I lavoratori hanno tempo fino a giugno 2018 per richiedere il Tfr in busta paga. Sono in arrivo i fondi pensione obbligatori con la prossima Stabilità? Ecco cosa potrebbe cambiare
C’è tempo fino al prossimo giugno 2018 per richiedere l’anticipo in busta paga del Tfr, il trattamento di fine rapporto.
La misura, introdotta in via sperimentale per il triennio 2015-2018 si avvicina al termine e per i lavoratori che ne desiderano chiedere il versamento restano pochi mesi per scegliere. A partire dal prossimo anno parte del Tfr potrebbe infatti essere destinato per obbligo ai fondi pensione complementari.
Addio alla liquidazione, insomma, in favore di un sistema previdenziale più flessibile.
Il Tfr, trattamento di fine rapporto, è costituito da una parte della retribuzione di lavoro subordinato accantonata e destinata ad essere erogata in favore del lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Nel 2015 è stata introdotta la possibilità di versare una parte del Tfr in busta paga, mensilmente.
In vista della Legge di Stabilità che potrebbe quindi destinare il Tfr ai fondi pensione obbligatori, in tanti si chiedono se convenga o meno destinare parte del Tfr in busta paga, per vedersi accreditata almeno una parte della retribuzione accantonata negli anni di lavoro.
Ci siamo già chiesti se conviene il Tfr in busta paga. L’argomento torna ora attuale, vista la possibilità che il Tfr venga obbligatoriamente destinato a fondi pensione complementari.
Ma cosa cambierebbe con l’obbligatorietà di versare il Tfr nei fondi pensione e, ad oggi, conviene la scelta dell’anticipo del Trf in busta paga?
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Tfr: destinato ai fondi di previdenza complementare? Ecco la possibilità prevista nella Legge di Stabilità 2017
Il Governo ha parlato lo scorso aprile della possibilità di introdurre nella prossima Legge di Stabilità una disposizione che stabilisca l’obbligatorietà di versare una quota del Tfr ai Fondi pensione. Si parla di circa 23 miliardi di euro annui che potrebbero essere destinati ai fondi pensionistici complementari e che renderebbero il sistema previdenziale italiano più flessibile e meno gravoso per i conti pubblici.
Cosa cambierebbe se la misura sarà inserita nella Legge di Stabilità 2017?
Destinare parte del Tfr ai fondi pensione risulta ad oggi in parte sconveniente: il Tfr lasciato in azienda è tassato, per il 2016, al 17%; i fondi pensione al 20%. Lo scarto viene appianato, però, dai rendimenti inferiori del Tfr, che ammontano al 1,9% (calcolato per l’anno 2013) rispetto al 5,7% dei Fondi pensione.
Per rendere ancora più conveniente l’obbligo di destinare parte del Tfr ai fondi pensione, con la Legge di Stabilità potrebbe essere introdotto un alleggerimento della tassazione dei fondi pensione complementari nella misura di 3 o 4 punti percentuali, aumentando inoltre la deducibilità fiscale dei versamenti. Ad oggi è possibile detrarre un massimo di 5164,57 euro Irpef sulle somme investite nei fondi di previdenza complementare.
Tfr: l’anticipo in busta paga fino a giugno 2018. Conviene?
L’anticipo del Tfr in busta paga potrebbe sembrare per molti una scelta conveniente. La scelta comporta un aumento della retribuzione mensile ma, attenzione: mentre il Tfr ordinario è soggetto ad una tassazione separata, calcolata sull’aliquota Irpef media degli ultimi 5 anni di lavoro, quello accreditato mensilmente in busta paga è tassato in misura standard, ovvero in base all’aliquota Irpef progressiva sul proprio reddito complessivo.
Inoltre, richiedere il Tfr in busta paga vuol dire rinunciare alla rivalutazione annuale del trattamento di fine rapporto, che vede un incremento dell’importo accantonato con l’applicazione di un tasso fisso dell’1,5% e di una quota variabile pari al 75% dell’inflazione, certificata ogni dicembre dall’Istat rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Se convenga o meno richiedere l’anticipo del Tfr in busta paga andrà valutato anche alla luce delle novità che saranno introdotte dalla Legge di Stabilità. Se è vero che i fondi pensione saranno tassati in misura minore e che sarà possibile detrarli ai fini Irpef, bisognerà capire se per il lavoratore risulterà più opportuno richiedere l’accredito in busta paga entro giugno 2018 o destinare i guadagni del Tfr ai fondi pensione.
La scelta di richiedere l’anticipo del Tfr in busta paga ha quindi un limite: i lavoratori che volessero optare per questa possibilità, hanno tempo fino a giugno 2018. Quale sarà il futuro del Tfr dopo l’approvazione ad ottobre della Legge di Stabilità 2017?
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