Ultime notizie pensioni: Damiano sottolinea l’importanza dell’approvazione dei decreti attuativi, e punta a rendere strutturale l’Ape sociale.
L’approvazione dei decreti attuativi da parte del Governo ha reso effettive l’Ape sociale e la Quota 41, misure introdotte con la scorsa Legge di Stabilità.
Un passo importante che consentirà a tutti i lavoratori in possesso dei requisiti di poter andare in pensione anticipata a partire da quest’anno.
Soddisfatto dell’epilogo della riforma delle pensioni, dopo mesi di incertezze e di attese, si è detto Cesare Damiano, ex Ministro del Lavoro e attualmente Presidente della Commissione Lavoro della Camera.
Ideatore della Quota 41 per i lavoratori precoci, seppur pensata originariamente in maniera diversa ossia rivolta a tutti gli appartenenti alla categoria, Damiano ha sottolineato l’importanza dell’entrata in vigore di una misura come l’Ape sociale, che consentirà a molti lavoratori in difficoltà di poter andare in pensione anticipata a partire dai 63 anni.
Non solo. Damiano ha infatti ribadito come sia fondamentale ora per il Governo pensare di rendere strutturale l’Ape sociale, misura che attualmente è prevista in forma sperimentale fino al 2018.
Ultime notizie pensioni: Damiano soddisfatto per Ape sociale, ora tocca all’Ape volontaria
E’ un Damiano soddisfatto quello che commenta le ultime notizie sulle pensioni e, in particolar modo, l’approvazione dei decreti attuativi sull’Ape sociale e la Quota 41, il cui ritardo ha rischiato di far slittare l’entrata in vigore delle misure.
“Adesso decine di migliaia di lavoratori potranno accedere all’età pensionabile a partire dai 63 anni. Questa misura va nella giusta direzione e andrà resa strutturale, superando la prevista sperimentazione in vigore soltanto fino al 2018”
ha ribadito il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, che ha poi sottolineato come manchino ancora all’appello altre misure contenute nel verbale di accordo stipulato da Cgil, Cisl, Uil e Governo lo scorso settembre, che consentirebbero una maggiore flessibilità in uscita favorendo il ricambio generazionale tanto auspicato. Il riferimento va soprattutto all’Ape volontaria, la forma di pensione anticipata sponsorizzata dal Governo Renzi, per la quale attualmente non esiste ancora il relativo decreto attuativo.
Ultime notizie pensioni: Damiano, ora bisogna pensare ai giovani
E se la vicenda della riforma delle pensioni sembra essere arrivata al suo epilogo, restano tuttavia molte altre situazioni da affrontare come le pensioni delle donne e dei giovani.
Proprio su quest’ultimo tema pone l’accento Damiano sottolineando come ci sia
"un meccanismo infernale e assurdo per gli assegni calcolati con il metodo contributivo puro che penalizza i giovani".
Tutti coloro che hanno iniziato a versare contributi a partire dal 1° gennaio 1996, infatti, secondo quanto previsto dalla Legge Fornero, potranno ritirarsi all’età della vecchiaia solo qualora il reddito pensionistico sia superiore ad un determinato importo soglia.
"La prima uscita è dai 63 anni con almeno 20 anni di contributi effettivi ma per usufruire di questa opzione, l’assegno pensionistico deve essere almeno 2,8 volte l’assegno sociale, cioè circa 1.300 euro lordi. Cifra difficile da raggiungere per molti giovani, che entrano tardi nel mondo del lavoro e, poi, restano a lungo precari e sotto pagati. La mia generazione a 40 anni aveva già accumulato 20-25 anni di contributi, le nuove generazioni in molti casi ne hanno 5 o 10. Lavoratori poveri che saranno pensionati poveri»
ha commentato Damiano. Che ha aggiunto:
«Il secondo scalino arriva all’età di vecchiaia vigente in quel momento (circa 68 anni), ma bisognerà avere un assegno almeno pari a 1,5 volte l’assegno sociale, cioè circa 670 euro al mese altrimenti si viene catapultati ancora avanti, a 70 anni. Un meccanismo infernale e assurdo. Per questo, con l’onorevole Gnecchi, abbiamo proposto di abbassare a 1,5 volte il primo paletto ed eliminare il secondo e di introdurre un zoccolo di base per gli assegni dei giovani che, come noto, con il passaggio al contributivo hanno perso l’integrazione al trattamento minimo."
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