Scontrini detraibili contro l’evasione. Potrebbe essere questa la prossima mossa del Governo con consenso bipartisan. Porte aperte al contrasto di interessi? Innanzitutto è d’obbligo una precisazione. Il contrasto di interessi si riassume così: alla convenienza a evadere nell’uno corrisponderebbe quella a richiedere la fattura nell’altro. Uno smacco al sommerso insomma.
Visto che oggi più che di contrasto di interessi si può parlare di convergenza (nell’evadere), gli scontrini detraibili potrebbero davvero fare la differenza. In sostanza grazie allo scontrino detraibile i contribuenti potrebbero indicare una gamma molto più ampia di spese nella dichiarazione dei redditi e, quindi, sarebbero più interessati a richiedere lo scontrino, costringendo il venditore a registrare gli incassi. Senza contare che sarebbe ipotizzabile una ripresa dei consumi: se posso “scaricare” più spese tendo a fare più acquisti.
La manovra, già studiata nell’era Monti, è in esame presso la Commissione Finanze della Camera ed entro l’estate dovrebbe ricevere approvazione definitiva. Ovviamente starà poi al governo stilare un elenco preciso delle spese detraibili, dalle spese per le riparazioni in casa (idraulico), a quelle per l’auto (meccanico).
E la copertura?
A rigor di logica il discorso non fa una piega, ma, a fronte di esperienze costose e fallimentari (Grecia, Turchia), la Cgia di Mestre avanza il problema delle coperture, condiviso da molti fiscalisti:
“Dovremmo agevolare il cliente finale per far emergere base imponibile facendo perdere allo Stato il mancato gettito sottratto attraverso l’applicazione delle detrazioni? E poi, siamo sicuri che nel lungo periodo l’imponibile emerso supererebbe il mancato gettito?”.
L’alternativa? Multare chi non emette lo scontrino e i clienti che ne sono provvisti, ma anche questa è una prassi discutibile visto il problema delle verifiche.
Scontrini detraibili: vantaggio per il contribuente o misura inefficace? La palla passa al Governo.
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