Raggiunto un accordo finale sulla Tobin Tax. E i critici promettono scintille
Trovato un accordo preliminare sulla Tobin Tax. L’annuncio arrivato al margine dell’Ecofin tenutosi a Bruxelles è stato dato con soddisfazione dagli 11 Paesi interessati che hanno deciso di adottare l’ormai celeberrima tassa sulle transazioni finanziarie.
Ma se da un lato c’è chi è felice per l’intesa raggiunta dalle varie Nazioni europee, dall’altro c’è chi critica e promette battaglia.
Non solo il Regno Unito, che ha già parlato di impugnare la legge davanti alla Corte di Giustizia continentale, ma anche Paesi Bassi e Svezia promettono reazioni. Per non parlare dell’aspro commento arrivato da Business Europe, l’associazione che riunisce le Confindustrie europee).
Insomma i detrattori di questa tassa sono tanti e molto agguerriti. Vediamo quali sono le loro motivazioni
Regno Unito
Il Paese senza dubbio più critico nei confronti della Tobin Tax è il Regno Unito. Da sempre oppositrice della misura, Londra ha già perso il primo ricorso presentato in passato davanti alla Corte di Giustizia europea.
Ma sotto il Big Ben non si danno per vinti e, dopo l’annuncio dell’accordo arrivato ieri, il cancelliere George Osborne ha affermato:
"Non esiteremo a trascinare il progetto dinanzi alla Corte europea di Giustizia se dovessimo notare rischi di extraterritorialità, o se si rivelasse dannoso per la Gran Bretagna o per lo stesso mercato unico. La tassa allontana gli investimenti, ci preoccupa l’impatto extraterritoriale".
Insomma, se la Gran Bretagna risentirà indirettamente della tassa, cosa assolutamente probabile, i suoi rappresentanti non esisteranno ad appellarsi nuovamente ai giudici continentali.
Paesi Bassi e Svezia
Poco tenero nei confronti della Tobin Tax anche il ministro delle Finanze olandese, nonché presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem:
"Non sono nelle condizioni di sottoscrivere questo accordo fondato su un compromesso minimo",
compromesso che secondo lui presenta lacune enormi: dalla tempistica di applicazione agli strumenti interessati.
Alza la voce anche il ministro delle Finanze svedese Anders Borg che chiosa:
E’ difficile comprendere la logica di questa tassa"
La FTT, a suo parere, non mancherà di avere un effetto negativo sulla produttività e sulla crescita dei Paesi europei.
Il parere delle associazioni
Molto polemica anche Business Europe, l’associazione che raggruppa le varie Confindustrie dell’Unione:
“
è un passo indietro rispetto al percorso dell’Europa verso la crescita e la creazione di posti di lavoro. Con l’aumento del costo del capitale la tassa rischia di ridurre i livelli di investimento non migliorando la stabilità finanziaria. È estremamente spiacevole che un numero di stati membri continui a insistere puntando a guadagni politici di breve termine rispetto alle necessità di lungo termine di lavoratori, risparmiatori e investitori".
Dello stesso parere Assosim, l’associazione degli intermediari italiani che parla attraverso il suo segretario generale, Gianluigi Gugliotta:
"E’ assurdo che dieci paesi, nell’ambito dello stesso mercato unico, adottino disposizioni diverse e più svantaggiose in relazione ai risparmi accumulati dai cittadini. In questo modo si va a colpire il risparmio delle famiglie, la produzione e quindi la crescita stessa. Le autorità italiane devono considerare il contesto globale e non solo europeo quando si viene a introdurre una qualsiasi norma che può discriminare il risparmio delle famiglie".
La Tobin Tax italiana
E a ben guardare il parere di Assosim non si basa su dati sbagliati.
Quando nel 2011 Bruxelles iniziò a parlare di tobin tax, le previsioni parlavano di un gettito annuo europeo pari a 57 miliardi di euro. Una cifra che però si è dimostrata talmente lontana dalla realtà da essere ormai considerata una vera e propria utopia.
Furono in molti, sin dall’inizio, ad esprimere dei dubbi al riguardo, il che restrinse l’applicazione della FTT a undici Paesi, facendo scendere il gettito a quota 30-35 miliardi.
In Italia, la Legge di Stabilità 2013 ha introdotto la Tobin Tax prevedendo un gettito di 1,1 miliardi di euro.
Prospettive che, anche nel nostro caso, si sono ridotte prima a 800 milioni e poi a 400. Alla fine sono arrivati i dati reali: la Tobin Tax 2013 non solo ha rallentato fortemente gli scambi, ma ha portato nelle casse dello Stato solo 260 milioni di euro.
Guardando le cifre, c’è veramente poco da festeggiare.
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