perequazione dell’anno successivo (2025), ed è fissata in misura pari a +0,8%.

La percentuale di variazione per il calcolo della perequazione per l’anno 2025 è determinata in misura pari a +1,4% dal 1° gennaio 2026.

Perequazione canone di affitto 2026

Anche per i canoni di affitto l’adeguamento all’inflazione serve per allineare il costo del canone di locazione a quello della vita. Il calcolo dell’adeguamento, in ogni caso, cambia in base a quanto stabilito nel contratto di locazione e può essere effettuato:

  • applicando l’indice Foi medio annuale dell’anno precedente: in questo caso si utilizzano i dati di fine anno per calcolare la media da applicare al canone di locazione;
  • applicando il più recente indice disponibile, per chi rivaluta il contratto per la prima volta, applicandolo al canone di affitto del mese successivo a quello di scadenza del contratto. Per gli anni successivi, invece, si terrà conto dell’indice del mese di riferimento applicando la variazione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Non tutti ne sono a conoscenza, infatti, ma l’inflazione ha effetto non solo su pensioni o assegno unico per i figli, ma anche su altri elementi, come ad esempio il canone di locazione dell’immobile. Per non permettere che i canoni di locazione vengano svalutati dall’inflazione, infatti, ogni anno gli stessi devono essere rivalutati e adeguati all’inflazione dei 12 mesi precedenti.

Se questa è una buona notizia per i proprietari degli immobili posti in locazione, lo stesso non può dirsi per chi deve pagare l’importo mese dopo mese che vedrà l’importo aumentare insieme all’inflazione stessa. Ma di quanto aumenterà il canone di locazione nel 2026?

Aumento canone locazione 2026

La rivalutazione sui canoni di locazione serve ad allineare anche questo costo all’economia del Paese, ma bisogna tenere conto che non tutti i contratti di affitto sono soggetti all’adeguamento in questione. L’adeguamento del canone di locazione deve essere espressamente previsto dal contratto con una clausola che obblighi, appunto, alla variazione del canone in base alle rilevazioni Istat.

L’adeguamento, poi, è calcolato su base annuale o biennale, tranne che per i contratti stipulati con cedolare secca, in quel caso i canoni di locazione sono esenti dalla rivalutazione annuale.

L’indice di rivalutazione previsto dal decreto del Mef sul 2025, riferito al 2026 è pari all’1,4% su base annua. Tuttavia, non è questo il dato che andrà a influenzare l’aumento del canone di locazione.

L’ultimo indice Foi previsto dalle rilevazioni Istat è pari a:

  • 1,1% (rilevazione di ottobre 2025 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) per i contratti con clausola di adeguamento annuale;
  • del 1,8% (ottobre 2025 rispetto a ottobre 2023) su base biennale per i contratti con clausola di adeguamento ogni due anni.

Quando si applica l’aumento?

Il canone di affitto si rivaluta alla scadenza annuale del contratto per tutto l’anno successivo. Per determinare l’aumento da applicare al canone di locazione bisognerà prendere a riferimento l’indice Istat FOI del mese precedente a quello di scadenza del contratto.

L’adeguamento del canone di locazione di tipo abitativo è del 100% e, pertanto, la percentuale prevista va applicata interamente al canone di locazione che si paga. Per le locazioni commerciali, invece la rivalutazione è del 75%.

Di quanto aumenta il canone di locazione nel 2026?

Per chi ha scadenza annuale del contratto a gennaio, quindi, si prenderà a riferimento l’indice Istat Foi del mese di dicembre applicando la seguente formula:
canone di locazione x indice istat x percentuale di rivalutazione.

Facciamo un esempio pratico di un affitto di 850 euro al mese. Di quanto aumenta a gennaio? Prendendo per buono il dato diffuso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze ci sarebbe un adeguamento annuale dello 1,4% (variazione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente):

  • passa da 850 euro a 861,90 euro per locazioni ad uso abitativo;
  • passa da 850 euro a 858,92 euro per locazioni a uso commerciale.

Se si prende come riferimento, invece, il Foi di ottobre l’adeguamento dovrebbe essere dell’1,1% e nell’esempio del caso precedente si avrebbe:

  • passa da 850 euro a 859,35 euro per locazioni ad uso abitativo;
  • passa da 850 euro a 857,01 euro per locazioni a uso commerciale.

Con adeguamento biennale (per i contratti che non hanno subito aumento lo scorso anno), invece l’indice Foi è dell’1,8%:

  • passa da 850 euro a 865,30 euro per locazioni di tipo abitativo;
  • passa da 850 euro a 861,47 euro per locazioni di tipo commerciale.

In ogni caso per l’adeguamento del canone di locazione si deve attendere il mese di scadenza del contratto per avere come riferimento l’indice Foi rilevato il mese precedente. Se il contratto scade a luglio, si prenderà a riferimento l’indice Foi rilevato a giugno rispetto a giugno dell’anno precedente.

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