Vince il No al referendum: cosa succede adesso al PD?

Chiara Ridolfi

5 Dicembre 2016 - 09:18

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Il PD esce dalle votazioni del referendum a pezzi e fissa per martedì la riunione interna al partito. Cosa succederà? Vediamolo insieme.

Vince il No al referendum: cosa succede adesso al PD?

La vittoria del No è stata schiacciante e in molti si chiedono cosa succederà adesso all’interno del partito. Matteo Renzi ha infatti annunciato le sue dimissioni e con esse anche la guida del Partito Democratico.

Lo scopo della sua “salita al colle” possiamo dire non è stato raggiunto, dal momento che doveva ricompattare le fila del suo partito e chiudere con la riforma elettorale. Due punti che non sono stati raggiunti e che sembrano essere le grandi sconfitte dell’ex premier.

Andando a votare in questo momento con l’Italicum nessuno schieramento riuscirebbe ad ottenere dei risultati per governare in modo idoneo. La frammentazione dell’elettorato politico infatti non permette di avere una solida maggioranza e tra Camera e Senato le disparità di elezione dei componente sono enormi.

Vediamo adesso cosa succederà martedì e in che modo potrebbe risolvere il problema della sua guida il PD.

Cosa succederà al PD dopo la vittoria del No?

Pesa molto il risultato di questa tornata elettorale sul Partito Democratico, che non è riuscito a compattarsi e a prendere una decisione univoca. Il partito si è sfaldato dall’interno e ciascuno ha preso la sua direzione.

La minoranza PD, che aveva preso le distanze dal Sì, ha dichiarato di “essere nel giusto” e di non aver sbagliato con le sue decisioni.
Lorenzo Guerini dichiara, fin dai primi exit poll:

Convocheremo la direzione del Partito democratico probabilmente già martedì per la valutazione dell’esito del voto e le indicazioni sulle iniziative politiche da assumere.

In vista delle prossime elezioni il PD deve infatti trovare un nuovo segretario e ricompattare le fila, che le dissidenze interne hanno ormai reso lo spettro di se stesso.
Anche le dichiarazioni di D’Alema auspicano un ricongiungimento e nuova linfa al partito che ormai sembra essere allo sbaraglio.

D’Alema, sostenitore saldissimo del No, afferma “Si deve anche riaprire un grande confronto sul futuro del centro sinistra. Con la vittoria del No non solo si ferma una cattiva riforma costituzionale, ma fallisce un disegno politico, il partito della nazione ed una certa idea del centro sinistra italiano

Una situazione che al momento non sembra semplice da gestire dal momento che il Partito Democratico non sembra avere un leader abbastanza forte da poter gestire la situazione.

Martedì la direzione del partito: cosa succederà?

La direzione del Partito Democratico sembra che si riunirà fin da domani, martedì 5 dicembre, e dovrebbe portare all’individuazione dei nuovi nomi che guideranno il partito.
Il vero sconfitto di questa tornata elettorale è infatti il PD, che esce stravolto dalle votazioni referendarie.

Tra i possibili nomi che guideranno il partito arriva anche quello di Civati, da sempre in disparte, ma che potrebbe portare essere il prossimo segretario del PD.
Incognita è D’Alema, che non è ancora chiaro a cosa aspiri dopo le dimissioni di Renzi.

Le dichiarazioni di Massimo D’Alema, dopo i risultati del referendum, sono state le seguenti:

Mi pare irresponsabile l’idea di precipitare il Paese verso nuove elezioni senza fare quello che è obbligatorio, cioè la revisione delle leggi elettorali anche perché con un’iniziativa improvvida Renzi ha provveduto a cambiare la legge elettorale alla Camera nella presunzione che il Senato sarebbe scomparso. Io immagino che una parte di quelli che lo hanno seguito cercheranno di azzannarlo. Io non faccio parte di quella schiera. L’ho affrontato, a differenza di quello che dice lui, senza rancore

Dovremo attende martedì per conoscere le sorti del Partito Democratico.

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