Il FMI approva un bailout da 17 miliardi in cambio di riforme e austerità. La solita ricetta mentre si avvicina il referendum di Donetsk. Cosa succederà?
Il Fondo Monetario Internazionale ha varato un piano di salvataggio per sostenere l’Ucraina, una Nazione distrutta dall’incertezza politica e minacciata dallo strapotere russo che rischia di distruggerla. Il programma biennale si basa su un prestito pari a 17 miliardi di dollari, la cui prima rata verrà erogata nei prossimi giorni.
I conti ucraini
Nell’anno in corso l’Ucraina dovrebbe ripagare debiti superiori a 8 miliardi di dollari. A questi si aggiungono i soldi dovuti dalle aziende di Stato, prima fra tutte Naftogaz che deve ripagare alla russa Gazprom 3,5 miliardi di dollari di arretrati.
Le entrate, per il 2014, dovrebbero essere invece di 9 miliardi di dollari, derivanti dagli aiuti internazionali così distribuiti:
- 3 mld da FMI,
- 2,7 mld dall’Unione Europea,
- 1 mld dalla Banca Mondiale
- 1 mld dagli Usa.
Il bailout
Il FMI ha approvato un bailout da 17 miliardi di dollari a patto che l’Ucraina rispetti i soliti requisiti imposti e di cui le altre Nazioni europee sono esperte: austerità e riforme. Imposizioni che si tramuteranno in aumenti della tassazione, blocco del salario minimo e dei sussidi riguardanti l’energia.
Se gli accordi non verranno rispettati, si rischierà il disastro economico.
I soldi erogati dal FMI serviranno a coprire un deficit pari all’8,5% del PIL 2014 e al 6,1% del PIL 2015.
Inoltre il denaro della prima tranche, che arriverà tra il 5 e l’8 maggio, verrà destinato a ripagare il gas di Gazprom. Kiev pagherà alla società russa 2,2 miliardi di dollari.
Senza contare che lo scorso mese Gazprom ha alzato il prezzo del gas da 268,5 a 485 dollari per mille metri cubici a causa delle tensioni sempre più alte tra i due paesi.
Politica e referendum
Continua nel frattempo l’incertezza politica. Tra occupazioni, rapimenti e conflitti, lo scenario comincia a somigliare sempre più ad una vera e propria guerra. Kiev ha deciso di concentrare i propri sforzi sulle regioni a rischio, ma dopo la Crimea, anche Donetsk sembra persa.
I separatisti filorussi hanno già proclamato la “Repubblica di Donetsk” e indetto un referendum indipendentista per il prossimo 11 maggio.
Una Nazione allo sbando che rischia dunque di perdere un altro pezzo importante. E a pagarne il prezzo stavolta potrebbe non essere solo l’Ucraina…
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