L’allarme della Cgia di Mestre: previsto un esborso di 366 euro a famiglia.
La telenovela sulla riforma della tassazione sulle abitazioni sembra non avere mai fine. Il nuovo capitolo di questa lunga storia si chiama Trise, un’imposta che comprenderà sia la Tasi (la nuova tassa sui cosiddetti "servizi indivisibili", che di fatto sostituisce l’Imu) e la Tari (una più classica tassa sui rifiuti che prenderà il posto della Tares).
Dietro questo accavallarsi di sigle, ciò che magari non salta subito all’occhio è che la Tasi, a differenza della tanto vituperata Imu, rischia di colpire anche gli inquilini. Come risultava dalla bozza della Legge di Stabilità, infatti, il presupposto impositivo è:
Il possesso, l’occupazione o la detenzione a qualsiasi titolo,
con la sola esclusione degli affittuari stagionali (fino a 6 mesi). Tuttavia, nel comunicato stampa diffuso ieri a mezzanotte da Palazzo Chigi sulla Legge di Stabilità si legge:
La tassa sui servizi indivisibili offerti dai comuni è calcolata sui metri quadrati o sul valore catastale ed è pagata dai proprietari.
Ma è la stessa agenzia di stampa ANSA ad insinuare:
Non è escluso che una piccola quota della tassa sui servizi, non superiore al 30%, rimanga a carico degli inquilini.
Esattamente come previsto dalla bozza già in circolazione.
TASI, i dubbi sulle aliquote
Inoltre, non è ancora chiaro di quali cifre stiamo parlando: la decisione finale spetterà infatti ai Comuni italiani, e per la tassazione sulla prima casa, a seconda delle interpretazioni, l’aliquota massima dovrebbe oscillare dall’1 al 7 per mille della rendita catastale rivalutata del 65%. Più pesante, invece, la situazione per le seconde case: lì si stima che l’aliquota potrà arrivare fino all’11,6 per mille. Ancora più dubbi, infine, sull’adozione della base imponibile dei metri quadrati.
CGIA Mestre, “La Trise peserà per 366 euro a famiglia”
Il problema, comunque, è che questa nuova “tassa rifiuti e servizi” peserà in media sulla prima casa nel 2014 per 366 euro a famiglia, quindi di più rispetto a quanto pagato mediamente del 2013 – grazie anche al “risparmio” dell’abolizione IMU sulla prima casa – e cioè 281 euro. Ad affermarlo è la Cgia di Mestre, sulla base di calcoli realizzati dal suo Ufficio studi prendendo in considerazione i parametri relativi alle diverse annualità.
Bortolussi (CGIA) “Con la Trise patrimoniale sugli inquilini”
Se fosse confermato l’impianto della Trise, così come abbiamo avuto modo di leggere nella bozza circolata in queste ore rischiamo di fare entrare dalla porta quello che abbiamo lanciato dalla finestra.
Ha affermato ieri il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, che spiega:
Insomma, dopo esserci liberati dell’Imu sulla prima casa, con la Trise corriamo il pericolo di ritrovarci una nuova patrimoniale che in questo caso colpirebbe, a differenza di due anni fa, anche gli inquilini.
L’analisi della CGIA
Nella sua analisi, fa sapere l’Associazione, ipotizzando un’aliquota all’1 per mille:
Su una abitazione di tipo civile (categoria A2), con una superficie di 114 metri quadrati (valore medio nazionale) e una rendita catastale di 625 euro, nel 2014 il proprietario dovrebbe versare 369 euro (264 euro di rifiuti più 105 euro di Tasi). Ovvero, 71 euro in più rispetto al 2013, ma 147 euro in meno di quanto pagato nel 2012.
Altrimenti, prendendo in considerazione un’abitazione di tipo economico (categoria A3):
Su una superficie di 80 metri quadrati e una rendita catastale di 423 euro, nel 2014 il proprietario potrebbe pagare 257 euro (186 di rifiuti e 71 euro di Tasi). Vale a dire 47 euro in più rispetto al 2013, e 35 euro in meno di quanto dovuto per il 2012.
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