Tra due giorni in Turchia si andrà al voto. Il partito di Erdogan potrebbe essere sfiduciato, dopo le recenti polemiche. Sul forex bene la lira
Domenica si svolgeranno le elezioni amministrative in Turchia e già cresce l’attesa tra la popolazione, che negli ultimi mesi è scesa in piazza per protestare contro le politiche del governo attualmente in carica e guidato dal premier Recep Tayyip Erdogan. Da quando sono scoppiate le proteste di piazza Taksim a Istanbul per il Gezi Park, nel maggio dello scorso anno, la tensione politica nel paese è cresciuta a dismisura provocando un significativo calo del mercato finanziario turco.
Oltre al crollo della borsa di Ankara e al boom dei tassi sui bond governativi locali, si è assistito a un peggioramento delle finanze pubbliche e al crollo della lira turca, che è scesa sui minimi storici contro euro, dollaro e sterlina sul finire di gennaio scorso. Le elezioni di domenica saranno un banco di prova fondamentale per il partito di Erdogan, dopo che lo scorso 17 dicembre la stabilità dell’esecutivo è stata già messa a dura prova dallo scandalo legato alla corruzione di numerosi ministri e che poi ha provocato un maxi-rimpasto nel governo.
Erdogan ha già annunciato che lascerà la politica se ci sarà il voto di sfiducia da parte dei cittadini turchi. Nel frattempo la volatilità sulla moneta locale potrebbe crescere sempre di più. Intanto, però, la lira turca si sta rafforzando sul forex. Il tasso di cambio EUR/TRY è sceso fin sotto quota 3, ai minimi da quattro settimane. Giù anche il cambio USD/TRY, che è sceso sotto quota 2,18.
Tuttavia non è solo il “rally elettorale” ad aver risollevato le sorti della lira. Dieci giorni fa sono stati pubblicati i verbali dell’ultimo meeting della banca centrale turca, dai quali è emersa la volontà di agire nelle prossime settimane per fronteggiare l’inflazione attesa in forte aumento e il possibile rallentamento dell’economia domestica. Le autorità monetarie turche potrebbe utilizzare misure non convenzionali, anche se appare probabile un nuovo aumento dei tassi dall’attuale livello del 12% al 14% entro fine anno.
Nel frattempo, però, Moody’s ha ricordato che la Turchia deve far fronte a un significativo incremento del rischio-paese. Inoltre, il deficit delle partite correnti resta elevato e i costi di finanziamento per il governo sono attesi in aumento nei prossimi mesi. Infine non è di poco conto il rischio derivante delle forti passività sul forex della banca centrale turca e dal notevole calo delle riserve in valuta estera. Per la lira turca sono attesi giorni ad alta tensione sui mercati internazionali.
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