La paralisi governativa (shutdown) creatasi a Washington sta preoccupando non poco i mercati finanziari, soprattutto perché il blocco delle attività amministrative si è verificato poco prima di una scadenza fondamentale per gli Stati Uniti, ovvero il 17 ottobre, quando sarà necessario aver trovato un accordo per aumentare il tetto all’indebitamento pubblico per scongiurare un clamoros default tecnico. Tuttavia alla Standard & Poor’s provano a ridimensionare il problema sottolineando che il rating degli Stati Uniti non è a rischio, dopo che nei mesi scorsi era avvenuto un miglioramento dell’outlook sul rating sovrano a “stabile” da “negativo” grazie agli sforzi fatti dal paese per ridurre sensibilmente il disavanzo pubblico, che negli ultimi due anni si è praticamente dimezzato.
Nell’estate del 2011 gli Stati Uniti subirono il primo downgrade della loro storia proprio ad opera di Standard & Poor’s, che decise di tagliare il giudizio di massima affidabilità creditizia “AAA” al livello “AA+”, a seguito delle trattative per l’aumento del tetto al debito pubblico, che ormai ha superato i 16.700 miliardi di dollari. Marie Cavanaugh, managing director e chief analyst di S&P, ricorda che le probabilità di un taglio del rating nei prossimi due anni sono inferiori a un terzo. L’esperto di S&P ricorda, però, che lo shutdown sta costando al paese lo 0,3% di pil per ogni settimana di paralisi governativa.
Le stime di S&P sono peggiori di quelle del consensus, che invece si aggiravano intorno allo 0,1% del pil. Oltre allo shutdown preoccupa l’incertezza sull’incremento del tetto al debito pubblico. Il Tesoro ha già lanciato l’allarme affermando che, in caso di mancata intesa tra democratici e repubblicani, ci sarà un default sul debito. In base a quanto dichiarato dagli esperti del Dipartimento del Tesoro, la prima potenza economica delmondo “sarà colpita dal congelamento del credito, dal crollo del valore del dollaro e dal balzo dei tassi”. Questi eventi così negativi potrebbero portare a una recessione e a una crisi finanziaria anche peggiore di quella scoppiata nel 2008. Alla S&P, però, ritengono che l’accordo sul debito sarà raggiunto prima della scadenza del 17 ottobre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA