Il Codice civile stabilisce non solo a chi va l’eredità senza testamento, ma anche la quota spettante a ogni parente in tutte le casistiche possibili.
Fare testamento è ormai una pratica meno desueta di un tempo, probabilmente perché la disciplina individuata dal Codice civile viene considerata sufficientemente adeguata dalla maggior parte delle persone. È infatti direttamente la legge a stabilire a chi va l’eredità senza testamento, con una precisa gerarchia di eredi.
Il coniuge
Il coniuge è uno degli eredi a cui l’ordinamento italiano attribuisce maggiore priorità. Per questa ragione se il coniuge è in vita eredita sempre una quota dell’eredità, quota che peraltro non può essergli negata nemmeno da un eventuale testamento. Il coniuge, finché è in vita e non varia il suo stato, ha quindi sempre diritto all’eredità, a meno che abbia divorziato. La separazione, infatti, non modifica granché la sostanza del vincolo coniugale, rendendo il coniuge separato un erede a tutti gli effetti (a meno che non gli sia stata riconosciuta una condotta colpevole).
Il diritto ereditario del coniuge è anche il medesimo esteso alle parti delle unioni civili e al coniuge putativo in buona fede. Il coniuge putativo è colui a cui viene dichiarato nullo il matrimonio, il quale è in buona fede quando ignorava le cause di nullità al momento del matrimonio.
Ciò che invece è soggetto a variazioni è la quota ereditaria che spetta al coniuge, influenzata dal numero di altri eredi presenti. In particolare, il coniuge eredita:
- Tutta l’eredità, quando non sono presenti figli, ascendenti e fratelli.
- Il 50% dell’eredità quando è presente 1 figlio.
- 1/3 dell’eredità quando sono presenti più figli.
- 2/3 dell’eredità quando sono presenti solo i fratelli del defunto, i genitori o entrambi.
Le uniche situazioni in cui il coniuge perde diritto all’eredità sono quindi:
- La separazione con addebito a carico del coniuge superstite.
- Il divorzio.
- L’indegnità a succedere confermata da un tribunale. Si tratta in ogni caso di casi rari ed estremi, come l’omicidio del coniuge.
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I figli
I figli sono regolamentati nella disciplina successoria in modo molto simile al coniuge, dunque con la priorità rispetto agli altri parenti in vita e una certa quota di eredità che non può esser loro negata, se non con l’accertamento dell’indegnità a succedere. In ogni caso, l’azione di indegnità deve essere promossa dal genitore in vita oppure dagli eredi, perciò se oltre ai figli non esistono altri eredi è di fatto impossibile la negazione dell’eredità ai figli. Tutti gli altri eredi, invece, possono essere
Il Codice civile stabilisce con precisione la quota ereditaria spettante ai figli, naturalmente variabile in base alla presenza di altri eredi, anche se in maniera meno restrittiva rispetto alle disposizioni ereditarie riguardante il coniuge. Quest’ultimo infatti è l’unico erede con cui i figli sono tenuti a dividere l’eredità. In sintesi, il figlio eredita:
- Il 50% dell’eredità per il figlio unico se il coniuge è presente.
- Una parte uguale per ogni figlio dei 2/3 dell’eredità se il coniuge è presente e i figli sono più di uno.
- Tutta l’eredità se il coniuge è assente, divisa in parti uguali fra i figli se sono più di uno.
Con le riforme in materia di filiazione, poi, lo stesso diritto successorio è riconosciuto ai figli legittimi, ai figli naturali e ai figli adottivi.
I genitori
I genitori sono fra gli eredi più importanti, ma acquisiscono il diritto alla successione soltanto in mancanza dei figli del defunto. Il diritto successorio dei genitori può essere negato solo dalla decadenza della potestà genitoriale e da una sentenza di indegnità. La quota ereditaria dei genitori varia dunque a seconda della presenza del coniuge e dei fratelli del defunto, nel dettaglio i genitori ereditano:
- Tutta l’eredità in assenza di figli, coniuge, fratelli e discendenti.
- 1/3 dell’eredità in presenza del coniuge.
- Una parte di almeno 1/4 dal terzo dell’eredità condiviso con i fratelli, in presenza del coniuge.
- Almeno metà dell’eredità in presenza dei fratelli.
La quota ereditaria riconosciuta ai genitori è naturalmente da considerarsi da dividere in parti uguali fra gli stessi.
Fratelli e sorelle
I fratelli del defunto ereditano in assenza di testamento soltanto quando non sono presenti i figli, e comunque con una porzione abbastanza ridotta. La sola assenza dei figli, infatti, non garantisce una quota ereditaria importante ai fratelli, perché esistono circostanze in cui ereditano i nipoti.
I fratelli e le sorelle del defunto ereditano:
- Tutta l’eredità in mancanza del coniuge, dei figli, dei genitori e di discendenti.
- 1/3 dell’eredità diviso in parti uguali in presenza del coniuge.
- 1/3 dell’eredità condiviso con i genitori, considerando che a quest’ultimi spetta almeno 1/ 4 dell’eredità in presenza del coniuge.
- Una parte uguale dell’eredità, senza intaccare la metà che spetta ai genitori in assenza del coniuge.
Altri parenti e lo Stato
In mancanza di coniuge, figli, genitori e fratelli, l’eredità spetta ai parenti con ordine di priorità rispetto alla vicinanza della parentela. Ai fini successori vengono comunque considerati soltanto i parenti entro il 6° grado, in assenza dei quali l’intera eredità spetta allo Stato.
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