UNHCR: 500.000 profughi afghani pronti a partire. Rischio ondata in Italia?

Alessandro Cipolla

31 Agosto 2021 - 10:40

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Una stima dell’UNHCR parla di 500.000 profughi in partenza dall’Afghanistan nei prossimi quattro mesi: in Italia già ci sono i primi sbarchi, ma è tutta l’Europa a temere una forte ondata migratoria.

UNHCR: 500.000 profughi afghani pronti a partire. Rischio ondata in Italia?

I primi 15 profughi afghani sono arrivati in Italia nelle scorse ore a bordo di una barca a vela approdata a Leuca. Il loro viaggio della fortuna è iniziato un mese fa “siamo scappati dai Talebani, per favore non rimandateci indietro”.

Questo sbarco potrebbe essere solo l’inizio di una vera e propria fuga di massa dall’Afghanistan, con il recente Consiglio di Sicurezza dell’ONU che non ha trovato un accordo per istituire una safety zone a Kabul per continuare a evacuare i civili.

Con anche gli Stati Uniti che hanno terminato i loro voli chiudendo così dopo venti anni la loro disastrosa guerra in Afghanistan, resta così da capire quale sarà il futuro dei tanti civili ancora “intrappolati” nell’inferno aghano.

Secondo una stima fatta dall’UNHCR, l’Alto commissariato dell’ONU per i rifugiati, da qui alla fine dell’anno saranno circa 500.000 i profughi in partenza dall’Afghanistan: il rischio è quello di una nuova ondata migratoria che sarà gestita dalle organizzazioni criminali.

Fuga dall’Afghanistan

Dal primo settembre l’Afghanistan sarà un paese in mano totalmente ai Talebani, con il fondato rischio di una sanguinosa guerra civile visti i recenti attacchi terroristici a opera dell’Isis-K. In più l’OMS ha già apertamente parlato di una catastrofe umanitaria in atto, con cibo e medicinali che scarseggiano da tempo.

L’Occidente nei scorsi giorni ha ultimato l’evacuazione dei propri militari e dei civili collaborazionisti, con gli Stati Uniti che comunque sono intenzionati a continuare il loro ponte aereo per mettere in salvo altre persone.

La fumata nera durante il Consiglio di Sicurezza dell’ONU sulla questione della safety zone a Kabul , ha stoppato l’ipotesi della creazione di una zona cuscinetto per permettere a chi ha una autorizzazione da parte di un Paese straniero di lasciare l’Afghanistan.

Allo stato delle cose, da adesso in poi per chi scappa non rimane che l’ipotesi della fuga via terra, mettendosi in cammino per forza verso Ovest visto che il confine con il Pakistan è stato blindato.

Nuova ondata in Italia e in Europa?

Considerando la previsione fatta dall’UNHCR di 500.000 profughi afghani pronti a partire nei prossimi quattro mesi, la soluzione più probabile è che l’Europa decida di aprire il portafoglio sostenendo economicamente i Paesi confinanti nell’accoglienza dei migranti.

Si andrebbe così a ripetere quanto è stato fatto con la Turchia per i profughi siriani. La storia però ci insegna che non esistono confini invalicabili per chi è disperato, con molti profughi che così inevitabilmente finiranno nelle mani delle organizzazioni criminali.

In Grecia e Lituania già si stanno costruendo dei muri, con i Paesi di Visegrad che hanno fatto subito capire di non essere disposti ad accogliere i profughi provenienti dall’Afghanistan.

Ancora una volta di conseguenza i viaggi della speranza via mare potrebbero rappresentare l’unica soluzione, con l’Italia approdo naturale come già è successo a Leuca.

Con l’ONU paralizzato dai soliti veti incrociati, stessa musica potrebbe essere suonata nel G20 allargato, l’Europa presto potrebbe vivere una nuova ondata migratoria: nonostante la coscienza sporca, le logiche politiche potrebbero avere il sopravvento su quelle umanitarie, con i migranti lasciati ancora una volta nelle mani dei trafficanti di essere umani.

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