Wiedmann difende la BCE e la sua politica espansiva

Maurizio Contini

24 Febbraio 2017 - 14:00

Jens Weidmann dichiara che la politica della BCE è stata appropriata e che l’atteggiamento espansivo è giustificato. MA qual è il motivo delle dichiarazioni?

Wiedmann difende la BCE e la sua politica espansiva

Jens Weidmann, da sempre accanito contestatore delle politiche monetarie della Banca Centrale Europea, questa volta ha una visione differente. Il presidente della Bundesbank ha infatti sostenuto che l’atteggiamento espansivo attuato dalla BCE in questi anni è giustificabile e che non è possibile criticarne le politiche.

Una reazione insolita quella di Weidmann, dal momento che negli anni non ha perso un’occasione per criticare la banca centrale, le sue mosse e le politiche per la moneta unica.
Il presidente della Bundesbank ha affermato che ci sono delle visioni differenti su come utilizzare lo stimolo, ma che non si può del tutto criticare la decisione di Mario Draghi.

Durante la presentazione dei dati annuali della Bundesbank il presidente non ha parlato solo delle politiche della BCE, ma si è anche espresso su Trump e le sue strategie protezioniste.
Di seguito vediamo di cosa ha parlato e quali sono le ragioni che lo hanno spinto a queste dichiarazioni.

Weidmann alla presentazione dei dati della Bundesbank: le dichiarazioni

Il presidente della Bundesbank non è di certo un sostenitore della BCE e delle sue politiche monetarie, anzi da sempre è uno dei maggiori critici della questione. Alla presentazione dei dati annuali della Bundesbank però la situazione è stata un po’ differente e per una volta anche Weidmann ha parlato a favore delle politiche di Draghi.

Le discussioni sono molte e possono anche essere aperte, ma Weidmann ha definito “appropriata” la posizione espansiva assunta da Francoforte. La soluzione è infatti idonea al momento, ma ci deve essere anche un impegno da parte degli stati che devono puntare alla crescita.

Anche in queste sue dichiarazioni non sono di certo mancate le critiche alle politiche BCE e ha infatti rimarcato che la Banca Centrale dovrebbe cominciare a ridurre gli acquisti, in modo da rendere chiara la situazione.
L’eurozona, secondo Weidmann, sta migliorando e la ripresa sembra essere più forte.

L’aumento dell’inflazione, verificatori per il mese scorso, è dovuto per la maggior parte ad un aumento del prezzo del petrolio, dal momento che non ci sono altre pressioni inflazionistiche.
Il presidente ha poi ribadito che le politiche della BCE non possono essere le uniche per rilanciare le economie dei vari paesi, ma gran parte deve farlo il governo.

Sebbene vi siano infatti dei modi differenti di pensare gli stimoli, quella di Draghi è una visione e quindi non deve essere criticata in toto. Non solo le politiche della BCE, ma anche un occhio alle decisioni protezioniste di Trump.
I mercati aperti sono la base della nostra prosperità” ha detto Weidmann.

Bisogna risolvere le incertezze per le banche sulle regole di Basilea, ma non pensare di chiudersi in una politica protezionistica sterile. Lo scambio tra le nazioni e la libera circolazione delle merci dovrebbe infatti essere un punto di incontro per tutti.

L’utile per il 2016 della Bundesbank si è attestato a un miliardo, mentre nel 2015 era arrivato a 3,2 miliardi di euro. Un utile eroso in parte dalle politiche della BCE e dalle decisioni prese negli ultimi tempi.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it