Hai sempre desiderato usare WhatsApp e «controllare» l’attività di un profilo senza farti notare? Ecco come leggere le conversazioni e spiare stato e stories.
                                    
                                    
                                    
                                     
                                    
                                    
                                     
                                        
                                    
                                     
                                    
                                    
                                    
                                    
                                    
                                    La curiosità è naturale e i social - WhatsApp in testa - la rendono facilmente soddisfabile: basta uno smartphone, una storia temporanea, una chat lasciata aperta. Ma la linea che separa l’interesse legittimo dalla violazione è sottile e, spesso, molto netta. Nel nostro approfondimento troverai sia le istruzioni per «spiare» WhatsApp di un’altra persona conoscendo il numero per fini etici (parental control in primis) e sia quali sono i trucchi per controllarne l’attività lecitamente e senza intaccarne la privacy.
Non troverai, invece, istruzioni operative per controllare e manipolare altri utenti: l’obiettivo è diverso e intenzionale - darti conoscenza per proteggerti, farti comprendere i rischi reali e spiegarti quali strumenti leciti e trasparenti usare se c’è una motivazione valida (per esempio la tutela di un minore) o se sei responsabile di device aziendali. Conoscere le tecniche che possono essere impropriamente sfruttate aiuta a difendersi, ma trasformare questa conoscenza in azioni punitive o illegali espone a conseguenze penali e civili. Il quadro legislativo italiano considera, infatti, l’accesso non autorizzato ai sistemi informatici un reato rilevante: l’articolo 615-ter del Codice Penale disciplina l’accesso abusivo e prevede sanzioni penali per chi si introduce abusivamente in un sistema informatico o telematico.
Allo stesso tempo, aziende e istituzioni (e gli stessi fornitori di app) migliorano continuamente le protezioni: WhatsApp offre strumenti per vedere e disconnettere i dispositivi collegati, impostare la privacy degli stati e attivare la verifica in due passaggi. Queste opzioni sono il primo livello di difesa, e vale la pena conoscerle bene e applicarle.
Cosa significa davvero “spiare” WhatsApp oggi
Parlare di “spiare WhatsApp” significa in realtà riferirsi a scenari molto diversi: dall’accesso fisico non autorizzato a uno smartphone, alla sottrazione di credenziali, fino all’installazione di software di monitoraggio (stalkerware) o all’abuso di funzionalità legittime come i dispositivi collegati a WhatsApp Web/desktop. La differenza cruciale è se l’azione è fatta con consenso e per uno scopo legittimo (per esempio un genitore che monitora il dispositivo di un figlio minore) o senza consenso, il che la rende illecita e spesso penale.
Dal punto di vista tecnico, molte intrusioni non passano per la “rottura” della crittografia end-to-end dei messaggi: piuttosto, mirano a ottenere accesso al dispositivo, a sessioni attive oppure a leggere copie dei messaggi che risiedono sul telefono o nel backup.
Nel corso degli anni i produttori e i gestori di servizi hanno introdotto contromisure: WhatsApp permette di visualizzare e disconnettere i dispositivi collegati, di impostare la verifica in due passaggi, e di gestire la privacy degli stati e delle informazioni di contatto. Perciò, ciò che era possibile in passato perché i device erano meno protetti oggi è spesso più difficile ma non impossibile: l’anello debole rimane l’utente (PIN deboli, password condivise, device incustoditi) e la presenza di applicazioni malevole installate inconsapevolmente. La conoscenza dei vettori di attacco (accesso fisico, sessioni web attive, app non ufficiali, backup non protetti) serve a costruire difese pratiche - cambiare password, attivare la verifica in due passaggi, controllare periodicamente i dispositivi collegati e aggiornare i sistemi operativi.
Strumenti e app che consentono di controllare WhatsApp di un altro numero: quali sono legali?
Sul mercato esistono strumenti etichettati come app di monitoraggio, parental control o MDM aziendale che offrono funzioni di logging, tracciamento posizione, accesso ai messaggi o al registro chiamate. Queste soluzioni sono legittime se impiegate nel rispetto delle norme e con il consenso richiesto: per esempio, le aziende possono gestire i dispositivi aziendali con soluzioni MDM (Mobile Device Management) e i genitori possono usare app di parental control per dispositivi dei figli minori.
Tuttavia, molte applicazioni commerciali promettono più di quanto effettivamente dovrebbero, richiedono permessi invasivi e in alcuni casi raccolgono grandi quantità di dati sensibili in server terzi, creando nuovi rischi di fuga o abuso dei dati. Una categoria a parte è lo stalkerware: software con finalità di sorveglianza installato in segreto sui dispositivi altrui. Gli esperti di sicurezza e le ONG raccomandano di non usare mai software che operi in segreto su device che non ti appartengono e di limitare il ricorso a strumenti di monitoraggio a situazioni strettamente necessarie, trasparenti e documentate. Se sei genitore e hai bisogno di controllare l’attività digitale di un figlio minore, prediligi strumenti ufficiali e impostazioni integrate (come Google Family Link o Apple Screen Time), che offrono trasparenza, limiti e controllo robusto senza installare software nascosto.
Ricorda che usare trucchi e app non ufficiali per aggirare le notifiche o per salvare stati altrui può esporre sia te che il tuo dispositivo a rischi di sicurezza e a violazioni della privacy altrui; la scelta responsabile è sempre l’uso delle funzionalità previste dall’app e il rispetto degli altri utenti.
3 modi per spiare WhatsApp di un’altra persona senza essere scoperti
Torniamo alla nostra questione principale. Si può spiare Whatsapp di un’altra persona e scoprire con chi parla e cosa scrive in modo etico e legale? Il tema è sensibile e spesso trattato con toni fuorvianti. Se siete fidanzati gelosi o troppo curiosi sicuramente vi sarà venuta voglia almeno una volta di dare una sbirciatina al telefono del partner o di un amico “speciale” per vedere con chi perde più tempo sulla chat di WhatsApp e con chi si scambia più foto e messaggi.
Tuttavia, oggi molte cose sono cambiate: WhatsApp ha per fortuna rafforzato la sua crittografia end-to-end, ha introdotto nuovi meccanismi di backup cifrato e ha reso più difficile l’accesso ai contenuti da parte di terzi. Perciò, l’idea che esistano strumenti “magici” che permettano di leggere le chat di altri da remoto e visualizzare stories senza lasciare traccia è, nel migliore dei casi, datata e spesso ingannevole. Ci sono, però, alcuni metodi che si possono provare sia per il controllo «etico» di un altro utente (ad esempio un figlio minorenne) e sia per ricavare qualche informazione in più dall’attività pubblica di una persona, sempre nei limiti sopracitati.
Disattivazione delle spunte blu
Per chi ancora non lo sapesse, su WhatsApp lo “stato” è una funzionalità che consente agli utenti di condividere momenti della propria vita attraverso foto, video e testi che rimangono visibili per un massimo di 24 ore. Questa opzione è simile a quella di altre piattaforme social, come le “storie” di Instagram e Facebook. Gli stati possono essere visualizzati da chiunque abbia il numero di telefono salvato in rubrica e, a differenza dei messaggi “normali”, non è necessario che gli utenti interagiscano direttamente per vederli. Semplicemente, l’utente sarà a conoscenza che l’hai visto.
Tuttavia, per molti, la curiosità di scoprire cosa condividono gli altri spesso si scontra con il desiderio di mantenere la propria privacy, rendendo necessario trovare modi per visualizzare questi contenuti senza farsi notare. In questo articolo, vi forniremo ben cinque strategie per navigare nel mondo degli stati di WhatsApp in modo discreto.
Sembra banale, ma ovviamente uno dei metodi più semplici per visualizzare lo stato degli altri senza essere scoperti è disabilitare il segno di spunta blu. Questa funzione permette di sapere se un messaggio è stato letto. Infatti disattivandola, gli altri non possono sapere se hai visto i loro messaggi. Farlo è molto semplice se segui questi passaggi.
- Apri l’app WhatsApp sul tuo smartphone.
 - Tocca l’icona dei tre puntini nell’angolo in alto a destra (su Android)
 - Vai su “Impostazioni” (vai direttamente a Impostazioni su iPhone).
 - Seleziona “Privacy”.
 - Disabilita l’opzione “Conferme lettura”.
 
Attenzione: questa impostazione non influisce sui messaggi nei gruppi, dove le letture ricevute rimarranno attive. Tieni presente anche che, disabilitando questa funzione, non potrai nemmeno vedere se altri hanno letto i tuoi messaggi. Questa è la scelta che quasi tutti compiono. Ma vediamo le altre.
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                Modalità aereo (parzialmente funzionante)
Un altro metodo efficace per le versioni di WhatsApp più datate e molto conosciuto è sfruttare la modalità “aereo” del tuo telefono. Questo trucco viene usato da molto tempo e funziona nella maggior parte dei casi per le applicazioni «ferme» agli aggiornamenti pre 2023. Esso consente di visualizzare lo stato altrui senza che gli altri ne siano a conoscenza. Ecco come procedere:
- attiva la modalità “aereo” sul tuo smartphone;
 - apri l’applicazione WhatsApp;
 - visualizza lo stato che desideri vedere;
 - una volta terminato, chiudi l’app e disattiva la modalità aereo.
 
Attenzione, però, perché, come anticipato, dal 2023 in poi WhatsApp sincronizza automaticamente i log delle visualizzazioni non appena riapri l’app o torni online. Anche se spegni la connessione, la visualizzazione viene memorizzata localmente e inviata ai server appena torni connesso. In pratica, non funziona più per le versioni più recenti e rischia solo di dare un falso senso di anonimato.
App legali come mSpy
Quando parliamo di app, le soluzioni che promettono la luna sono spesse illegali e rischiose per la privacy dei propri dati e dispositivi. Ce ne sono alcune, però, legali e virtuose, in grado di aiutare in diverse situazioni. Tra queste, mSpy si presenta come un’opzione di «monitoraggio» per famiglie e aziende: sul sito ufficiale si trovano elencate funzionalità come tracciamento GPS, controllo delle app installate, monitoraggio della cronologia del browser, e strumenti per limitare o filtrare contenuti.
È importante però distinguere tra le funzionalità dichiarate e i limiti tecnici pratici: dal 2023, mSpy, come altre app, non può aggirare la crittografia end-to-end di WhatsApp salvo ottenere accesso fisico, completo e autorizzato al dispositivo target e sovente richiedendo operazioni invasive (es. root o jailbreak) che cambiano radicalmente il profilo di rischio. Il produttore stesso, nelle FAQ, riconosce che l’uso legittimo è circoscritto: mSpy è pensato per il parental control (monitoraggio dei figli minori da parte dei genitori) e per la gestione di dispositivi aziendali con consenso.
In questi casi, le funzionalità utili includono: controllo del tempo di utilizzo, blocco/app management, monitoraggio della posizione GPS per sicurezza, report sull’uso delle app e sui siti visitati, e possibilità di impostare limiti e filtri. Queste funzioni aiutano i genitori a proteggere i figli da contenuti inappropriati e i responsabili IT a tutelare dati aziendali.
Come capire se il tuo account WhatsApp è stato collegato a dispositivi non tuoi
WhatsApp mette a disposizione strumenti pratici per verificare le sessioni attive: la sezione “Dispositivi collegati” nelle impostazioni mostra i browser o i dispositivi connessi al tuo account e consente di disconnetterli in un click. Se noti sessioni che non riconosci, la prima azione è disconnettere subito quei dispositivi e cambiare le credenziali del telefono e dell’email associata, oltre ad attivare la verifica in due passaggi per il tuo account WhatsApp.
È anche saggio aggiornare il sistema operativo del dispositivo all’ultima versione disponibile e rimuovere eventuali app non riconosciute o con permessi eccessivi. Un altro segnale d’allarme sono notifiche o comportamenti strani: messaggi letti che non hai aperto, stati visti senza che tu li abbia visualizzati, o consumi anomali di batteria e dati.
In particolare, WhatsApp avvisa che mantiene automaticamente disconnessi i dispositivi inattivi dopo un certo periodo, ma questo non sostituisce un controllo periodico da parte tua. Se sospetti la presenza di stalkerware sul telefono, esistono guide e strumenti (antivirus aggiornati, check list forense non invasiva) per rilevare installazioni silenti; in caso di dubbio concreto e rischio di reato, la raccomandazione professionale è di rivolgersi alle autorità competenti o a un tecnico forense digitale.
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