Che ci piaccia, oppure no, il Tapering è ormai alle porte.
La Federal Reserve concluderà domani il meeting del FOMC e rilascerà le proprie dichiarazioni, ma gli osservatori della banca statunitense sono ormai quasi ossessionati dal "timing", vogliono sapere quando la banca inizierà a rallentare gli acquisti che mensilmente le consentono di iniettare nell’economia USA un totale di 85 miliardi di Dollari.
Il piano, conosciuto al mondo come Quantitative Easing, consiste nell’acquisto di titoli di Stato (45 miliardi) e titoli ipotecari (Mbs, per 40 mliliardi) ed ha lo scopo di ridurre, sul lungo periodo, i tassi di interesse sui prestiti ai cittadini e alle imprese, favorendo così l’intera economia.
Sono mesi, ormai, che i funzionari della Fed parlano della possibilità di ridurre il programma entro l’anno corrente. È più che corretto dire che se il tapering non dovesse iniziare da questa settimana, allora nei prossimi tre mesi siamo sicuri che accadrà.
Un mese, una settimana o un giorno: fa differenza? Per le prospettive economiche -ha detto Paul Ashworth, economista per Capital Economics- che il tapering inizi a settembre o dicembre è del tutto indifferente.
Che forma potrebbe avere il tapering?
Anzitutto, sarà piccolo. Chiamiamolo anche "mini-tapering" perché data la volatilità registrata sui mercati nel mese di maggio, quando Bernanke annunciò la sola intenzione della banca di ridurre gli acquisti, siamo indotti a supporre che la riduzione degli acquisti avverrà per piccoli passi graduali.
Inizialmente, le stime sul taglio avevano parlato della possibilità di una riduzione di 15 miliardi di dollari. Oggi la situazione è diversa e molti economisti ritengono più che verosimile supporre un tapering da 5 (massimo 10) miliardi di Dollari.
Utilizzando questa strategia, la Fed inizia effettivamente la riduzione, senza tuttavia innescare una eccessiva reazione di volatilità sui mercati finanziari.
Un tapering piuttosto modesto, nell’ordine di una riduzione degli acquisti pari a 5 miliardi al mese, permetterebbe alla banca centrale di intervenire senza tuttavia shockare i mercati. Bob Eisenbeis, ex vice Presidente della Fed di Atlanta
Da dove inizieranno i tagli?
Da quando Bernanke ha segnalato la possibilità che il tapering potesse iniziare entro l’anno in corso, i tassi sui prestiti sono aumentati notevolmente, colpendo anche in parte il settore immobiliare. Sui mutui a 30 anni, i tassi fissi sono passati dal 3.4% di maggio al 4.6% registrato la scorsa settimana.
Oltre a questo aumento, l’intero settore immobiliare sembra essere in flessione visto che sono calate tanto le vendite, quanto le costruzioni. Inoltre, le richieste per l’accensione di un mutuo sono scese al minimo degli ultimi 5 anni.
Il settore immobiliare è in effetti quello sul quale il tapering della Federal Reserve avrà i maggiori effetti e, poiché la ripresa è ancora piuttosto pallida, la Fed cercherà di prevenire (la domanda è: come?) l’eccessivo aumento dei tassi sui mutui.
Ed è proprio per questo che, secondo un articolo presentato a Jackson Hole dalla Northwestern University, l’acquisto di titoli sui mortgage-backed securities dev’essere l’ultima parte di questa exit strategy dal QE.
Exit Strategy?
Una volta concluso il meeting dei due giorni, domani tutti attendono di ascoltare il discorso che sarà pronunciato da Bernanke; a questo punto, due saranno i punti sui quali porre l’accento.
Anzitutto, la riduzione degli acquisti non implica un inasprimento della politica monetaria della banca che si è detta pronta a mantenere i tassi di interesse ad un record storicamente basso per un periodo esteso fino al 2015.
Secondo, l’exit strategy della banca centrale potrebbe non essere così metodica e sequenziale. Se il FOMC deciderà di tagliare il piano di acquisti a partire da domani, il mese prossimo deciderà di lasciarli invariati e continuare la riduzione nei mesi a venire. Ogni taglio, ogni riduzione potrà avere misura e impatto diverso.
Ma Bernanke vorrà allo stesso tempo dare un immagine della banca centrale quanto mai flessibile. Se le condizioni economiche degli Stati Uniti dovessero peggiorare, la Fed sarà pronta ad aumentare il programma di quantitative easing?
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