A 12 mesi dall’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie Credit Suisse evidenzia un calo di investimenti a Piazza affari di oltre il 30%. Ecco il rapporto
Nel 2013 l’Italia ha introdotto la tassa sulle transazioni finanziarie: a marzo quella sulle azioni e a luglio sugli strumenti finanziari derivati. L’obiettivo dell’imposta voluta dalla Commissione europea è di tassare le operazioni di acquisto e vendita dei beni finanziari. In questo periodo però si discute molto anche di un’altra tassa che riguarda gli strumenti finanziari: quella sulle rendite finanziarie che il governo Renzi ha deciso di innalzare dal 20 al 26% che riguarda però non le singole operazioni, ma il guadagno ottenuto dal possesso del bene finanziario.
A un anno circa dall’entrata in vigore della tassa sulle transazioni, dello 0,1% sulle azioni e dello 0,2% sulle transazioni Otc, è già tempo di bilanci.
Secondo un rapporto pubblicato da Credit Suisse negli ultimi 12 mesi a piazza affari si sarebbe registrato un crollo degli investimenti finanziari di oltre il 30%. "La tassa sulle transazioni finanziarie - scrivono gli analisti del gruppo - continua ad essere una delle principali preoccupazioni per gli investitori europei". Piazza affari sembra che abbia reagito molto male all’introduzione della tassa, molto peggio di altri paesi anch’essi sottoposti alla tassa sulla transazioni finanziarie.
Tassa sulle transazioni finanziarie
A marzo 2013 l’Italia ha deciso di introdurre la tassa sulle transazioni finanziarie. Questa riguarda gli acquisti di azioni e altri strumenti di partecipazione, emessi da imprese residenti in Italia con una capitalizzazione di borsa di oltre 500 milioni di euro e le transazioni in derivati dei suddetti strumenti.
Inizialmente la Commissione europea aveva previsto l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie in tutti i 27 stati membri dell’UE. In realtà le cose sono andate diversamente e soltanto undici di loro hanno chiesto alla Commissione di continuare a perseguire la tassa sulle transazioni finanziarie europee. Tra i paesi che hanno deciso di aderire anche l’Italia che ha fissato un’aliquota dello 0,1% sulle azioni e dello 0,2% sulle transazioni Otc, ovvero i mercati non regolamentati.
Il rapporto di Credit Suisse
Il rapporto pubblicato dalla banca evidenzia come la tassa sulle transazioni finanziarie non sia stata accolta per niente bene a Piazza Affari. Rispetto ad altri paesi, per esempio la Francia, il mercato italiano ha risentito maggiormente dell’introduzione della tassa e della diminuzione dei volumi di scambi.
Secondo i dati di Credit Suisse in Francia gli effetti dell’aumento dell’aliquota sono stati sostanzialmente contenuti, il volume degli scambi infatti, è sceso soltanto del 6,4%.
Piazza Affari invece, ha reagito molto male all’introduzione della tassa. Il crollo dei volumi delle transazioni negli ultimi 12 mesi ha sfiorato il 30%. Ma tenendo conto della crescita media degli altri mercati europei, la diminuzione è superiore al 34%.
Il tax rate più elevato per le operazioni fuori Borsa "ha portato, si legge nel documento, ad una drastica riduzione delle stesse, passate dal 40,6% al 10,9%".
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