UE divisa: la Tobin Tax europea slitta di almeno sei mesi. Ecco tutte le novità

Marta Panicucci

26/06/2013

UE divisa: la Tobin Tax europea slitta di almeno sei mesi. Ecco tutte le novità

Secondo i piani sarebbe dovuta entrare in vigore il primo gennaio del 2014, ma la Tobin Tax molto probabilmente non debutterà il primo giorno del nuovo anno. Slitta così l’entrata in vigore della versione europea della tassa sulle transazione finanziaria già adottata a livello nazionale da diversi paesi, Italia compresa, che ha salutato la nuova il tassa a marzo di quest’anno.

L’Ue si trova in disaccordo su molti aspetti che riguardano la Tobin Tax e per questo sul sito della commissione si legge che la tassa dovrebbe entrare in vigore a metà 2014. Entro il 2013 i paesi membri dovranno sciogliere gli ultimi nodi su cui si sta discutendo e fare in modo che nei primi mesi del nuovo anno le amministrazioni nazionali possano recepire la nuova regolamentazione.

Il rinvio segna un punto a favore degli scettici della Tobin Tax, Gran Bretagna, Svezia e ovviamente l’industria finanziaria in generale.

Tobin tax europea

L’Ue ha difficoltà a trovare un accordo circa la struttura della tassa, il suo peso e la destinazione finale dei proventi. La Commissione europea ha proposto due aliquote: dello 0,1% sulle azioni e sulle obbligazioni, e dello 0,01% sui derivati. Il gettito proveniente dalla Tobin Tax dovrebbe essere di circa 35 miliardi di euro. Da usare come? Alcuni paesi rispondono che le risorse provenienti dalla tassa devono rimanere nei bilanci nazionali, secondo altri deve vincere il sentimento comunitario e questi 35 miliardi devono confluire nel bilancio europeo.

Questa proposta in teoria piace perché i paesi membri sono ben disposti all’idea di far pagare anche alle banche il peso della crisi. Ma alcuni governi avanzano delle perplessità: l’Italia è contraria all’applicazione della Tobin Tax alle obbligazioni pubbliche per paura che questo spaventi investitori stranieri, altri Stati si preoccupano che le operazioni pronti contro termine siano soggette alla tassa.

La stessa banca centrale europea è entrata nella discussione sulla Tobin Tax:

È previsto che l’istituto monetario partecipi alle discussioni e contribuisca eventuali soluzioni. Il rischio di un rinvio dell’entrata in vigore è nell’ordine delle cose.

spiega un esponente comunitario. Intanto la commissione di Semeta che si occupa della Tobin Tax ha aggiornato le informazione sul suo sito, prevedendo l’entrata in vigore della tassa:

intorno alla metà del 2014 purché ci sia accordo prima della fine del 2013 e ci sia una sua rapida adozione nelle legislazioni nazionali dei paesi partecipanti

Perplessità dei Paesi membri

La cooperazione tra gli stati per cercare di superare i "no" di Gran Bretagna e Svezia sembra più difficoltosa del previsto. La commissione ha precisato che il rinvio non è dovuto a cause di natura politica, ma solo dalla constatazione che le trattative sull’impianto dell’imposta sulle transazioni finanziarie saranno più lunghe delle aspettative.

Oltre ai veri e propri "no" alla Tobin tax altri Stati avanzano della perplessità: il ministro delle Finanze tedesco del Baden-Württemberg Nils Schmid, si preoccupa dei rischi di pesare troppo sui bilanci bancari. Il portavoce del ministero federale delle Finanze, Martin Kotthaus, già a fine maggio aveva espresso dubbi sull’entrata in vigore della Tobin Tax il primo gennaio del 2014. Alcuni osservatori esterni non possono far a meno di notare che la discussione sulla Tobin Tax va di pari passo con la campagna elettorale per le prossime elezioni tedesche. La commissione a Bruxelles spera che dopo il voto di settembre si possa sbloccare la situazione.

Le trattative continuano tenendo in equilibrio due tendenza contrapposte: da una parte tutti gli stati vogliono che le banche siano chiamate a collaborare per l’uscita dalla crisi, dall’altra sono preoccupati che la Tobin Tax abbia un effetto negativo sul alcuni strumenti finanziari chiave come le obbligazioni pubbliche. Da Bruxelles spiegano che:

due sono le opzioni in questo frangente. Escludere le attività finanziarie più delicate o ridurre le aliquote. Forse il compromesso potrà essere trovato seguendo ambedue le strade

Argomenti

# Italia

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it