I bond pubblici restano l’asset più interessante agli occhi degli investitori, che anche oggi hanno fatto incetta di Bund tedeschi nonostante il tasso di poco superiore allo zero
L’asset class costituita dai titoli di stato (sovereign bond) resta una delle più gettonate tra gli investitori di tutto il mondo, che qui individuano la collocazione più adeguata alle proprie risorse finanziarie grazie all’enorme liquidità a basso costo ancora in giro in tutto il globo e alle prospettive di inflazione di medio-lungo periodo sempre molto basse. Come se non bastasse le borse presentano sempre meno appeal, sia quelle dei paesi sviluppati che dei mercati emergenti: nell’ultimo trimestre i listini azionari globali hanno bruciato circa 11 trilioni di dollari di capitalizzazione (hanno fatto malissimo le borse di Brasile e Cina con perdite intorno al 30%).
I bond governativi piacciono nonostante i rendimenti siano complessivamente sempre più vicini allo zero (o addirittura negativi su alcune scadenze di titoli “core” come quelli tedeschi, svizzeri e giapponesi). Ciò accade in virtù della loro capacità di offrire una cedola “reale”, ovvero depurata dall’andamento dell’inflazione, ancora molto interessante, senza contare la possibilità di realizzare guadagni in conto capitale importanti grazie ai costanti acquisti delle grandi banche centrali. E così accade che i BTp italiani siano l’asset che ha fatto meglio nel terzo trimestre del 2015, con un rendimento vicino al 5%. Meglio anche dei Bonos spagnoli e dei più sicuri Bund e T-Bond.
Comunque, il Bund tedesco con scadenza decennale sta mostrando i muscoli sui mercati obbligazionari e ora appare in grado addirittura di superare definitivamente la resistenza chiave di area 156 – 156,5. Una chiusura settimanale al di sopra di questa regione del prezzo potrebbe favorire un nuovo clamoroso rally verso i top assoluti di metà aprile scorso, quando il rendimento del titolo teutonico di medio-lungo periodo scese allo 0,07%. La quotazione è ora prossima a 158, ai massimi da quasi 5 mesi. Dai bottom di giugno scorso, quando furono toccati i livelli più bassi da settembre 2014, è avvenuto un poderoso recupero dei prezzi, che hanno messo a segno una performance superiore al 6%.
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