Trovare lavoro: fare un master è la scelta giusta?

Sara Nicosia

27 Settembre 2019 - 12:18

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Trovare lavoro dopo la laurea non sempre è immediato, con un master si potrebbero però allargare le proprie possibilità. Ma perché scegliere di fare un master?

Trovare lavoro: fare un master è la scelta giusta?

Trovare lavoro dopo la laurea o specializzarsi ancora? Questa la domanda che tormenta molti dei giovani studenti che al termine del percorso universitario non sanno se iniziare la tortuosa ricerca di un lavoro, possibilmente in linea con quanto studiato, o se spendere ancora qualche mese nella propria formazione, scegliendo magari di iscriversi ad un master.

Partiamo dal principio. Il master è un percorso post laurea che permette di specializzarsi e aumentare le proprie conoscenze nei confronti un settore e/o materia affine o complementare a quanto studiato. Lo scopo del master, in altre parole, è fornire strumenti e competenze spendibili nel mondo del lavoro.

Certo il master, nella quasi totalità dei casi, assicura uno stage in azienda a oltre la metà degli studenti, e il tasso di occupazione a un anno dal titolo si aggira intorno all’82%; attenzione però, questo non significa che si tratti di un ufficio di collocamento. L’ingresso nel mondo del lavoro non vi è dovuto solo per aver partecipato a uno dei master in circolazione.

Sicuramente si tratta di un biglietto da visita ben accolto dalle aziende in grado di dare qualche possibilità in più di spiccare tra il mucchio in fase di selezione per un posto di lavoro. Ma perché scegliere un master? Vediamo insieme le possibilità.

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Trovare lavoro, master o non master?

Il mercato del lavoro è competitivo, e cercare di emergere tra i tanti candidati quando ci si offre per un posto diventa esso stesso un lavoro, e non poco stressante. Il master potrebbe essere quel qualcosa in più che permette la scalata ma in Italia sono ancora pochi i ragazzi che decidono per questa strada.

Circa 36mila gli iscritti a un master di primo livello, ovvero quelli accessibili con una laurea triennale e superiore, i 16mila i ragazzi che intraprendono un master di secondo livello che, come si intuisce, richiede il titolo magistrale. Numeri piccoli seppur in lieve crescita rispetto a due anni fa; circa un 20% in più.

Secondo i dati di Almalaurea lo scorso anno, 2018, poco più dell’8% dei ragazzi che ha conseguito una laurea triennale ha optato per un master di primo livello, preferendo nella maggior parte dei casi di proseguire con la magistrale. Eppure un master garantisce un tasso di occupazione più elevato, con contratti più stabili.

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Senza contare che, in linea generale, un master permette anche di accedere a stipendi più alti: 1.467 euro netti al mese con un master di primo livello contro i 1.210 della laurea triennale. Ma perchè allora rimane una strada poco battuta?

Diciamo che sono due gli scogli da superare, uno oggettivo e uno soggettivo. Partiamo dal primo che è rappresentato dai costi. Esistono moltissimi master nel nostro Paese e i costi possono variare da poche migliaia di euro per superare i diecimila euro.

I costi cambiano a seconda dell’ente e anche del corso, certo è che rimangono una spesa elevata che spesso porta a rinunciare in partenza. Senza contare che di solito solo un posto su cinque è coperto da una borsa di studio.

L’altro scoglio che porta a rinunciare, o magari nemmeno prendere in considerazione l’idea di partecipare a un master è il fattore voglia/tempo. In ragazzi dopo cinque anni di studio sono più propensi ad entrare nel mondo del lavoro alla ricerca della loro indipendenza e soddisfazione personale; fare un master può significare tardare ancora un pò sulla tabella di marcia, sebbene potrebbe anche aprire più porte.

A cosa serve fare un master

Lo sappiamo bene, la laurea magistrale rappresenta il naturale completamento del percorso triennale. Una specializzazione più ampia e specifica sulle tematiche che hanno costituito la base dei primi anni universitari. E il master? A cosa serve?

Il master permette di fare un focus su degli aspetti specifici nei confronti di tematiche, funzioni aziendali o settori. E soprattutto permette di combinare teoria e pratica, che tanto manca nelle università e che tanto è richiesto dalle aziende, attraverso l’attivazione di stage e project work.

Quando si sceglie un master bisogna controllare che avvii a un percorso di lavoro, fornendo un percorso professionalizzante e con la partecipazione delle aziende. Non bisogna insomma fermarsi al “nome” dell’ente, ma valutare programmi, faculty e partnership.

Il master è però anche un’opportunità per esplorare settori simili o paralleli a quanto affrontato durante il percorso universitario, specializzandosi magari su temi per cui in realtà non esiste una laurea, nemmeno specialistica. O semplicemente per rendere il proprio profilo il più completo possibile.

Come detto avere un master sul proprio curriculum fa fare un balzo in avanti nei processi di selezione in fase di colloquio. Inoltre, nella metà dei casi, coloro che hanno frequentato un master rimangono nell’azienda dove hanno svolto il tirocinio previsto. Certo nemmeno il master nell’immediato è in grado di garantire un posto sicuro.

Ma come abbiamo visto, garantisce un tasso di occupazione più alto, che spesso coincide con il passaggio dallo stage al contratto effettuato durante il corso. Lo stipendio è mediamente più alto e i contratti più improntati alla stabilità.

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