Tobin tax allargata? Ecco la modifica proposta alla legge di Stabilità

Valentina Brazioli

11 Dicembre 2013 - 19:07

Tobin tax, la tassa accusata di aver danneggiato le transazioni finanziarie nel nostro Paese (ma non solo) rischia di subire un ampliamento grazie a un emendamento presentato alla legge di Stabilità. Vediamo insieme di che cosa si tratta.

Tobin tax allargata? Ecco la modifica proposta alla legge di Stabilità

Tobin tax allargata? Il rischio c’è ed è concreto: parliamo infatti di una proposta che aleggia nell’aria ormai da settimane, e le voci che si rincorrono nelle aule parlamentari si fanno sempre più insistenti: luogo del contendere è sempre la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, dove da giorni è in atto una lotta senza quartiere tra i diversi partiti che hanno proposto oltre 3 mila emendamenti, i quali puntano non solo a modificare la legge di Stabilità in sé, ma anche a introdurre modifiche normative tali da far incassare un po’ di soldi all’erario, in primis da destinare alle esigue risorse stanziate dall’esecutivo targato Letta-Alfano al taglio del cuneo fiscale.

La proposta di modifica

L’emendamento di cui parliamo è a prima firma di Luigi Bobba, parlamentare del Partito democratico, che ha raccolto le adesioni anche dei capigruppo in Commissione Bilancio di Scelta civica, Ncd, Gruppo Misto, Sel e Lega. Nello specifico, secondo quanto possiamo leggere anche su Milano Finanza in edicola ieri, con la modifica proposta avremmo una tassazione dello 0,01% su tutti i prodotti finanziari cash e derivati su mercati regolamentati (azioni, obbligazioni, fondi d’investimento, certificati di deposito e così via), mentre verrebbero tassati allo 0,1% tutti gli altri prodotti al di fuori dei mercati regolamentati. L’intento è chiaramente quello di allargare la base imponibile della Tobin tax, preservando Titoli di Stato ma facendo in modo che nessun derivato e nessuna transazione si salvi più dalla mannaia di un prelievo contestatissimo dagli addetti ai lavori: introdotto dall’ex Governo Monti, avrebbe dovuto consentire allo Stato di incassare ben un miliardo di euro, registrando invece un ben più misero introito di 159 milioni.

Il mondo della finanza italiana in rivolta

Degli effetti distorsivi registrati in Francia con l’arrivo della Tobin tax ne avevamo già parlato recentemente, ma adesso l’allarme è proprio tutto italiano. Secondo quanto riportato dal quotidiano economico Il Sole 24 ore, infatti, il mondo finanziario del Belpaese avrebbe già protestato energicamente con il Tesoro, bollando come inopportuno questo tentativo di modifica, soprattutto per l’imminente arrivo di un’apposita direttiva europea in materia. Ma non solo: si parla anche di possibili ricadute negative sul costo dei prestiti privati, e si sottolinea anche la discriminazione a favore dei titoli di Stato, destinata a penalizzare gli altri emittenti domestici. Insomma, se già la Tobin tax nella sua versione originaria faceva paura, questa riformulazione sembra proprio terrorizzare gli addetti ai lavori, che non hanno esitato a ricordare che l’attuale tassa sulle transazioni finanziarie ci sta costando, fin dalla sua introduzione nel marzo del 2013, ben 17,5 miliardi di euro al mese (relativi al calo registrato nelle compravendite di Piazza Affari). Numeri che parlano chiaro, e che denunciano le criticità di una tassa che, invece di portare ingenti entrate agli Stati che la applicano, sembra spingere i trader a scegliere Paesi con regimi fiscali più vantaggiosi.

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