Startup Act

Startup Act

di Cristina Crupi

Startup turistiche: dinamismo e resilienza fondamentali per la ripresa di questo settore

Cristina Crupi

3 agosto 2021

Startup turistiche: dinamismo e resilienza fondamentali per la ripresa di questo settore

Il settore turistico è stato tra i più colpiti dalla pandemia, con una perdita di oltre 14 miliardi di euro. Ma le startup turistiche si sono dimostrate capaci di cogliere nuovi bisogni e opportunità

È tempo d’estate e quindi tempo di viaggi e di turismo! Un altro inverno difficile è ormai alle spalle, un inverno che purtroppo ci ha costretto ancora ad osservare importanti restrizioni e molte interruzioni lavorative, in attesa del vaccino che, finalmente, sta contribuendo a restituire un po’ libertà ed un po’ di normalità.

È forte in ognuno di noi il desiderio di tornare a viaggiare, e tutto il settore del turismo - pesantemente colpito dalla pandemia - è lì, pronto ad accoglierci al meglio.

Nell’anno horribilis del turismo - forse il più difficile di sempre - il settore che vale circa 93 miliardi di euro, ovvero un’industria fondamentale per l’Italia - ha perso oltre 14 miliardi di euro.

Anche le “Startup-Turismo”, ovvero quelle startup introdotte dal legislatore (con l’articolo 11 bis del decreto legge 31 maggio 2014, n. 83) come figure speciali, hanno segnato una battuta d’arresto improvvisa.

L’anno horribilis per il settore turistico

L’ultimo report del MISE, quello del primo trimestre 2021, indica 73 startup-turismo iscritte al registro speciale delle imprese. Un numero che può sembrare ancora molto basso, ma non tutte quelle che operano nel settore vengono indicate necessariamente nella medesima categoria. Molte ricadono nelle categorie dei “servizi alle imprese”, o del “commercio” oppure dei “trasporti”.

Hanno sede quasi tutte in Lombardia, ma una crescita degna di nota si registra in Puglia, regione che ha molto investito negli ultimi anni proprio sul turismo. Offrono in particolare servizi di digital marketing & content (oltre 20%), experience provider (oltre 18%), tecnology provider (16%) ma anche marketplace, tour operator, accomadation e molto altro. Il 63% ha un modello di business misto, ovvero rivolto sia alle imprese (B2B) sia al turista (B2C).

Purtroppo il 50% di esse stima di aver dimezzato il proprio fatturato, mentre 1/3 stima una perdita subita del 75%.

Ma grazie al dinamismo tipico delle startup e grazie alla resilienza, che tutto il comparto dell’innovazione ha dimostrato durante la pandemia, 2/3 ha sviluppato un nuovo prodotto o servizio e 1/3 ha compiuto un pivot.

E sì, perché in questa fase di ripresa del Paese, le imprese innovative - più di altre società - si sono dimostrate capaci di cogliere nuovi bisogni, di dare nuove risposte e creare nuove opportunità.

Resilienza e dinamismo nelle startup turistiche

Le nuove tecnologie sono chiamate – ora più che mai - a fornire soluzioni per i nuovi bisogni emersi. E le startup turistiche hanno risposto positivamente a questa sfida. Le startup turistiche hanno creato soluzioni innovative sia per per migliorare la experience dei turisti sia per migliorare l’operatività e la gestione delle attività degli operatori professionali.

Ecco, quindi, che tecnologie come realtà aumentata, realtà virtuale, intelligenza artificiale fanno ingresso massiccio anche nelle agenzie viaggi per creare l’ispirazione giusta al viaggio. Grazie a queste tecnologie, indossando un visore, il turista è proiettato nei luoghi dei desideri, ne assapora in anteprima qualche passaggio ed è pronto a partire.

L’intelligenza artificiale permette di selezionare i dati, i desiderata, le opzioni possibili, per offrire al turista il miglior viaggio possibile.
Soluzioni innovative permettono ai viaggiatori di organizzare la propria vacanza a prezzi vantaggiosi attraverso giftcard scontate, oppure travelbond, oppure travelcard garantite, tutti servizi figli di questa fase post Covid che stiamo vivendo.

Sistemi di prenotazione digitale per spiagge e per luoghi di interesse artistico sono diventati fondamentali. Servizi di smart check-in/out consentono alle strutture ricettive di gestire l’accettazione dei clienti online.

Anche il comparto extra alberghiero - ovvero quello legato al food, così come al transfer, che conta circa 200 mila host privati e 20 mila operatori professionali – si affida alle società innovative, anzi esso gode di quasi il 70% delle nuove tecnologie proposte dalle start-up del settore turistico.

Un nuovo modo di fare turismo dunque, dove le vecchie pratiche ed i vecchi modelli devono necessariamente abbracciare le nuove soluzioni ad alto valore tecnologico proposte dalle startup del settore che, quindi, diventano cruciali per la ripresa economica del Paese. E che - oggi più che mai - è fondamentale sostenere per accelerare il processo di messa a terra di azioni a supporto della fase che stiamo vivendo.

Cristina Crupi

Avvocato specializzata in diritto societario, esperta di startup, PMI e innovazione. È autrice del “Codice delle Startup” e del “Codice delle PMI”.

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