L’economia statunitense è cresciuta ad un tasso annuale del 2.5% nel primo trimestre del 2013. Deludono i numeri sulla crescita USA, evidentemente colpiti dai tagli alla spesa.
PIL USA: la composizione
I tagli alla difesa abbattono una percentuale pari allo 0.6% del totale, a seguito di un calo simile nel trimestre precedente: segno evidente che i tagli imposti dal "sequester" stanno battendo l’economia al ribasso.
A sostenere la crescita sono diversi settori:
- i consumi, che rappresentano il 2.2% del totale;
- gli investimenti aziendali (0.5%);
- il settore immobiliare (0.3%);
- gli inventari (1.0%).
A spingere al ribasso la crescita, invece:
- la rete di commerci (0.5%);
- spese di governo (0.8%)
I dati sulle vendite agli acquirenti nazionali, uno dei migliori indicatori della domanda nell’economia, è aumentato per un modesto 1.9%, rispetto al 1.5% del quarto trimestre 2012.
Il colpevole? È il sequester
I dati suggeriscono che la stretta sulle spese governative potrebbe avere conseguenze sull’economia ben peggiori di quelle previste, mantenendo il gigante a stelle e strisce in un pattern produttivo di continua, ma mediocre crescita, nonostante il miglioramento registrato dal settore immobiliare.
I tagli conosciuti al mondo col nome di "sequester" sono iniziati nel mese di marzo, anche se diverse agenzie federali avevano iniziato a tagliare già prima.
Dalla Conference Board di New York, Kathy Bostjancic commenta così il dato sulla crescita USA:
"L’andamento della crescita economica negli Stati Uniti è cresciuto del 2.5% nel primo trimestre, spinto dall’accelerazione delle spese dei consumatori e la crescita degli inventari.
Ad ogni modo, i deludenti dati del mese di marzo sull’occupazione e sulle vendite al dettaglio supportano la nostra visione che una crescita moderata nel primo trimestre sia insostenibile perché dovuta ai tagli del sequester e agli effetti dell’aumento delle tasse sui salari."
Il gigante a passo lento
Gli analisti avevano previsto una crescita del 3%, una lettura fortemente attesa dopo il dato sull’ultimo periodo del 2012 che segnava uno 0.4%.
La prima release sul PIL USA (versione advance) sarà soggetta a diverse revisioni e si basa su stime preliminari. Ma questo primo trimestre rappresenta una guida povera alla direzione presa dall’economia USA, perché altri dati, come gli ordini per beni durevoli o le vendite al dettaglio di marzo segnano il rallentamento dell’economia più grande al mondo.
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