Veneto Banca cambia nome? I dubbi sulla fusione con la Popolare di Vicenza

Antonio Atte

11 Agosto 2016 - 09:29

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Veneto Banca e Popolare Vicenza verso una collaborazione di natura industriale. L’ipotesi fusione resta in piedi (ma non piace ai sindacati).

Veneto Banca cambia nome? I dubbi sulla fusione con la Popolare di Vicenza

Veneto Banca e la Popolare di Vicenza si avviano a instaurare una partnership di natura industriale. E forse anche qualcosa di più, anche se i dubbi da fugare restano tanti. Ieri il nuovo consiglio di amministrazione di Veneto Banca targato Atlante - dopo l’investitura ricevuta dall’assemblea dei soci lunedì scorso - si è riunito a Milano a via Cusani per iniziare a discutere della revisione del piano industriale, della questione crediti deteriorati e dell’azione di responsabilità contro i vecchi vertici.

Stando a quanto riportato dal Sole24Ore l’obiettivo è smaltire l’ammontare degli Npl nel giro di un anno, sulla base di un piano analogo a quello che è stato adottato per il Monte dei Paschi di Siena.

Sul dossier è già al lavoro l’amministratore delegato di Veneto Banca, Cristiano Carrus, mentre a Vicenza sarà il CEO Francesco Iorio a pianificare con il fondo Atlante (azionista di entrambe le banche con una quota superiore al 95%) la cessione delle sofferenze.

Veneto Banca e Popolare Vicenza: fusione in vista?

Ma la prospettiva più interessante per i due istituti veneti riguarda una possibile alleanza di carattere commerciale. A suggerire l’idea è stato il neo-presidente di Veneto Banca, Beniamino Anselmi, il quale ha subito aperto le porte a un’eventuale sinergia industriale con l’istituto vicentino.

Idea che sembra piacere al presidente della Popolare di Vicenza, Gianni Mion, il quale, intervistato dal Corriere del Veneto, si è detto anche pronto “ad andare oltre”.

Si profila dunque una fusione all’orizzonte per le due banche “gemelle”? Tutto farebbe pensare ad una soluzione di questo tipo, anche se l’aggregazione (ipotesi fortemente caldeggiata un tempo e poi messa da parte) non è in cima ai pensieri della Quaestio Sgr, la società di gestione che controlla il fondo Atlante.

Alessandro Penati, presidente di Quaestio, lunedì scorso ha salutato il nuovo corso dell’istituto, ribadendo che i vecchi soci “non compromessi con le passate gestioni” avranno “il diritto ad acquisire azioni a 0,10 euro, lo stesso prezzo pagato da Atlante, qualunque sarà in futuro il valore della Banca”.

Veneto Banca e Popolare Vicenza: la fusione non piace ai sindacati

L’ipotesi di una fusione però ai sindacati non piace per niente. Secondo Massimiliano Paglini, segretario First Cisl di Treviso, un matrimonio tra le due banche “è una follia sia dal punto di vista industriale sia sotto il profilo occupazionale”.

In base a una mia proiezione - prosegue il sindacalista - la razionalizzazione della struttura, qualora diventasse un’unica entità, porterebbe a qualcosa come 3mila esuberi su una base di circa 12mila addetti”.

Per Luca Faietti della Uilca Uil di Vicenza, invece, il discorso aggregazione è prematuro

“almeno fino a quando Bpvi non avrà affrontato con noi temi quali il piano industriale e gli inquadramenti. Per il resto la nostra posizione contraria a una fusione tout court è nota”.

Veneto Banca: tramonta l’ipotesi di un cambio del nome?

Sembra tramontata, inoltre, l’idea di un cambio del nome della banca veneta. Il neo-presidente Anselmi, dopo aver riflettuto su questa possibilità, ha affermato:

“Gli americani farebbero un sondaggio, l’abito a volte fa anche il monaco ma il rischio è di cambiare solo veste. Dobbiamo prima modificare noi stessi, dare un esempio di sobrietà. Quando avremo davvero modificato i comportamenti ci penseremo, ma ho già fatto un conto: cambiare tutte le insegne ci costa oltre 2 milioni. E io sono un uomo parco”.

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