Soros su Brexit e sterlina: il crollo sarà peggiore della mia svalutazione del 1992

Flavia Provenzani

21/06/2016

21/06/2016 - 09:01

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Soros avverte: le conseguenze di una Brexit saranno peggiori di quelle su sterlina e Bank of England causate dalla sua speculazione del 1992.

Soros su Brexit e sterlina: il crollo sarà peggiore della mia svalutazione del 1992

Nel 1992 George Soros ha ridotto sul lastrico la Bank of England, banca centrale del Regno Unito, guadagnando miliardi grazie alla vendite allo scoperto della sterlina (GBP).

Ora il famoso trader a livello internazionale avverte il mondo che il referendum sulla Brexit, in cui gli inglesi dovranno decidere se rimanere nell’Unione Europea, porterà ad un destino peggiore per la sterlina inglese - e per l’economia dell’intero Paese - più di quanto non abbia fatto nel mercoledì nero di 24 anni fa.

In un editoriale per il giornale britannico Guardian pubblicato martedì, Soros ricorda al suo pubblico di essere passato alla storia per aver dato il via alla svalutazione della sterlina nel 1992, che ha portato all’esclusione della valuta dagli Accordi europei di cambio (European exchange-rate mechanism). Tutto questo perché la sterlina era altamente sopravvalutata e da anni difesa da alti tassi di interesse.

Se da una parte alcuni ritengono che la Brexit potrebbe portare ad una svalutazione della sterlina molto simile a quella avvenuta nel 1992, Soros non ne è convinto. Ecco tre buone ragioni dell’investitore che cui il destino della sterlina sarà ben peggiore del crollo di 24 anni fa.

Soros: conseguenze Brexit su sterlina peggiori che nel 1992

In primo luogo, nel 1992 la Bank of England ha avuto modo di tagliare i tassi di interesse dopo la svalutazione della sterlina. Ad oggi una soluzione del genere non sarà possibile perché i tassi di interesse sono già quasi vicini allo zero, spiega Soros.

Se il crollo dei prezzi delle case e la perdita di posti di lavoro provocasse una recessione dopo la Brexit, come è probabile che sia, la politica monetaria potrà fare ben poco per stimolare l’economia e contrastare la conseguente perdita della domanda.

In secondo luogo, il deficit inglese delle partite correnti è molto più alto di quanto non lo fosse nel 1992. In realtà, scrive Soros, il Regno Unito è dipendente da capitale straniero più di quanto non abbia mai fatto. Secondo Soros non ci sarà alcun aumento dei flussi di capitale come a seguito del 1992: dopo la Brexit è “quasi certo che si muoveranno nella direzione opposta”.

Infine, Soros ritiene che una svalutazione post-Brexit probabilmente non aumenterà le esportazioni del manifatturiero come accaduto nel 1992 “perché la situazione del commercio sarebbe troppo incerta per le imprese britanniche per poter dare il via a nuovi investimenti, assumere più lavoratori o comunque per aumentare la capacità di esportazione”.

Il destino della sterlina secondo Soros

Lo scenario post-Brexit più probabile per la sterlina sarà molto più simile al crollo doloroso del 1967 che alla svalutazione del ‘92 - commenta Soros.

Ma oggi le forze speculative sui mercati sono “molto più grandi e più forti” di quanto non lo fossero nel 1967, conseguenze sottovalutate sia dal governo U.K. che dagli elettori.

“La Brexit renderà alcune persone molto ricche, ma la maggior parte degli elettori diventeranno molto più poveri”

conclude Soros, aggiungendo che un voto a favore dell’uscita del Regno Unito dall’UE potrebbe portare ad un nuovo «venerdì nero».

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