Il rally di Wall Street inizia a scricchiolare. Conviene ancora acquistare azioni a stelle e strisce?
Dopo aver chiuso il primo trimestre del 2014 con performance quasi nulle, Wall Street ha iniziato il secondo trimestre all’insegna della debolezza nonostante siano stati toccati nuovi massimi storici. Le incertezze sulla strategia di politica monetaria della Federal Reserve, il rallentamento dell’economia cinese e le tensioni geopolitiche in Ucraina stanno favorendo l’inizio di un robusto ritracciamento sui mercati azionari americani, che secondo alcuni esperti potrebbe diventare una ghiotta opportunità d’acquisto. Ne è convinto, ad esempio, Sam Stovall, chief strategist sull’equity per S&P Capital IQ, secondo il quale l’indice S&P500 scenderà del 15% prima delle elezioni americane del 4 novembre ma poi riuscirà a rimbalzare con forza fino a 1.950 punti entro fine 2014 e a 1.985 punti nel primo trimestre del 2015.
Stovall consiglia di comprare le principali azioni contenute nel paniere S&P500 dopo ogni calo del 5% dell’indice stesso. L’esperto si aspetta un deciso incremento della volatilità nei prossimi mesi, facendo alcune considerazioni su base statistica negli anni delle elezioni politiche negli Stati Uniti. A novembre si andrà al voto: tutti i deputati e un terzo dei senatori del Congresso Usa dovranno essere rieletti. Stovall stima che Wall Street ballerà parecchio nei prossimi mesi, ma sarà un’occasione d’acquisto “per chi sa andare controcorrente”. C’è poi da considerare anche l’andamento del business e dei profitti aziendali.
Jason Trennert, a capo delle strategie di investimento a Strategas Research Partners, ricorda che nel 2013 la robusta crescita degli utili societari “era stata alimentata soprattutto dal taglio dei costi aziendali”. Tuttavia esiste un limite entro il quale è possibile risparmiare. L’esperto, quindi, non esclude che i profitti aziendali possano deludere le aspettative nei prossimi mesi. Inoltre, bisognerà fare i conti con la fine dell’era del denaro gratis, in quanto la FED è pronta a ritirare il piano di stimoli monetari entro fine anno e ad alzare i tassi nella prima parte del 2015.
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