Aerei russi verso l’Iran: cosa sta succedendo?

Alessandro Nuzzo

1 Maggio 2022 - 23:37

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Nell’ultima settimana il traffico aereo tra i due paesi si è intensificato parecchio. E l’intelligence occidentale ha un sospetto sul perché: ecco quale.

Aerei russi verso l’Iran: cosa sta succedendo?

L’intelligence occidentale ha lanciato nelle ultime ore un nuovo allarme sull’asse Russia-Iran dopo che negli ultimi giorni si è registrato un aumento anomalo del traffico di aerei cargo tra i due paesi. In molti ritengono che un flusso di tale portata non si era mai visto prima. Ecco cosa sta accadendo e il sospetto avanzato dall’Occidente sul motivo.

Perché è aumentato il traffico aereo tra Russia e Iran: il sospetto

Analizzando i dati provenienti da Flightradar24 ma anche da altri sistemi di monitoraggio del traffico aereo, è risaltato all’occhio nell’ultima settimana, un aumento vertiginoso di aerei che fanno la spola tra Mosca e Teheran.

Si tratterebbe di aerei cargo pieni di merce e l’intelligence occidentale sospetta che l’Iran stia aiutando la Russia a superare le pesanti sanzioni comminate dalla Nato al paese comandato da Putin.

È risaputo che la Russia è stata completamente isolata dai paesi della Nato che hanno bloccato qualsiasi rapporto commerciale con il paese orientale. Zero rifornimenti e zero merci inviate in Russia da quando Putin ha deciso di invadere ed attaccare l’Ucraina. Tra questi a mancare sono anche attrezzature belliche.

Ed ecco che secondo gli esperti occidentali Putin avrebbe chiesto aiuto all’Iran per ricevere soprattutto attrezzature da guerra come radio, motori e altri pezzi bellici per l’assalto finale all’Ucraina.

Si decolla a Teheran e dopo 3 ore e mezza o 4 si giunge a Mosca presso lo scalo internazionale di Domodedovo. Come riportato da Repubblica analizzando i dati di volo presenti su Flightradar24 si è scoperto che la maggior parte dei viaggi è compiuta dagli aerei più grossi al mondo: i Boeing 747.

Ma non è tutto perché la rotta è battuta anche da diversi aerei di fabbricazione russa: gli Ilyushin-76 molto spesso usati per il trasporto logistico e strategico, soprattutto attrezzature pesanti in zone remote o difficilmente raggiungibili.

Oltre a questi compaiono anche aerei cargo della compagnia iraniana Fars Air Qeshm. La società è conosciuta soprattutto per i forti legami che intercorre con i cosiddetti Guardiani della Rivoluzione, o Pasdaram. Si tratta di una milizia che opera in Iran e che starebbe dando una grossa mano alla Russia ad aggirare il blocco ricevuto dai paesi occidentali.

I Guardiani della Rivoluzione non sono nuovi a questo tipo di aiuti. Secondo alcuni esperti da anni stanno aiutando a superare le sanzioni imposte agli altri paesi asiatici. Ed ora che i sospetti su di loro si avvicinano anche alla Russia, è scattato l’allarme in Occidente.

L’Iran potrebbe giocare un ruolo fondamentale in questa guerra ora che la Russia è in difficoltà per le pesanti sanzioni imposte dalla Nato. Teheran e in particolare i Guardiani della Rivoluzione potrebbero rifornire Putin delle attrezzature militari mancanti che loro stesso hanno imparato a fabbricare nelle loro aziende prendendo spunto dai maestri: i cinesi.

Aereo russo è entrato nello spazio aereo svedese

Intanto oltre al conflitto in Ucraina che va avanti incessante, la Russia si è resa protagonista lo scorso venerdì di un episodio che ha scatenato non poche ire in Danimarca e Svezia, due paesi in procinto di richiedere l’ingresso nella Nato.

Venerdì scorso un aereo ad elica russo AN-30 ha sorvolato il mar Baltico, vicino all’isola di Bornholm invadendo lo spazio aereo svedese. Subito dopo l’invasione nei due paesi nordici è scattato l’allarme e sono stati fatti alzare in cielo due caccia svedesi che in pochi minuti hanno raggiunto l’aereo russo, fotografato ed atteso che ritornasse nello spazio non di competenza della Svezia.

Inutile dire che il gesto ha scatenato delle tensioni tra le diplomazie dei paesi nordici e della Russia. Il ministro della Difesa svedese Peter Hultqvist ha detto alla radio pubblica che la violazione è «inaccettabile». In Danimarca il ministro Jeppe Kofod ha convocato l’ambasciatore russo.

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