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Maxi tassa sulle e-cig, che fine faranno i negozi di sigarette elettroniche?
lunedì 14 ottobre 2013, di
Dopo un lungo periodo di crescita che pareva non conoscere battute d’arresto, anche il florido (benchè controverso) settore delle sigarette elettroniche sta sperimentando una preoccupante fase di stallo. I dati dell’Osservatorio Confesercenti sul commercio riferiti ai mesi di luglio e agosto 2013, fotografano infatti una situazione di complessiva contrazione nelle aperture di nuovi negozi nel settore e-cig, dovuta anche all’incombere minaccioso di una maxi tassa al consumo (58,5%), che dovrebbe essere applicata sui prodotti a partire da gennaio 2014. Un’autentica stangata che rischia di penalizzare i consumatori, ancora attratti da quella che a molti appare come un’alternativa economica e meno nociva rispetto alle sigarette tradizionali, ma soprattutto avrebbe effetti devastanti su un settore che ha portato all’apertura di oltre 4.500 negozi creando quasi 6.800 posti di lavoro. Un rischio che appare ancora più inquietante, pensando a quanti di questi negozi sono stati aperti da giovani e disoccupati, che magari hanno investito in queste attività i loro pochi risparmi.
Fisal, colpa della disinformazione
La frenata è in parte dovuta a fattori fisiologici di mercato, ma dall’altra ha inciso la campagna di disinformazione condotta da alcuni media, che attribuiva alle svapo presunti "effetti dannosi" non solo mai dimostrati, ma a volte perfino fuori da ogni logica, che però hanno fatto effetto su alcuni dei consumatori.
Lo ha dichiarato Massimiliano Federici, presidente di Fiesel, l’associazione di imprenditori del dettaglio di svapo Confesercenti.
Fisal, stangata in arrivo per 500 mila consumatori
Il vero problema, aggiunge Federici:
E’ l’aria di attesa e timore per il futuro frena gli imprenditori che erano intenzionati a aprire nuovi punti vendita: se infatti non si dovesse riuscire ad evitare la maxi-tassa su liquidi e hardware, per i 500mila italiani che utilizzano abitualmente questo strumento sarebbe una vera e propria stangata.
"I consumatori - prosegue l’associazione dei commercianti di sigarette elettroniche arriverebbero a subire un enorme aggravio di costi anche solo sui liquidi".
Si profilano, insomma, pesanti ripercussioni. Secondo Federici:
In primo luogo accelererebbe le cessazioni di attività, compromettendo l’unico vero fenomeno imprenditoriale del commercio degli ultimi anni, caratterizzato da una vitalità mai vista in altri settori, con un tasso di crescita medio di circa 1.200 nuovi punti vendita e quasi 1.800 posti di lavoro a trimestre. Dall’altro, alimenterebbe il contrabbando ed il mercato illegale di liquidi e dispositivi.
Parlamento Europeo, regolamentare le e-cig
Intanto, dal Parlamento Europeo, si fanno più pressanti le istanze volte a regolamentare l’intero settore delle sigarette elettroniche. Nel testo approvato lo scorso 7 ottobre dagli eurodeputati a Strasburgo, si stabilisce che le e-cig devono rispettare i seguenti criteri:
- non superare i 30 mg/ml di nicotina;
- contenere le avvertenze sanitarie;
- essere vietate ai minori di 18 anni;
- essere soggette alle stesse restrizioni sulla pubblicità esistenti per i prodotti di tabacco.
Tutte disposizioni contenute all’interno della Direttiva "sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri relative alla lavorazione, alla presentazione e alla vendita dei prodotti del tabacco e dei prodotti correlati".