Addizionali regionali fino al 2028 si pagano con le vecchie aliquote

Patrizia Del Pidio

14 Novembre 2025 - 11:26

Le Regioni hanno più tempo per adeguare le aliquote delle addizionali regionali alla riforma fiscale.

Addizionali regionali fino al 2028 si pagano con le vecchie aliquote

Le addizionali regionali con le vecchie aliquote potranno essere applicate fino al 2028. Nell’attuazione della riforma fiscale che, a livello nazionale, ha ridotto le aliquote da quattro a tre, molte Regioni ancora non si sono adeguate. Anche se alcune Regioni sono passate ad applicare le addizionali calcolandole su tre aliquote, la maggior parte ancora calcola l’Irpef regionale con quattro aliquote.

La Legge di Bilancio 2026 proroga di un anno il tempo per adeguarsi alle tre aliquote e ai tre scaglioni da parte delle Regioni che potranno, quindi, continuare ad applicare le addizionali secondo le vecchie regole fino al 2028 incluso.

Addizionale regionale all’Irpef

L’addizionale regionale che si versa sull’Irpef prevede che il calcolo si esegua su un’aliquota base pari all’1,23% (in vigore dal 2012). Le Regioni hanno, poi, la facoltà di applicare l’aliquota base per tutti gli scaglioni di reddito o di maggiorarla fino a un massimo del 3,33% (maggiorazione massima consentita pari al 2,1%.).

Anche le addizionali Irpef, tranne nei casi delle Regioni che scelgono di applicare un’aliquota unica, seguono gli scaglioni di reddito dell’Irpef con una crescita progressiva dell’aliquota al crescere del reddito imponibile. Attualmente l’applicazione delle addizionali segue due diverse vie:

  • le Regioni che si sono adeguate alla riforma Irpef calcolano le addizionali su tre scaglioni di reddito e tre aliquote;
  • le Regioni che ancora non lo hanno fatto continuano a prevedere quattro distinte aliquote Irpef con altrettanti scaglioni di reddito.

La proroga al 2028

La Legge di Bilancio 2026 proroga di ulteriori 12 mesi le disposizioni previste dalla Legge di Bilancio 2025. Le Regioni che non deliberano la modifica delle aliquote per le addizionali Regionali per gli anni 2025, 2026, 2027 e 2028 potranno continuare a calcolare l’imposizione già prevista per l’anno precedente a quello di imposta.

L’ulteriore proroga permette il passaggio all’Irpef a tre scaglioni, dopo l’accorpamento dei primi due nel 2023, in modo più lento e graduale per non rischiare di mettere le Regioni nella condizione di perdere gettito.

Attualmente l’Irpef prevede tre scaglioni e tre aliquote e nello specifico:

  • Fino a 28.000 euro 23%;
  • tra 28.000 e 50.000 euro 35% (destinato a scendere al 33% nel 2026);
  • oltre 50.000 euro 43%.

Molte Regioni, invece, calcolano le addizionali basandosi sul modello precedente che prevedeva:

  • 23% fino a 15.000 euro;
  • 25% tra 15.000 e 28.000 euro;
  • 35% tra 28.000 e 35.000 euro;
  • 43% oltre 50.000 euro.

Applicando il nuovo modello Irpef le Regioni perderebbero parte del gettito a causa dell’accorpamento dei due primi scaglioni di reddito, perdita che si amplificherebbe ulteriormente nel 2026 con la riduzione dell’Irpef sul ceto medio. In questo modo si concede più tempo agli enti locali per adeguarsi alle novità.

Iscriviti a Money.it