Sigarette elettroniche, la maxi tassa che le colpirà nel 2014 rischia di uccidere un settore che dà lavoro a migliaia di persone. Da settimane in Parlamento c’è chi porta avanti una battaglia per evitarlo, ecco cosa sta succedendo.
Il settore delle sigarette elettroniche rischia di morire per colpa della maxi tassa che le colpirà a partire dal 2014. Dell’argomento ce n’eravamo già occupati in precedenza, anche per rendere conto della vitalità di un comparto che, soprattutto in tempi di gravissima crisi economica, ha stupito i più per la sua capacità di attrarre centinaia di migliaia di affezionatissimi consumatori, tutti in cerca di alternative più economiche, e magari meno dannose per la salute, rispetto alle vecchie sigarette “analogiche”.
I numeri delle E-cig in Italia
Ma non c’è solo il lato del consumo al quale pensare: le sigarette elettroniche, di fatto, nel nostro Paese hanno contribuito a creare occupazione. Secondo dati riportati dal Corriere della Sera, da Nord a Sud ci sono più di 3 mila negozi di e-cig, che danno lavoro a oltre 5 mila persone. Un settore, quindi, da tutelare, soprattutto se consideriamo che molte di queste attività sono state aperte da disoccupati che non riuscivano a trovare altri impieghi, magari investendo tutti i propri risparmi, e talvolta anche quelli della propria famiglia. Proprio per questo, lo stallo nell’apertura di nuovi punti vendita degli ultimi mesi, registrato dall’Osservatorio Confesercenti sul commercio, ha suscitato un particolare allarme nel settore: la maxi tassa al 58,5 per cento, che scatterà come una tagliola nel gennaio del 2014, rischia di uccidere l’intero comparto?
La maxi tassa al 58,5 per cento e i tentativi di ridurla
La stangata è infatti prevista dal decreto-legge n. 76/2013 e, se non verranno applicati sostanziali correttivi, tra circa 20 giorni piomberà sul mercato delle e-cig, con effetti che rischiano di rivelarsi catastrofici. In merito, sembrava intravedersi uno spiraglio di luce grazie a un emendamento presentato al Senato, in occasione dell’esame della legge di Stabilità, e che era stato approvato nonostante il parere contrario del Governo. A votare a favore, infatti, furono Forza Italia, Lega, GAL, M5S e SEL, che, così facendo, proponevano di introdurre una tassazione più che dimezzata rispetto all’originale, al 25 per cento. Niente da fare, il maxi emendamento del Governo non recepì la norma, e si tornò mestamente alla super aliquota precedente.
In questi giorni, nei quali la vecchia legge Finanziaria è al vaglio della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, l’argomento è tornato di scottante attualità, con un emendamento presentato da Aris Prodani (M5s), sottoscritto anche da Ignazio Abrignani (FI), Sabrina Capozzolo (Pd) e Fabio Lavagno (Sel). La proposta, che prevede, invece, un’imposta di fabbricazione sui liquidi delle sigarette elettroniche pari a 20 centesimi per millilitro, è stata illustrata proprio oggi, nel corso di una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche Fiesel-Confesercenti, l’associazione che rappresenta i rivenditori di sigarette elettroniche. Durante l’incontro, si è voluto evidenziare il rischio che una tassazione eccessiva si limiti a falcidiare i negozi del settore e-cig, senza però portare nelle casse dello Stato il gettito fiscale sperato.
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