Tasse universitarie abolite per le famiglie con reddito Isee basso? Questa la proposta del governo: ecco chi potrebbe frequentare l’università gratuitamente.
Avete un reddito Isee basso? Potreste dire addio alle tasse universitarie. Renzi aveva già anticipato novità in arrivo riguardo le agevolazioni per gli studenti, ed ecco svelata la proposta allo studio del governo. L’idea di non far pagare le tasse alle famiglie meno abbienti ha lo scopo di fermare il calo di iscritti all’università, che ha costi eccessivi per molti studenti.
Nonostante l’innalzamento delle soglie Isee e Ispe 2016 per le borse di studio, infatti, le tasse universitarie sono aumentate negli anni. Risultato: la platea di iscritti che oggi fanno fatica a proseguire gli studi resta ampia e gli atenei si stanno svuotando.
La no tax area di Renzi, valida per tutte le università italiane, impone un limite di Isee al di sotto del quale gli studenti potranno frequentare gratuitamente i corsi accademici. Oltre all’abolizione delle tasse per chi ha un reddito basso, il governo sta valutando anche la possibilità di introdurre detrazioni fiscali per i ceti medi.
Chi non dovrà pagare le tasse? Requisiti Isee
Qual è la soglia Isee al di sotto della quale non si dovranno pagare le tasse universitarie? Attualmente si sta ragionando su un Isee compreso tra i 13mila e i 15mila euro. Ricordiamo che nel calcolo dell’Isee confluiscono non solo il reddito del nucleo familiare dello studente, ma anche le case, i terreni, gli investimenti e i liquidi depositati in banca.
Al momento si tratta solo di ipotesi e, perché l’idea dell’università gratis per chi ha un reddito inferiore ai 13mila euro si concretizzi, il governo dovrà decidere quante risorse investire per compensare le minori tasse destinate agli atenei. È probabile, infatti, che un’università che ospita molti studenti con Isee sotto i 15mila a fine anno non riesca far quadrare i conti. Per questo motivo servirebbe un contributo aggiuntivo dello Stato per ogni studente iscritto.
L’esenzione sarà legata al profitto accademico
Un altro requisito per poter usufruire del bonus è il buon profitto accademico. Lo studente dovrà aver superato un numero minimo di esami o possedere un minimo di crediti formativi e non potrà assolutamente permettersi di andare fuori corso.
Da ciò si evince che le tasse resterebbero sospese per le matricole fino alla fine del primo anno di corso, dopodiché verranno presi in esame i parametri necessari per non pagare.
Le regole non saranno uguali per tutte le facoltà e le formule con cui si stabilirà il profitto orientato al bonus saranno valutate in base al peso di ogni singolo corso.
Detrazioni tasse per soglie Isee più alte
Un’altra misura che potrebbe rientrare nel pacchetto sul tavolo di palazzo Chigi sarebbe la possibilità di scaricare dalle tasse una parte della retta. Quest’agevolazione sarebbe rivolta per chi ha un reddito superiore ai 15mila euro e che quindi dovrà continuare a versare i contributi.
Anche questa proposta ha l’obiettivo di frenare il calo di iscritti che sta colpendo le nostre università da dieci anni a questa parte.
I numeri vengono riportati dal Corriere della Sera:
“nel 2004, dopo l’esame di maturità, si iscrivevano all’università tre ragazzi su quattro. Oggi siamo scesi a due su quattro. Una piccola inversione di tendenza c’è stata nell’ultimo anno accademico, il 2015-2016, con un aumento delle matricole del 2% che però non ha annullato il crollo cominciato all’inizio del secolo”.
Questo crollo di iscritti non dipende, però, solo dalle tasse, ma anche dalla crisi e dalla convinzione che studiare sia inutile visto che tanto il lavoro non si trova.
La no tax area per le università verrà discussa in Aula il 23 maggio, quasi in concomitanza con il primo turno del voto per i sindaci di Roma, Milano e Napoli. Anche stavolta potrebbe non trattarsi di pura casualità…
© RIPRODUZIONE RISERVATA
