La normativa italiana prevede precise regole per il lavoro minorile. Vediamo da che età si può iniziare legalmente a lavorare in Italia e limiti per chi non ha ancora compiuto 18 anni,
Qual è in Italia l’età minima che si deve avere per iniziare a lavorare? Determinare da quando si può svolgere attività lavorativa nel nostro Paese non è così semplice come si potrebbe pensare. La normativa prevede diverse fasce di età per il lavoro minorile. Dalla nascita fino al compimento dei 18 anni un soggetto è considerato minorenne, ma è evidente che tra un bambino di 3 anni e un adolescente di 17, pur essendo entrambi minorenni, c’è poco in comune.
Per capire a quanti anni si può lavorare bisogna tenere conto di queste differenze e anche della tipologia di lavoro, in quanto non esiste una risposta univoca.
Si può iniziare a lavorare prima dei 18 anni?
Per generalizzare, si può affermare che è possibile lavorare a partire dal compimento dei 18 anni, perché è da questa età che si diventa adulti ed è possibile agire nel mondo del lavoro senza limiti di sorta. Si tratta, per l’appunto, di una generalizzazione, perché l’età minima per lavorare in Italia è di 16 anni, anche se ci sono delle eccezioni che permettono di lavorare legalmente anche prima di questa età. Il lavoro sotto i 18 anni non è vietato, ma soltanto regolamentato in modo più attento e scrupoloso.
In ogni caso, fino al compimento dei 18 anni ci sono diversi limiti riguardanti l’attività lavorativa, sia riguardo agli orari che al tipo di mansioni, che vengono meno soltanto dopo la maggiore età.
A che età si può iniziare a lavorare? L’età minima prevista dalla legge
L’articolo 37 della Costituzione prevede che sia la legge a stabilire il limite minimo per iniziare a lavorare e come riferimento normativo dobbiamo prendere l’articolo 3 della legge 977/1967 poi modificato dall’articolo 5 del D.Lgs 345/1999 dove è stabilito che:
“l’età minima di ammissione al lavoro è fissata al momento in cui il minore ha concluso il periodo di istruzione obbligatoria e comunque non inferiore ai 15 anni compiuti”.
Questo articolo di legge, però, è stato successivamente modificato dalla Legge Finanziaria del 2007 (D.Lgs. n. 296/2006) che ha innalzato l’età minima per lavorare da 15 a 16 anni, legandola al completamento dell’obbligo scolastico che in Italia dura almeno 10 anni e si conclude a 16 anni.
La legge che regola il lavoro minorile, quindi, individua gli adolescenti, ossia i minorenni che hanno completato l’obbligo scolastico e che hanno compiuto almeno 16 anni. Gli adolescenti, pur essendo minori, possono lavorare ma devono tener conto del divieto di lavoro notturno e di lavoro straordinario e di alcuni divieti specifici che riguardano le mansioni, i procedimenti e le esposizioni a sostanze nocive o dannose.
Non esistono, però, veri e propri lavori vietati ai minorenni, se non in conseguenza di potenziali pericoli per la loro salute psicofisica. Dal compimento dei 16 anni è, quindi, possibile lavorare, possibilità che si estende anche ai ragazzi di 15 anni se viene loro applicato un apposito contratto di apprendistato.
Per quanto riguarda il lavoro autonomo, invece, l’adolescente può proseguire un’attività ricevuta in eredità o donazione e prestare collaborazioni occasionali, mentre l’apertura della partita Iva è riservata ai maggiorenni e ai minori emancipati. In sintesi si può iniziare a lavorare tra i 15 e i 16 anni, seppur con le limitazioni del caso.
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Lavori prima dei 15 anni
Anche i bambini che non hanno compiuto ancora i 15 anni possono lavorare. Lo Stato concede questo diritto ai giovani quando svolgono attività lavorative in ambito:
- culturale;
- artistico;
- pubblicitario;
- sportivo;
- nel mondo dello spettacolo.
Non è raro, infatti, che anche bambini di pochi anni siano dei piccoli attori e che ragazzini eccellano in ambito musicale o sportivo al punto di farne un vero e proprio lavoro.
Nei casi di under 15 anni, per stipulare un contratto di lavoro è necessaria l’autorizzazione di uno dei genitori e dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro. L’ente deve monitorare il lavoro svolto dal bambino e assicurarsi che non comprometta la sicurezza, l’integrità psicofisica, lo sviluppo fisico e la frequenza scolastica del minorenne.
Lavori a 15 anni
Anche se l’età minima per lavorare in Italia è fissata a 16 anni, possono iniziare a lavorare anche adolescenti di 15 anni a condizione che il lavoro serva per aderire alla modalità didattica di alternanza scuola-lavoro o che sia stipulato un contratto di apprendistato finalizzato a conseguire una qualifica professionale.
Per chi non ha ancora compiuto i 16 anni, inoltre, è vietato il lavoro notturno. I quindicenni assunti con contratto di apprendistato che non hanno ancora concluso l’obbligo scolastico, inoltre, possono effettuare un orario di lavoro che non superi le 7 ore giornaliere e le 35 ore settimanali.
Lavori a 16 e 17 anni
Una volta che l’adolescente compie i 16 anni per sottoscrivere un contratto di lavoro non è più richiesta l’autorizzazione da parte dei genitori. Il giovane può scegliere in autonomia il lavoro che vuole svolgere e può firmare autonomamente il contratto.
Dal compimento dei 16 anni al compimento dei 18 anni l’adolescente è ancora un minorenne e, quindi, si applicano tutte le tutele previste dalla legge per il lavoro minorile. Anche in questa fascia di età è vietato il lavoro notturno.
Quali sono i lavori interdetti ai minori di 18 anni
Se è vero che a partire dai 16 si può lavorare è anche vero che molte tipologie di impiego sono interdette, poiché ritenute pericolose per la crescita psicofisica del ragazzo/a. Tra i lavori «vietati» troviamo quelli:
- che prevedono il contatto con agenti chimici e biologici;
- con animali pericolosi e feroci;
- eccessivamente faticosi (come scarico e carico merci pesanti);
- in cave, gallerie e miniere;
- pulitura fibre tessili;
- macellerie con strumenti pericolosi e taglienti.
Qui l’elenco completo:
Orari di lavoro, turni e riposi per i lavoratori di 16 e 17 anni
Nei casi in cui il lavoro a partire dai 16 è ammesso, datore di lavoro e minore devono attenersi a precisi vincoli di orario. Infatti i minori di 18 anni non sono equiparati ai maggiorenni e per questo devono avere turni e mansioni meno faticosi.
L’orario di lavoro dei minori non può mai superare le 8 ore giornaliere e sono vietati gli straordinari oltre le 40 ore settimanali. Almeno ogni 4 ore e mezza di lavoro il minore ha diritto ad una pausa di almeno un’ora, in alcuni casi ridotta a mezz’ora (dipende dal CCNL).
Anche il riposo settimanale è diverso: chi lavora prima dei 18 anni ha diritto ad un periodo di riposo di almeno due giorni a settimana, uno dei quali deve essere la domenica (tranne nel settore dello spettacolo, pubblicità, turismo, ristorazione e cultura).
Il riposo settimanale può essere ridotto solo per comprovate motivazioni organizzative ma non deve mai scendere sotto le 36 ore consecutive. Ai minori è vietato il lavoro notturno, ovvero nella fascia oraria dalle 22.00 alle 6.00 oppure dalle 23.00 alle 7.00: solo quando a richiederlo sono motivi di forza maggiore che ostacolino il corretto funzionamento aziendale si può adibire un minorenne al lavoro notturno.
Lavori a 18 anni
Dal compimento dei 18 anni si può lavorare senza limitazioni particolari (ad esempio è possibile lavorare la notte o svolgere ore di straordinario). A 18 anni vengono meno anche le limitazioni sulla tipologia di lavoro che si può svolgere: il maggiorenne può decidere di lavorare in cave o miniera e in attività che prevedono il contatto con agenti chimici o biologici (vietato ai minorenni).
Con la maggiore età il giovane diventa adulto e non ha più limitazioni nel mondo del lavoro, anche se va precisato che si sono lavori per svolgere i quali non bastano i 18 anni.
Lavori per cui non basta essere maggiorenni
Per alcuni lavori non basta aver compiuto la maggiore età, pur non essendo interdetti, infatti, richiedono un’età maggiore. Vediamo nel seguente elenco i più noti:
- per diventare autista professionale di veicoli pesanti come camion o autobus occorre la patente C o D che non si può conseguire prima dei 21 anni:
- per guidare veicoli adibiti al trasporto di merci pericolose è necessario avere 21 anni;
- per diventare pilori di aereo ed elicotteri, la licenza commerciale non viene rilasciata prima dei 21 anni (anche se il primo brevetto da pilota privato può essere preso anche a 17 anni);
- per guidare un motoveicolo oltre i 125 cc. è necessaria la patente A, che richiede 24 anni di età o 20 anni con due anni di esperienza con la patente A2 (che si può avere a partire dai 18 anni);
- per candidarsi alla Camera e diventare deputato occorrono almeno 25 anni;
- per candidarsi al Senato e diventare senatore si devono avere almeno 40 anni;
- per diventare medico od odontoiatra servono dai 23 ai 25 anni poiché si deve considerare la laurea, il tirocinio e l’abilitazione;
- per diventare notaio o avvocato servono dai 23 ai 25 anni poiché si deve considerare la laurea, il praticantato e l’abilitazione.
Cosa rischia il datore che assume lavoratori sotto i 16 anni o non rispetta le regole
Come abbiamo visto, la legge italiana garantisce una lunga serie di tutele contro il lavoro minorile per salvaguardare la salute fisica e mentale dei giovani sotto i 16 anni. Se il datore di lavoro non rispetta le regole stabilite possono esserci gravi conseguenze:
- arresto fino a 6 mesi per impiego di minori al di sotto dei 16 anni e ammenda fino a 5.164 euro;
- sanzione da 516 a 2.528 euro per impiego del minore in ambienti di lavoro proibiti oppure in fasce orarie non consentite;
- multa fino a 2582 euro per mancato rispetto delle norme sul lavoro minorile sul settore dello spettacolo.
Fino a che età si può lavorare?
Se è vero che esistono diverse età minime per accedere al mondo del lavoro, non si può dire la stessa cosa sul fronte opposto. La legge, infatti, non individua un’età massima per lavorare, concedendo ai lavoratori libera autonomia. Non si può, però, parlare di assoluta libertà anche per i datori di lavoro, dato che la normativa impone comunque regole di tutela dei dipendenti, diverse dal comparto pubblico a quello statale.
I limiti posti riguardo al pensionamento e alla tutela della salute dei lavoratori, però, non sono strettamente derivanti da limiti di età. Tantoché, ponendo l’esempio di un’attività in proprio, un pensionato potrebbe lavorare anche oltri i 90 anni. Esistono, quindi, misure che riguardano il lavoro subordinato, ma non si traducono in un effettivo divieto lavorativo dipendente dall’età, quanto più dalla salute, dall’accesso alla pensione e dalla produttività.
Al contrario, il limite di lavoro per i minori comporta sanzioni amministrative per i datori di lavoro che non rispettano le limitazioni e perfino la reclusione nelle ipotesi di reato, come lo sfruttamento del lavoro minorile.
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