Wall Street Journal: ecco chi sono i migliori trader del 2013

Nicola D’Antuono

3 Gennaio 2014 - 09:31

Nel 2013 i trader che hanno realizzato le migliori performance sono quelli che hanno puntato sul rialzo delle borse e dell’euro, ma anche quelli che sono andati short sull’oro

Wall Street Journal: ecco chi sono i migliori trader del 2013

Un articolo de The Wall Street Journal apparso un paio di giorni fa, con firma di Gregory Zuckerman, Robe Copeland e Nicole Hong, ha messo in luce le migliori scommesse di trading del 2013 effettuate dai grandi money manager e gestori di fondi di investimento. In un anno in cui molti guru dei mercati hanno annaspato non poco, alcuni trader hanno realizzato eccezionali performance grazie a un istinto fuori dal comune e a una grande capacità di gestire rischi enormi nei propri portafogli. Andiamo a vedere quali sono state le grandi scommesse vincenti del 2013, che hanno portato alcuni trader a cavalcare trend macro molto significativi.

Chris Tuohy, Tudor Investment – SHORT SULL’ORO

In primis troviamo Chris Tuohy, senior trader presso la Tudor Investment di Londra, un “mostruoso” hedge fund da 14 miliardi di dollari di massa gestita. Mr. Tuohy ha vinto la sua scommessa ribassista sull’oro, sul quale ha puntato meno di 10 milioni di dollari per guadagnarne oltre 100 milioni. La scommessa short si Tuohy è stata costruita attraverso l’acquisto di opzioni put. I suoi profitti hanno iniziato a diventare enormi grazie al primo sell-off delle quotazioni dell’oro spot in primavera. L’ex trader della Goldman Sachs ha tenuto la posizione short per tutta l’estate, quando i prezzi crollarono fino a 1.180$ l’oncia ai minimi dal 2010. Sull’oro ha vinto la scommessa short anche Paul Tudor Jones, il fondatore dell’omonima casa di investimenti, ma non ha realizzato profitti così spettacolari come ha fatto invece Tuohy. A inizio 2013 in pochi pensavano a un crollo dell’oro, che alla fine ha perso quasi il 39%, nonostante il boom di rialzi per 12 anni consecutivi e il record storico di 1.921$ di settembre 2011. Tuohy è stato lungimirante, attento alle dinamiche dei prezzi e dei flussi di denaro in uscita da fondi ed Etf. Alla fine ha incassato più di 100 milioni di dollari.

Davide Tepper, Appaloosa Management – LONG SULL’AZIONARIO

Un’altra scommessa vincente è stata quella dei gestori che hanno puntato forte sul boom dei mercati azionari. A inizio 2013 il consensus era per un progresso medio degli indici americani inferiore al 10%, ma alla fine Wall Street ha registrato la migliore performance degli ultimi 16 anni con rialzi intorno al 30% per S&P500 e Dow Jones. Ha fatto addirittura meglio il Nasdaq. Dopo la forte discesa dei mercati azionari ad agosto, in scia alle preoccupazioni di aumento dei tassi di interesse, un trader ha fiutato l’occasione e la possibilità di cavalcare un potenziale rally delle borse negli ultimi mesi dell’anno. Questo trader è David Tepper, money manager presso l’Appaloosa Management, un hedge fund con 21 miliardi di dollari in gestione. Tepper ha iniziato ad accumulare opzioni call e ha vinto la sua scommessa rialzista. Da settembre l’S&P500 è salito più del 13% e il maggiore hedge fund della società ha realizzato una performance annua del 42%, consentendo a Tepper e ai suoi investitori di accumulare una fortuna.

Ha vinto la sua scommessa sul boom dei mercati azionari anche John Paulson. L’hedge fund Recovery della sua Paulson & Co. era nettamente orientato al rialzo già a inizio anno, quando aveva accumulato posizioni long sull’azionario più che doppie rispetto a quelle ribassiste. Queste posizioni sono state incrementate in primavera. A fine novembre il fondo aveva già realizzato una performance annua del 55%. Anche altri fondi gestiti dalla Paulson & Co. hanno messo a segno guadagni in doppia cifra, tranne quello che in investe in oro che comunque non era particolarmente grande da avere un impatto significativo sulle performance complessive della società.

Jeffrey Altman, Owl Creek Asset Management – LONG SUL GIAPPONE

Chi ha investito sul mercato azionario giapponese ha senza dubbio realizzato profitti da capogiro, visto che l’indice Nikkei della borsa di Tokyo ha guadagnato quasi il 57% registrando la migliore performance degli ultimi 41 anni. Tra i top trader che hanno puntato sulla ripresa del paese del Sol Levante c’è Jeffrey Altman del piccolo hedge fund Owl Creek Asset Management (4 miliardi di dollari gestiti). Al netto delle commissioni il fondo ha guadagnato il 48% circa in un anno, grazie alla previsione (rivelatasi chiaramente azzeccata) di un deciso cambiamento di rotta della politica monetaria e fiscale del Giappone per combattere definitivamente la deflazione.

Axel Merk, Merk Investments – LONG SULL’EURO

Sul mercato delle valute in pochi scommettevano sul super-euro, considerando i gravi problemi economici dell’eurozona. A inizio anno quasi tutti i large traders avevano grosse posizioni short sulla moneta comune e solo quattro banche d’affari erano convinte che l’euro potesse rialzare la testa (tra queste c’era Goldman Sachs). Tra coloro che credevano in una decisa ripresa dell’euro c’era Axel Merck, gestore della Merk Investments di Palo Alto, in California. La società gestisce oltre 400 milioni di dollari. Il top trader ha tenuto duro anche quando a inizio aprile l’euro è sceso sotto 1,2750 dollari. La motivazione alla base della sua scommessa long sull’euro era legata all’andamento dei flussi di denaro internazionali, che secondo Merk sarebbero stati dirottati sempre più verso l’azionario e l’obbligazionario della periferia europea grazie al forte appeal generato dagli elevati rendimenti attesi dopo la grave crisi dei debiti sovrani del triennio 2010-2012. Merck alla fine ha avuto ragione: l’euro è salito del 4,1% sul dollaro e ha registrato per la prima volta dalla sua introduzione sui mercati la migliore performance tra le principali monete mondiali. Il suo Absolute Return Currency Fund è salito del 5,8% nel 2013, anche se un altro fondo (Hard Currency Fund) ha perso il 2,9% a causa di una scommessa sbagliata sull’oro. Secondo Merk l’euro può salire ancora, in quanto le banche continentali continueranno a liberare i portafogli dagli asset rischiosi per poi convertirli in euro.

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