Tredicesima 2022 in busta paga: a chi spetta, quando viene pagata e perché quest’anno è più alta

Simone Micocci

1 Dicembre 2022 - 15:42

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Tredicesima in busta paga in arrivo per milioni di lavoratori dipendenti. Non cambia la data di pagamento, mentre l’importo quest’anno sarà più alto (vi spieghiamo il perché).

Tredicesima 2022 in busta paga: a chi spetta, quando viene pagata e perché quest’anno è più alta

Dicembre è il mese della tredicesima: a riceverla quest’anno sono 33,9 milioni di persone, tra lavoratori dipendenti e pensionati. A quest’ultimi la tredicesima viene pagata i primi di dicembre, mentre per la generalità dei lavoratori dipendenti bisogna guardare a quanto stabilito dagli accordi collettivi.

Tredicesima che quest’anno sarà più alta, per merito dello sgravio contributivo al 2% che si applicherà anche sulla gratifica di fine anno.

E non è tutto, perché per alcuni lavoratori a dicembre ci sarà un altro “regalo”: non solo la tredicesima, conosciuta anche come gratifica natalizia, in quanto è proprio in questi giorni che per coloro che hanno uno stipendio lordo inferiore a 1.584 euro è in pagamento il bonus da 150 euro (esentasse).

Tuttavia, come spiegato dalla Cgia di Mestre, quest’anno la tredicesima mensilità dovrà fare i conti con l’inflazione, specialmente con il caro energia. Ragion per cui, si stima che su un totale di 47 miliardi di euro di tredicesime, 11,4 miliardi di euro, quindi circa il 25%, finiranno nelle casse dell’erario.

Ed è proprio a causa dell’aumento del costo della vita che mai come quest’anno la tredicesima è particolarmente attesa: vediamo dunque quando arriva, chi ne ha diritto e come funziona l’aumento grazie allo sgravio contributivo del 2%.

Cos’è?

In origine conosciuta con il nome di gratifica natalizia - visto che veniva corrisposta su libera scelta del datore di lavoro in occasione delle feste di Natale - la tredicesima è diventata obbligatoria il 5 agosto del 1937 per volontà del Governo fascista, ma solamente per i lavoratori del settore industriale. È stato poi il decreto n°1070 del 1960 a estenderlo erga omnes.

Non è altro che una mensilità extra della retribuzione mensile del lavoratore, uno stipendio in più con l’occasione dell’arrivo delle Feste di Natale. Tuttavia, il soldi compresi nella tredicesima mensilità sono tutt’altro che regalati. Questa tipologia di mensilità aggiuntiva - come anche la quattordicesima - viene definita una retribuzione differita.

L’importo della tredicesima infatti viene maturato ogni mese dal lavoratore, ma è consegnata dal datore di lavoro nel mese di dicembre.

Differenze con la quattordicesima

La caratteristica che distingue la tredicesima dalla quattordicesima mensilità è che la prima viene ricevuta dai dipendenti facenti parte di tutti i settori lavorativi previsti dalla legge, e non in dipendenza dal contratto collettivo di riferimento.

Quindi, mentre la quattordicesima è una misura contrattuale pagata dal datore di lavoro, la tredicesima ha carattere previdenziale e viene riconosciuta dall’INPS.

Quando viene pagata

La legge non prevede una data specifica entro la quale il dipendente deve ricevere la tredicesima mensilità, tuttavia molti dei termini che definiscono l’erogazione della tredicesima sono definiti dal contratto collettivo di riferimento.

Non vi è dunque una scadenza, ma una generica indicazione “in occasione delle festività natalizie”; solo alcune tipologie di contratto prevedono una scadenza precisa entro la quale va elargito il pagamento della tredicesima mensilità al dipendente, ad esempio il 20 dicembre.

Nello specifico, il Ccnl Commercio prevede, ad esempio, la consegna della tredicesima mensilità entro il 24 dicembre (Vigilia di Natale), altri invece prevedono la consegna anche entro il 15 dicembre.

Non tutti sanno, inoltre, che la legge prevede la stipula di accordi tra il datore di lavoro e il dipendente; quest’ultimo può richiedere un rateo della tredicesima mensilità, ovvero una parte della tredicesima frazionata per mese, all’interno della normale retribuzione ogni mese dell’anno.

Per i dipendenti pubblici sono indicate delle date precise per il pagamento della tredicesima. È l’allegato del testo del decreto legge n°350 del 25 settembre del 2001 a stabilire che per gli statali la tredicesima deve essere pagata insieme allo stipendio di dicembre, con le date che variano a seconda del ruolo.

Qui viene stabilito che per gli insegnanti - ma solo per quelli della scuola dell’infanzia e primaria - la tredicesima viene pagata il 14 dicembre, mentre per il personale amministrativo delle direzioni provinciali del Tesoro - con ruoli di spesa fissa - il giorno dopo, il 15 dicembre. Il 16 dicembre invece viene accreditato stipendio e tredicesima per il personale insegnante supplente e per tutti gli altri dipendenti statali.

Qualora uno dei giorni sopracitati coincida con un festivo, l’accredito della tredicesima verrà anticipato al giorno lavorativo precedente.

Tredicesima pagata ogni mese

Un altro metodo di pagamento previsto per la tredicesima mensilità è quello che di fatto è il preferito dalle aziende. Vi è, infatti, la possibilità di liquidare mensilmente la tredicesima - come pure la quattordicesima - la quale viene così parametrata per dodici mensilità.

Si tratta di una possibilità riservata alla contrattazione collettiva aziendale, con la quale viene stabilito che si possono definire delle diverse modalità per il pagamento della tredicesima a patto però che l’erogazione di questi trattamenti retributivi venga considerato un anticipo, ossia un trattamento di miglior favore per il dipendente.

Nel caso in cui tale possibilità non fosse prevista dalla contrattazione collettiva aziendale, ciò sarà possibile solamente qualora una tale richiesta arrivi dai singoli lavoratori occupati, o comunque si tratti di una previsione aziendale formalizzata all’atto dell’assunzione. Altra possibilità è quella per cui il pagamento mensile della tredicesima sia previsto da apposito regolamento interno.

Calcolo importo

Quanti soldi si ricevono con la tredicesima? Quanto spetta al lavoratore dalla gratifica natalizia? Non esiste un importo della tredicesima uguale per ogni dipendente poiché questa viene calcolata in base all’importo degli elementi fissi che compongono lo stipendio.

Come illustrato nella guida al calcolo della tredicesima, per ogni mese solare dell’anno con partenza da gennaio vi è la maturazione di un rateo della tredicesima, ovvero 1/12 dello stipendio mensile fisso e continuativo (dall’importo vengono esclusi gli importi legati a lavoro straordinario, compresi extra e bonus occasionali).

Quindi per calcolare l’importo della tredicesima di chi è stato assunto da meno di un anno, bisogna moltiplicare lo stipendio lordo per il numero di mesi in cui ha lavorato e dividere il risultato per dodici.

A chi spetta

La tredicesima spetta a tutti i lavoratori con contratto di lavoro subordinato, anche a colf e badanti. Per chi svolge un lavoro regolato dal contratto a chiamata, il rateo della tredicesima viene stabilito a livello orario.

La tredicesima invece non spetta a chi ha dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa, a meno che non sia stata riconosciuta da un accordo tra il datore di lavoro e il dipendente.

Come e quando matura

La tredicesima matura, ovvero viene accantonato il rateo mensile della tredicesima, anche durante il periodo di prova e alcuni periodi in cui non viene svolta l’attività lavorativa.

Per le condizioni di seguito elencate, che comportano un’assenza dal lavoro, è comunque prevista la maturazione della tredicesima mensilità:

  • congedo di maternità e paternità
  • congedo matrimoniale;
  • infortuni sul lavoro/malattia professionale;
  • malattia nei limiti contrattuali;
  • donazione del sangue;
  • riposi giornalieri per allattamento;
  • cassa integrazione;
  • assenze per ferie, festività, ex festività, permessi retribuiti.

Come viene tassata

L’importo previsto dalla tredicesima fa comunque parte dell’imponibile previdenziale, quindi è previsto il pagamento dei contributi, sia da parte del lavoratore che del datore di lavoro.

Per l’Irpef sulla tredicesima vengono applicate le aliquote già utilizzate per le retribuzioni passate, ma gli scaglioni mensili vengono calcolati senza aggiungere l’imponibile a quello relativo alla retribuzione del mese di dicembre.

È bene ricordare inoltre che dal calcolo della tredicesima sono detratti anche i contributi sociali e le anticipazioni di ratei versati per l’Inail.

Non è prevista alcuna detrazione fiscale per reddito da lavoro dipendente né per i familiari a carico.

Perché la tredicesima nel 2022 è più alta

Come spiegato dall’Inps con il messaggio n. 4009 del 7 novembre 2022, lo sgravio contributivo che il decreto Aiuti bis ha portato al 2% per tutte le retribuzioni inferiori a 2.692 euro, si applica per intero alla tredicesima di fine anno.

Questo significa che rispetto al 2021 il sistema di tassazione sarà leggermente diverso. E non solo perché nel frattempo sono state riviste le aliquote Irpef, ma anche appunto per il cosiddetto bonus contributi che è stato confermato anche per il 2023.

Nel dettaglio, sull’importo imponibile previdenziale della tredicesima, laddove inferiore a 2.692 euro, si applica uno sgravio contributivo del 2%. Ne risulta, quindi, che su una tredicesima di 1.000 euro ci sarà un incremento di 20 euro, che salgono a 30 euro per chi ha un importo di 1.500 euro. L’aumento massimo, per chi ha un assegno di 2.692 euro, sarà quindi di 53,84 euro.

Cosa succede se il datore di lavoro non paga la tredicesima?

Se il lavoratore non riceve la tredicesima entro il termine previsto, è possibile non solo inviare una lettera di sollecito, ma anche rivolgersi al proprio sindacato di riferimento.

Se ancora il datore di lavoro non paga quanto dovuto, bisogna inoltrare una richiesta formale entro i 3 anni successivi, perché altrimenti il mancato pagamento entrerà in prescrizione.

Per maggiori informazioni vi consigliamo di leggere la nostra guida dedicata, con tutte le informazioni su cosa fare quando il datore di lavoro non paga la tredicesima.

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