La Commissione Bilancio della Camera ha approvato il testo che riguarda i capitali detenuti illegalmente all’estero. Rivoluzione o ennesima tutela dei comportamenti illegali? Sarà il Parlamento approvando, integrando o modificando il testo a dare la risposta.
Il nuovo testo sulla “voluntary disclosure" è stato approvato in Commissione Finanze della Camera. Come mai tanto ritardo?
Era stato l’Ocse nel 2009 a elaborare la cosiddetta autodenuncia volontaria (voluntary disclosure) dei soldi illegalmente detenuti all’estero. L’Ocse ne definì i contorni, insieme all’abolizione del segreto bancario. L’autodenuncia non doveva essere un condono e il “perdono” del fisco avveniva con il pagamento delle imposte dovute.
Gli strumenti di persuasione all’autodenuncia: incrocio banche dati e rafforzamento delle leggi contro l’autoriciclaggio.
La voluntary disclosure funziona bene dappertutto, come dimostrano i risultati conseguiti in Belgio, Francia, Germania e Gran Bretagna. E’ stato Letta a iniziare la vera battaglia contro l’esportazione e l’evasione dei capitali, recependo totalmente la convenzione dell’Ocse. La partita è grossa perché interessa una stima di 1000 mld stipati nelle banche svizzere, a cui vanno sommati i capitali detenuti nei paradisi fiscali europei come Lussemburgo, Liechtenstein, Belgio, Principato di Monaco, isola di Man, Jersey, Guernsey, isola di Sark, ma anche Cayman, Hong Kong, Singapore, Bahamas, Dubai, Irlanda e tanti altri.
Il 28 gennaio il Governo Letta vara urgentemente il decreto e, due settimane dopo, “viene dimesso”. Sull’argomento si era cimentata anche il ministro Severino, inutilmente perché sulla trasparenza e il rispetto delle leggi la pressione lobbystica è devastante.
Il reato connesso all’esportazione di capitali nei paradisi fiscali è disciplinato dalle norme sull’auto riciclaggio che in Italia non ha nessun potere deterrente. La Severino istituisce una commissione di esperti: Banca d’Italia, Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate con a capo il procuratore aggiunto di Milano che si occupa da sempre di questi reati, Greco.
Il progetto di legge che ne esce recupera e azzera le critiche di Fmi, Ocse, Ue, per l’adeguamento dell’Italia agli altri paesi civili, sulle norme “auto riciclaggio.
La legge è presentata nell’aprile del 2013 ma Monti decade subito dopo. Viene ripresa da Letta che decade due settimane dopo.
Ma cosa prevedeva la legge? L’autodenuncia comportava la rivelazione al fisco dei soggetti che avevano materialmente organizzato l’espatrio dei capitali (banche, notai, intermediari finanziari) i quali quindi sarebbero stati incriminati anche loro del reato di “auto riciclaggio”.
Figurarsi! Corruttori, tangentari, mallevadori e possibilità di emersione di reati gravissimi? Giammai! Che cosa fanno i rappresentanti del popolo? Una salutare audizione dell’Unione Fiduciaria che ha come soci alcune banche e come finalità la protezione dei patrimoni creando in particolare trust (legali negozi fiduciari con i quali un soggetto trasferisce il suo patrimonio ad un amministratore fiduciario).
I trust producono due effetti:
- barriera giuridica tra gli elementi della proprietà.
- possono avvolgere i patrimoni in una segretezza impenetrabile.
L’Unione spiega agli attenti parlamentari che chi aderisce all’autodenuncia ha anche altri costi. Se ha per esempio emesso fatture false, dovrà pagare iva irpef addizionali.
I parlamentari probabilmente si convincono che le adesioni saranno poche e quindi la legge bisogna cambiarla (sic!).
La soluzione suggerita? Forfetizzare e semplificare!
Vedremo a che punto questo Parlamento arriverà con questa legge. Nel Paese dove numerosi sono stati i suicidi d’imprenditori creditori verso lo Stato, con un debito pubblico di 2300mld di euro e una disoccupazione giovanile del 45%, l’uguaglianza della Legge è il primo elemento per il recupero della fiducia di cittadini, investitori e imprenditori onesti.
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