Momento difficile per la lira turca, che paga la decisione della propria banca centrale di non alzare i tassi per il decimo mese consecutivo
La banca centrale della Turchia ha deciso di non aumentare i tassi di interesse, confermandoli al 7,5% per il decimo mese consecutivo. Deluse le attese degli analisti finanziari, che stimavano un incremento di un quarto di punto dopo l’avvio della stretta sui tassi negli Usa da parte della FED. L’istituto monetario di Ankara ha poi mantenuto invariati anche i tassi sui depositi e sui prestiti, rispettivamente al 7,25% e al 10,75%. La decisione sul costo del denaro più accomodante del previsto deriva dalla volontà della banca centrale turca di non creare ostacoli alla ripresa economica, che con tassi troppo alti rischierebbe una pericolosa frenata.
Per quanto riguarda il mercato dei cambi, però, la scelta di non alzare i tassi ha influito negativamente sull’andamento della lira turca, che si è deprezzata con decisione sia nei confronti del dollaro americano sia dell’euro. Il tasso di cambio USD/TRY si è allontanato bruscamente dai supporti di breve periodo di area 2,90, spingendosi fino a 2,95. Ora la soglia psicologica di quota 3 appare nettamente alla portata dei “buy”, che dai bottom di 2,75 del 2 novembre scorso hanno già fatto registrare un significativo guadagno.
Gli specialisti del mercato valutario ritengono che il cambio USD/TRY possa tornare a scalfire la resistenza di area 3,07, ovvero il massimo più alto di tutti i tempi toccato a fine settembre scorso. Negli ultimi tre anni la lira turca si è svalutata di oltre il 60% nei confronti del biglietto verde, ma non se la passa molto meglio anche se confrontata con la moneta unica. Nello stesso arco temporale il cross EUR/TRY si è rivalutato quasi del 40% e attualmente quota ben al di sopra di 3,20. A metà settembre scorso il cambio Euro/Lira si era spinto fino a quasi 3,48, ovvero l’attuale massimo storico.
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