Il Presidente della Federazione Italiana Parafarmacie, Davide Giuseppe Gullotta, ha scritto una lettera al Ministro Lorenzin chiedendo che i parafarmaci possano rientrare tra i prodotti detraibili.
In una lettera indirizzata al ministro della Salute Lorenzin, il nuovo presidente della Federazione Italiana Parafarmacie, Davide Giuseppe Gullotta, portavoce di oltre 5.000 parafarmacie, ha lanciato una proposta che sarà accolta con grande entusiasmo dai contribuenti: inserire tra i medicinali detraibili anche i parafarmaci, ovvero quei prodotti non qualificati come medicinali e per cui non è riconosciuta detrazione d’imposta.
Se la richiesta fosse accolta dal ministro Lorenzin, cosa si potrà detrarre fiscalmente? Prodotti come:
- integratori per gravidanza e allattamento;
- parafarmaci per trigliceridi e colesterolo, glicemia, patologie oculari e per la circolazione celebrale;
- pannolini e latte per i neonati, qualora le mamme non potessero allattare al seno.
Nella lettera Gullotta spiega le ragioni della sua richiesta:
"Ad oggi in Italia i parafarmaci non possono essere detratti come spesa farmaceutica. Esiste tuttavia una serie di patologie, situazioni cliniche e fisiologiche che obbligano all’uso di integratori alimentari fitoterapici, multi vitaminici o alimenti veri e propri che sebbene classificati come parafarmaci dovrebbero al contrario essere considerati alla stregua di farmaci. Non solo perché spesso ne rappresentano l’alternativa ma perché ancor più spesso perché ne costituiscono un cruciale complemento".
E indica alcune categorie per cui i parafarmaci rappresentano un aiuto fondamentale:
"I pazienti con problemi di controllo della glicemia, dei trigliceridi e del colesterolo e che risultano intolleranti alla consueta terapia farmacologica; i pazienti oncologici che ricevono beneficio da una integrazione alimentare con prodotti ad hoc; una vasta gamma patologie oculari caratteristiche dell’età avanzata che necessitano di una integrazione alimentare efficace per curare o rallentarne la patologia".
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