Se tra qualche giorno la FED dovesse annunciare il primo aumento dei tassi Usa dal 2006, le valute emergenti potrebbero subire nuove pesanti perdite. Tra queste 5 sembrano essere posizionate peggio delle altre
I mercati sono in trepida attesa per la riunione del FOMC, in programma il prossimo 16 e 17 settembre. Il braccio operativo della Federal Reserve è pronto a sciogliere le proprie riserve sul nodo tassi di interesse, che ormai non vengono ritoccati verso l’alto dal 2006. Nonostante il recente dato in chiaroscuro sul mercato del lavoro Usa (non farm payrolls in calo sotto le 200mila unità, ma tasso di disoccupazione sceso al 5,1% ai minimi dal 2008), molti analisti finanziari ritengono che la FED possa iniziare il ciclo di rialzi dei tassi già questo mese, allo scopo di portare il costo del denaro negli Stati Uniti allo 0,5% entro fine anno.
Se la FED dovesse alzare i tassi, alcuni asset potrebbero subire forti scossoni con ripercussioni negative sull’andamento dei prezzi. Tra questi ci sono sicuramente alcune valute dei mercati emergenti, già messe a dura prova dalla svalutazione del cambio dello yuan adottata qualche settimana fa dalla banca centrale cinese. Alcune valute esotiche sono storicamente legate a doppio filo con le strategie di politica monetaria della FED, per cui è lecito attendersi nuove difficoltà per quelle monete che risentono maggiormente della stretta di Janet Yellen & co. Ecco quali dovrebbero essere le 5 valute emergenti più in sofferenza contro il dollaro americano, in caso di rialzo dei tassi negli Usa.
1- Real brasiliano: la valuta sudamericana è ai minimi da fine 2002, già messa a dura prova dai rischi economici legati alla recessione e all’inflazione in doppia cifra. Il paese sta accusando anche il colpo della caduta dei prezzi delle materie prime e la frenata della locomotiva economica cinese. A questo si aggiunge l’aumento del rischio politico e i timori di un taglio del rating a junk.
2- Rublo russo: la valuta di Mosca è tornata a soffrire tantissimo sul forex, passando in pochi mesi da quota 50 a circa 70. La sensazione è che il cambio dollaro/rublo possa aggiornare i massimi storici, superando il precedente record di 77 del dicembre scorso. Sulla moneta russa pesano anche la recessione, i bassi prezzi del petrolio e le sanzioni economiche occidentali.
3- Peso messicano: la valuta centroamericana continua ad aggiornare i minimi storici, mostrando una netta incapacità di reazione nonostante il recente maxi rimbalzo del petrolio. L’economia sta rallentando molto e da un punto di vista tecnico sembra che il peso possa rischiare di perdere anche un altro 10-15% del proprio valore da qui a fine anno.
4- Rand sudafricano: l’aumento del rischio paese, la caduta dei prezzi delle commodity (in particolare platino e palladio) e la brusca frenata dell’economia dovrebbero spingere la moneta sudafricana sui minimi di sempre. Il cambio dollaro/rand è su una zona di resistenza chiave di lungo periodo, ma sembra possa superarla ponendo le basi per un nuovo spettacolare rally.
5- Lira turca: la moneta di Ankara deve fare i conti con l’aumento del rischio paese, dovuto all’incertezza politica, e con i conti pubblici sempre più in disordine. L’economia sta rallentando da tempo e il deficit di bilancio va risanato con misure probabilmente impopolari. Il cambio dollaro/lira dovrebbe aggiornare i massimi di sempre, guadagnando da qui a fine anno anche un altro 15-20%.
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