I giornalisti di Bloomberg avrebbero utilizzato i Bloomberg Terminal per monitorare informazioni riservate e sfruttarle alcune news di prima mano per scrivere i propri articoli
Spionaggio e violazioni della privacy da parte di Bloomberg? Il Tesoro americano e la Federal Reserve sarebbero stati spiati della nota agenzia che fornisce informazioni finanziarie ai propri clienti abbonati. Cosa c’è di vero in questa storia? Facciamo un po’ di ordine. Alcuni giornalisti, secondo una inchiesta condotta dal New York Post avrebbero monitorato i “Bloomberg Terminal” - computer forniti ai clienti della società per accedere ai servizi ed ampiamente utilizzati a Wall Street per scandagliare le informazioni finanziarie - al fine di carpire dati “top secret” …utili per la redazione delle storie e degli articoli. I terminali della società siedono nelle più alte sfere del potere - comprese le banche centrali, le agenzie rivali, il Congresso e persino il Vaticano!
Secondo quanto è emerso, i giornalisti al Bloomberg avevano la possibilità di visualizzare la cronologia di accesso e alcuni altri dettagli (riservati?) di clienti della società. Altri nomi di “spicco” della finanza (clienti prestigiosi del calibro di JP Morgan), potrebbe essere stati vittima dello spionaggio di Bloomberg? The Guardian non ha nascosto la propria preoccupazione per come Bloomberg ha utilizzato le informazioni provenienti dai propri terminali nel caso “Bruno Iksil”, il trader conosciuto come la balena di Londra, accusato di aver procurato a JP Morgan perdite massicce lo scorso anno .
Nel frattempo i banchieri centrali degli Stati Uniti stanno alzando il livello di guardia. Si pensa che anche la Securities and Exchange Commission (SEC) stia indagando sulle apparenti carenze nella sicurezza. Il regolatore, per il momento, ha rifiutato di commentare. Nessun cliente Bloomberg ha sinora annullato l’abbonamento notizia della violazione della sicurezza e le voci dello scandalo, hanno già intaccato la reputazione e la credibilità della società.
Una larga fetta del fatturato di Bloomberg è generata proprio dalla vendita di terminali a banche e ad altre istituzioni finanziarie. Più di 300.000 banchieri, traders e impiegati finanziari sottoscrivono il servizio in tutto il mondo. Quasi tutti gli utenti vengono identificati per nome e i terminali sono spesso altamente personalizzati per consentire l’accesso alle informazioni finanziarie di cui ciascun cliente ha bisogno. Dall’analisi e monitoraggio dei dati finanziari in tempo reale alla compravendita di azioni e varie operazioni finanziarie, sino ai più ampi flussi di notizie. Evidentemente, l’accesso a tale tipologia di informazioni, potrebbe rappresentare un notevole valore aggiunto al lavoro di un giornalista.
Bloomberg avrebbe suggerito ai propri giornalisti di usare i terminali – accedendo così alle informazioni di contatto degli abbonati e, in alcuni casi, monitorando l’attività di accesso - per ottenere un vantaggio nel competitivo mondo del giornalismo finanziario, dove anche un solo secondo può fare la differenza? Matteo Winkler, direttore di Bloomberg News, in un editoriale pubblicato su Bloomberg View nella tarda notte di Domenica, ha precisato che la pratica di permettere ai giornalisti l’accesso alle informazioni limitate sugli abbonati, sarebbe ormai consolidata e risalirebbe al momento stesso in cui nacque la divisione “News” del colosso fondato da Michael R. Bloomberg.
Winkler ha sottolineato che i giornalisti non avevano accesso alla negoziazione, al portfolio o ai sistemi di monitoraggio delle azioni, così come era loro proibito sbirciare i messaggi inviati da un cliente all’altro. "I recenti reclami riguardano pratiche che sono quasi vecchie come Bloomberg News", ha precisato Winkler il quale, Venerdì scorso, ha voluto puntualizzare come la politica aziendale vieti ai giornalisti di commentare o trattare documenti non pubblici e informazioni riservate sulla società e i clienti nelle proprie relazioni.
Eppure, Winkler ha riconosciuto che si tratta di una pratica sbagliata, e ha fatto mea culpa, scusandosi per quanto, ormai da decenni, si verifica nella redazione di Bloomberg. "I nostri clienti hanno ragione" ha detto. "I nostri giornalisti non dovrebbero avere accesso a quei dati considerati ‘di proprietà’…L’errore è imperdonabile".
Gli oltre 2.400 giornalisti di Bloomberg sarebbero stati addestrati, attraversi corsi formazione mirati, su come utilizzare i potenti terminali e sfruttare la funzione conosciuta come UUID, per individuare fonti cui hanno accesso anche gli abbonati? Questo è quanto hanno dichiarato alcuni ex dipendenti. Su Bloomberg sta per scatenarsi una bufera?
Fonte: guardian.co.uk
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