C’è stata un po’ di faida nei giorni scorsi tra il conduttore della MSNBC Joe Scarborough e l’economista, nonché editorialista per il New York Times, Paul Krugman sul fatto che i deficit e il debito rappresentano una grande minaccia per gli Stati Uniti, un imminente, pressante problema che deve essere affrontato in questo momento.
La loro disputa riflette un divario più grande: da un lato c’è la visione standard del mondo di Washington, incarnata da Scarborough ed alcune delle persone che egli cita; dall’altra parte, abbiamo una grande varietà di economisti, dichiarati liberali come Krugman, ma anche gli analisti non particolarmente ideologici di luoghi come la Federal Reserve, grandi banche economiche, e varie imprese di previsioni di affari, che in genere considerano saggio ridurre il deficit nel tempo, ma vedono anche grossi rischi per l’economia se il tentativo viene effettuato troppo rapidamente, e non troppe ragioni per temere un’imminente crisi del debito.
Questi mondi sembrano parlare uno accanto all’altro, e per un motivo in particolare. Nelle conversazioni di Washington, c’è un’avversione generalizzata ai deficit. Si tratta di una avversione con una dimensione quasi morale. In realtà, a volte la dimensione morale è esplicita: Mitt Romney spesso ha definito i deficit una "crisi morale".
Ma per gli economisti, i deficit sono semplicemente la differenza tra le entrate e le spese. Un deficit di grandi dimensioni potrebbe essere una buona cosa se va verso un investimento produttivo. Un deficit di piccole dimensioni può essere una cosa negativa, se l’economia ha bisogno di più supporto. Quindi, se siete preoccupati per i deficit, è necessario spiegare il perché.
Deficit e debiti: problema urgente o no?
Quindi, ecco una guida sul perché la folla degli economisti non è così nervosa per i deficit e il debito come lo è invece la "punditocracy" di Washington (termine utilizzato per definire, quasi sempre in tono ironico, un gruppo di esperti e commentatori con eccessiva influenza sull’opinione pubblica, n.d.r.). A beneficio degli esponenti di Washington, che trovano completamente assurdi gli argomenti secondo cui i deficit non rappresentano un pericolo imminente, esamineremo alcuni dei motivi più plausibili sul perché la riduzione del disavanzo è invece urgente.
Prima di tutto, guardare i livelli di debito in "numeri grezzi" non ci dice molto. Potrei dirvi un numero gigante che devo pagare per il mutuo, ma non si può davvero capire se questo rappresenta per me un grosso debito o no a meno che non vi dico anche il mio reddito (e, meglio ancora, se le mie prospettive per i prossimi anni per quel reddito sono in aumento o in diminuzione). Così è per il governo degli Stati Uniti. Il deficit dello scorso anno di 1.100 miliardi dollari può essere un sacco di soldi, ma ricordate che l’economia statunitense è cresciuta nel 2012, quindi questo ha rappresentato un calo come percentuale del PIL, al 7,3% dal 8,7% nel 2011. Il totale del debito pubblico degli Stati Uniti detenuto dal pubblico è pari al 73% del PIL, che è effettivamente superiore a quello che è stato sin dal periodo successivo alla seconda guerra mondiale.
Ma i deficit annuali sono sulla buona strada per diminuire nei prossimi anni, a causa di un miglioramento dell’economia; quindi, sembra che se l’economia crescerà in modo costante e non ci sarà più alcuna necessità di una stretta fiscale, il debito in rapporto al PIL dovrebbe aumentare di alcuni punti percentuali nel corso del prossimo decennio.
Ma aspettate un attimo. Avere un debito tre quarti della capacità economica della nazione è troppo alto; è pericoloso; temerario. Eppure non esiste un numero automatico che innesca una zona di pericolo quando gli indici di indebitamento sono troppo alti. Il Giappone ha un debito in rapporto al PIL di circa il 200%. L’Italia è intorno al 120%. Eppure, il Giappone può prendere in prestito in modo semplice e l’Italia non può.
E vi è il rischio reale che gli sforzi per ridurre il deficit potrebbero essere addirittura controproducenti nel processo di riduzione del peso del debito. La Gran Bretagna ha messo in atto misure di riduzione del disavanzo per gli ultimi tre anni, e anche se è riuscita a ridurre il deficit, la sua economia è stata stagnante e di conseguenza, il suo debito in rapporto al PIL è aumentato! Quindi, se vedete grandi disavanzi e il debito come una minaccia grave e imminente per gli Stati Uniti, bisognerà sostenerne la causa economica.
Ecco qualche opzione.
Gestione del rischio
Non so davvero cosa ci riserva il futuro e se i nostri livelli di indebitamento rimarranno in migliaia di miliardi, si potrà avere meno capacità di far fronte agli imprevisti inattesi. Supponiamo che ci sia una nuova recessione nei prossimi anni in un momento di ripresa già debole, che potrebbe spingere fuori dai binari il processo di riduzione del deficit della nazione. E se ci fosse un’altra guerra? Che cosa succederebbe se il cambiamento climatico avvenisse così rapidamente e severamente che la nazione dovrebbe iniziare a investire centinaia di miliardi di dollari per proteggere la Florida dal mare?
Il futuro non si può sapere, e quando ci sono alti livelli di indebitamento, anche se la spesa per interessi è apparentemente gestibile, potrebbe comunque distruggere la capacità futura di un governo di rispondere con decisione alle sfide del futuro. Questo, per ironia della sorte, è uno dei migliori argomenti contro i tagli fiscali, le guerre non finanziate e l’espansione di Medicare durante il primo mandato di George W. Bush. Ciò ha reso i deficit del periodo successivo alle due guerre e la crisi finanziaria molto peggiore di quanto sarebbero stati se il sistema fiscale pre-2011 e la spesa sanitaria fossero rimaste al loro posto.
Sicurezza nazionale
Questa è una variazione sul caso di gestione del rischio. Certo, il debito americano e i deficit ora sono gestibili. Ma ci lasciano comunque vulnerabili. Gli stranieri possiedono quasi la metà del debito pubblico degli Stati Uniti in circolazione, più significativamente la Cina e il Giappone. Che cosa succederebbe se la Cina dovesse scaricare i suoi legami, magari come ostile gesto politico? Questo sembra essere quello che Mike Mullen intende quando dice che "La minaccia più significativa per la nostra sicurezza nazionale è il nostro debito". Potremmo mai combattere una guerra che la Cina non vuole che noi combattiamo in un momento in cui loro sono tra i principali acquirenti dei buoni del Tesoro?
Una cosa importante da tenere a mente, però, è che in un momento di instabilità geopolitica, il risultato più probabile è che le obbligazioni del Tesoro salgano di valore e che i tassi di interesse precipitano. Anche con un grande debito nazionale, quando il mondo sembra spaventoso e pericoloso, gli investitori di solito si rifugiano nella sicurezza dei titoli del Tesoro. Sembra difficile capire perché ciò dovrebbe cambiare in qualche epoca futura di minacce geopolitiche. Questa è una buona cosa: quando il governo degli Stati Uniti ha più bisogno di soldi per combattere una guerra, gli investitori sembrano più inclini a prestarle il denaro a condizioni favorevoli.
La generazione dei baby-boom va in pensione
Quando la generazione post-II guerra mondiale andrà in pensione, metterà a dura prova le finanze del governo federale. I costi dei diritti, principalmente Social Security e Medicare, per questa generazione sarebbero più facili da gestire se i disavanzi fossero più bassi. Ma ci sono due punti deboli in questo argomento.
- In primo luogo, il fatto è che i costi sono gestibili oggi, e gli argomenti secondo cui dovremmo preventivamente adeguare le finanze dei programmi per soddisfare le proiezioni delle sfide del futuro hanno una strana circolarità: "Dobbiamo tagliare diritti, perché altrimenti nel futuro potrebbe essere necessario tagliare i diritti".
- In secondo luogo, la principale fonte del problema sono i costi dell’assistenza sanitaria che sono costantemente aumentati molto più velocemente dell’economia. Il problema fiscale più a lungo termine che la nazione deve affrontare è, prevalentemente, il problema dell’assistenza sanitaria. Se siamo in grado di rendere l’assistenza sanitaria per gli anziani più accessibile, allora le finanze di Medicare andranno bene. In caso contrario, saranno del tutto impossibili, e il programma dovrà essere ridotto drasticamente.
Crisi fiscale stile Grecia/bolla obbligazionaria/scoppio inflazione
Una paura persistente è che gli investitori ad un certo punto decidano che le finanze del governo degli Stati Uniti sono un disastro e/o l’inflazione diventa a rischio di andare fuori controllo, e che rigetti i buoni del tesoro americani. Ciò potrebbe causare un picco dei tassi di interesse. Il fatto è che non c’è nemmeno l’ombra di questo rischio nei mercati finanziari. Gli oneri finanziari del Tesoro sono straordinariamente bassi, come lo sono le aspettative del mercato dell’inflazione. Nei tradizionali modelli economici, l’inflazione può veramente prendere piede se e quando l’economia sta tornando vicino alla sua piena capacità economica, e se ciò accade, ciò implicherebbe anche un deficit di bilancio in rapida diminuzione.
Dopo gli ultimi anni dobbiamo certamente essere consapevoli del fatto che i mercati possono giudicare male il rischio, a volte in modo anche drammatico. Ma se i "falchi" dei deficit pensano che i mercati abbiano torto, devono identificare cosa esattamente c’è di sbagliato, e perché sono così certi di aver ragione.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Wonkblog |
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