Usa: Trump a tutto campo con i soldi per il muro che potrebbero arrivare dallo stop ai finanziamenti alle città che ospitano irregolari. Intanto addio al piano ambientale di Obama.
Usa: Donald Trump si appresta a mantenere fede alle promesse elettorali con la sua amministrazione che avrebbe chiesto 1 miliardo di dollari per iniziare la costruzione del famigerato muro sul confine messicano, mentre dal punto di vista ambientale le misure prese da Obama negli ultimi anni stanno per essere smantellate.
Si può dire di tutto a riguardo di Donald Trump tranne che non sia un politico di parola. A pochi mesi dal suo insediamento alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti si appresta a realizzare alcuni dei suoi cavalli di battaglia elettorali.
L’amministrazione Trump infatti avrebbe fatto richiesta di 1 miliardo di dollari per iniziare la costruzione del muro per impedire l’arrivo nel suolo americano di persone provenienti dal Messico. Al tempo stesso, si starebbe pensando anche ad uno stop ai finanziamenti per le città che accolgono gli irregolari.
Questione di ore invece per la firma del presidente Trump sull’abolizione di almeno sei misure prese dal suo predecessore Barack Obama in tema ambientale, con le novità maggiori che andranno a riguardare soprattutto l’industria del carbone.
Usa: ecco i soldi per il muro di Trump
Dopo mesi di proclami e di polemiche, l’amministrazione Trump compie il primo passo verso la costruzione del muro sul confine messicano. Secondo la Cnn, il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale avrebbe fatto richiesta di 1 miliardo di dollari per l’avvio dei lavori.
Nello specifico, si tratterà di circa 77 chilometri di nuove costruzioni da realizzare, oltre a riparazioni su installazioni già esistenti dislocate per circa 22 chilometri. In totale quindi saranno quasi 100 i chilometri interessati, mentre per il 2018 si parla già di altri 2,8 miliardi di dollari pronti per continuare nella costruzione del muro.
Parte di questi soldi necessari per i lavori, Donald Trump vorrebbe poterli ricavare dallo stop ai finanziamenti a quelle città americane che ospitano illegalmente i clandestini. La misura in questione riguarderebbe soprattutto le grandi città.
Alcuni Stati e grandi città americane come Los Angeles o New York riconoscono la residenza agli immigrati irregolari, permettendo così loro di non dover esser espulsi dal paese e anche di poter accedere ad alcune misure previdenziali.
Una politica questa che cozza con la volontà di Trump di espellere gli irregolari, ma i sindaci delle grandi città sono già sul piede di guerra se veramente si dovessero concretizzare i tagli ai fondi paventati.
Trump spazza via il piano ambientale di Obama
Se per gli immigrati irregolari negli Stati Uniti si prevedono tempi duri, non dovrebbe essere migliore la situazione per quanto riguarda l’ambiente visto gli imminenti provvedimenti che Donald Trump si appresta a firmare.
Sempre in campagna elettorale, Trump più volte aveva ribadito che l’industria americana fosse in crisi anche per colpa delle restrizioni ambientali volute da Obama, che avrebbero penalizzato soprattutto il settore dell’industria del carbone provocando anche una emorragia lavorativa.
Ecco dunque che tutto è pronto per l’abolizione di almeno sei decreti voluti espressamente da Barack Obama sul tema ambientale. In particolare ci sarebbe lo stop al limite di emissioni di gas serra da parte delle centrali a carbone, che vedrebbero superare anche la moratoria sulla costruzione di nuovi impianti.
La strategia di Trump è chiara: superare i vincoli ambientali che limitano l’azione delle industrie per rilanciare il settore e, di conseguenza, anche l’impatto lavorativo che ne potrebbe conseguire.
Quanto alle conseguenze ambientali, Trump ha dichiarato che l’Epa dovrebbe concentrarsi soprattutto sull’acqua limpida e l’aria pulita. Tutto da vedere quindi come si comporterà il presidente degli Usa quando si dovranno ratificare i vari accordi internazionali sulle emissioni, ma se le premesse sono queste è molto difficile che si possa giungere a un accordo sul tema.
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