Vaccinati più a rischio di forme gravi di Covid: ecco chi sono

Fiammetta Rubini

23 Luglio 2021 - 13:34

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Uno studio israeliano spiega perché alcune persone vaccinate finiscono in ospedale a causa del virus. Ecco chi sono i pazienti più a rischio di sviluppare forme gravi nonostante il vaccino.

Vaccinati più a rischio di forme gravi di Covid: ecco chi sono

Il vaccino anti-Covid, come accade per tutte le vaccinazioni, nn protegge al 100% le persone vaccinate. Sappiamo però che chi ha completato il ciclo vaccinale è protetto all’88% contro l’infezione, al 94% dal ricovero in ospedale, al 97% dal ricovero in terapia intensiva e al 96% dal decesso a causa del virus (dati: Iss).

È quindi possibile che si verifichino contagi anche tra le persone vaccinate, e ciò appare ancora più vero man mano che aumenta il numero di persone vaccinate. Come spiegato dall’ISS, che ha chiarito il “paradosso dei contagi” tra i vaccinati,

Se le vaccinazioni nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura si verifica l’effetto paradosso per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. In questi casi, l’incidenza, però, (intesa come il rapporto tra il numero dei casi e la popolazione), è circa dieci volte più bassa nei vaccinati rispetto ai non vaccinati. Questi numeri se letti correttamente, quindi, ribadiscono quanto la vaccinazione sia efficace

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Fatta questa necessaria premessa, ci sono delle persone che anche se vaccinate con due dosi rischiano di più di ammalarsi di forme gravi di Covid-19 nel caso in cui contraggano l’infezione. I dati arrivano da una ricerca condotta in Israele. Ecco cosa è emerso.

Quali vaccinati rischiano di ammalarsi gravemente anche con due dosi

Chi ha maggiori probabilità di sviluppare il Covid-19 in forma grave anche se completamente vaccinato? Cerca di rispondere a questa domanda una ricerca condotta da un team di medici israeliani guidati dal Prof. Tal Brosh, capo dell’Unità Malattie Infettive presso il Samson Assuta Ashdod Hospital. I ricercatori hanno studiato 152 pazienti completamente vaccinati di 17 ospedali che hanno preso il Covid a distanza di oltre 7 giorni dopo aver ricevuto la seconda dose di vaccino e sono stati ricoverati.

Il numero di persone prese in esame è piccolo in quanto è raro che le persone vaccinate contraggono il virus in forma grave.

Il dato principale emerso dalla ricerca è che quasi tutti i pazienti (il 96%) aveva comorbilità, spiega il dott. Brosh al Jerusalem Post. Malattie cardiache, malattie polmonari, malattie renali, demenza, cancro o altri problemi di salute. Non si tratta di persone in salute, quindi.

In particolare il 71% soffriva di ipertensione; il 48% di diabete; il 27% di insufficienza cardiaca congestizia, il 24% di malattia renale cronica o di malattia polmonare cronica; il 19% di demenza; e il 24% di cancro. Solo il 6% non aveva alcuna condizione medica di base. Inoltre lo studio ha mostrato che il 40% dei pazienti era immunocompromesso.

Di coloro che sono stati ricoverati, 38 sono stati sottoposti a ventilazione meccanica o sono deceduti.

Vaccino e contagio: chi deve stare più attento

“Se sei più anziano e soffri di patologie e hai molte comorbilità o sei immunocompromesso non puoi dare per scontato che sarai ben protetto dal vaccino”, ha concluso il dottor Brosh. “Quando il virus circola molto nella comunità devi stare molto attento”.

L’Istituto Superiore di Sanità sottolinea che più il virus circola, ad esempio per una copertura vaccinale non ottimale in tutte le fasce d’età o perché non si rispettano le restrizioni e le norme igienico-sanitarie, maggiore è il rischio che il virus venga trasmesso a soggetti a rischio di malattia grave anche se vaccinata, oltre che di favorire la comparsa di nuove varianti.

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