In carcere ma solo per una notte la presidente del parlamento catalano Carme Forcadell. Liberi Lluís Corominas, Lluís Guinó, Anna Simó e Ramona Barrufet ma dovranno pagare una cauzione di 25mila euro entro una settimana per evitare il carcere.
La giustizia spagnola fa largo uso della cauzione: versando denaro si è liberi e alla Ue sembra andare bene così. La presidente del parlamento catalano Carme Forcadell è stata in carcere per una notte. Il suo avvocato ha depositato la cauzione richiesta di 150 mila euro e il giudice del Tribunale supremo spagnolo ha firmato l’ordine di scarcerazione.
Lluís Corominas, Lluís Guinó, Anna Simó e Ramona Barrufet sono liberi ma dovranno versare 25mila di cauzione mentre Josep Nuet è libero senza versare nessuna cauzione. La procura spagnola aveva chiesto la detenzione preventiva senza cauzione per la presidente del parlamento catalano Carme Forcadell e per tre membri della Presidenza.
Interrogati dal gip del Tribunale Supremo di Madrid, la Forcadell è stata accusata di "ribellione" e "sedizione" e per due ore ha risposto alle domande del giudice istruttore Pablo Llarena del Tribunale Supremo. Diversamente dai precedenti interrogatori presso l’Audiencia Nacional, sempre di Madrid, degli otto ministri catalani che sono in carcere, con il Tribunale Supremo la Forcadell e gli altri membri della presidenza del parlamento che sono stati interrogati dal gip hanno cambiato strategia e hanno risposto alle domande della procura. Forcadell ha detto ai giudici:
Impedire un dibattito parlamentare sarebbe stata una violazione del regolamento del Parlamento, della legalità internazionale e dei principi dello stato di diritto. La dichiarazione di indipendenza catalana del 27 ottobre aveva carattere simbolico.
Purtroppo in Spagna aumentano i detenuti politici e non a caso il Times di Londra li ha chiamati "i prigionieri di Rajoy" e Naomi Klein, giornalista canadese e ben nota anche per le sue teorie dell’anti-globalizzazione, ha definito scioccante e sproporzionato l’arresto di mezzo governo catalano ed ha dichiarato:
Che succederebbe se il Canada arrestasse il governo del Quebec? Sarebbe la fine del paese.
La repressione giudiziaria che Rajoy sta continuamente rilanciando e che la Ue di fatto fa finta di non vedere è grave perché sta creando in Spagna un clima che non aiuta lo svolgimento delle elezioni del 21 dicembre. Una spia eloquente è data dalla dichiarazione di Puigdemont, che ha detto:
La Presidente del Parlamento della Catalogna è incriminata per aver permesso il dibattito democratico. Per parlare e votare! Così è la democrazia spagnola.
Rajoy non perde occasione per ribadire il suo "rispetto" per le decisioni dei giudici e chiede un ritorno alla moderazione senza però dire cosa intenda per moderazione perché la Generalitat della Catalogna ha fatto quello che aveva chiesto il popolo con il voto, non altro. Sarà a Barcellona domenica per inaugurare la campagna elettorale del Partido Populare e sembra che ai partiti costituzionalisti non siano molto gradite le detenzioni correnti che il fronte indipendentista presenta nelle piazze come «prigionieri politici».
A sorpresa, Amnesty International ritiene che nessuno degli arrestati, compresi i leader dei due movimenti indipendentisti Assemblea nazionale catalana e Omnium Cultural, Jordi Sanchez e Jordi Cuixart, siano in carcere per le loro idee. È un’organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani. Sappiamo tutti che lo scopo di Amnesty International è quello di promuovere, in maniera indipendente e imparziale - ma non pare proprio - il rispetto dei diritti umani sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani e quello di prevenirne specifiche violazioni.
Forse potrebbe realizzarsi la riunificazione in un solo procedimento dinnanzi al Tribunale Supremo delle cause aperte dalla Procura nei confronti dei vertici del Parlamento e del governo destituito. Il reato di ribellione comporta, se accertato, pene da 15 a 30 anni di reclusione rispetto a quello di cospirazione per la ribellione per il quale le pene previste vanno dai 3 ai 7 anni. Perché si configuri il reato di ribellione occorre la presenza di armi e di violenze e le prime certamente non c’erano, né durante le manifestazioni di piazza e né nelle azioni dei vertici istituzionali catalani, ma sulla seconda c’è a quanto pare dibattito fra i giuristi spagnoli. Vedremo.
L’Audiencia Nacional di Madrid ha confermato il carcere preventivo per i leader indipendentisti catalani Jordi Sanchez e Jordi Cuixart accusati di sedizione per le manifestazioni pacifiche di Barcellona del 20-21 settembre. Quattro magistrati hanno votato a favore, uno contro. Il giudice dissidente José Ricardo de Prada ha definito "non necessario, non idoneo e sproporzionato" l’arresto dei ’due Jordi’ ordinato dalla giudice Carmen Lamela.
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