“Sblocca Italia”? Le banche concessionarie di autostrade intascano un credito di imposta pari al costo di metà opera

Erasmo Venosi

4 Agosto 2014 - 09:12

I miliardi promessi da Renzi non hanno riscontro nell’Allegato Infrastrutture approvato 4 mesi fa. Certi sono i milioni di euro di crediti di imposta per le banche concessionarie di austostrade.

“Sblocca Italia”? Le banche concessionarie di autostrade intascano un credito di imposta  pari al costo di metà opera

Il sito del Governo italiano riporta quanto annunciato dal Presidente del Consiglio sullo “Sblocca Italia”. Il sito riporta anche una cartina d’Italia, con la scritta “Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti SBLOCCA ITALIA – Sburocratizzare per far partire i cantieri Finanziare opere con risorse già disponibili. GIA’ FINANZIATI PER 30 MILIARDI E 402 MILIONI”. I relativi decreti saranno emanati a fine mese. Nelle Linee Guida dello "Sblocca Italia" si legge che il “57% delle risorse, pari a 17 miliardi“ arriveranno dal settore privato. Segue un elenco di 27 opere, che saranno ”sbloccate”.

Una delle cose buone fatte dal Governo Monti è stata quella di sottoporre nel “10 Allegato Infrastrutture al Documento di Economia e Finanze”, allo strumento valutativo, della due diligence analitica, il programma delle opere strategiche, oggi diventate grandi opere per difficoltà a definire strategiche 440 opere frutto delle negoziazioni Stato/Regioni. La due diligence verificò quanto era stato fatto e quanto si intendeva fare sul breve e sul medio termine, confrontando costo dell’opera, fabbisogno e disponibilità. Nell’Allegato Infrastrutture accluso al DEF, approvato dal Governo Renzi lo schema, nella sostanza non muta: importo delle opere, stato delle opere, risorse mancanti.

Abbiamo verificato le disponibilità esistenti, per alcune delle 27 opere ”sbloccate” attraverso l’Allegato Infrastrutture approvato dal Governo 4 mesi fa. I risultati sono disarmanti! Le verifiche delle disponibilità è possibile leggendo le TabelleIII.1-1,III.1-2 . Sono disponibili 918 mln per il tunnel del Frejus, 600 milioni per la Bs/Vr su 2747 di costo, mancano 1800 mln per la linea C della metropolitana di Roma, mancano tutti i 1468 milioni di euro per l’accessibilità a Malpensa. Insomma dalla due diligence emerge che sono disponibili briciole rispetto ai fabbisogni.

Che cosa è cambiato tra aprile data di approvazione e l’annuncio di oggi? Nulla! Anzi la divergenza tra prospettive e realtà comporterà una manovra di aggiustamento dei conti pubblici. Il 57% di partecipazione di privati, poi, nella quasi totalità proviene dai concessionari autostradali, che sono spesso enti locali e banche, che con i crediti d’imposta sulle grandi opere introdotte da Passera e Ciaccia, rispettivamente ministro e sottosegretario delle infrastrutture del Governo Monti, diventa un grande affare. Infatti, il credito d’imposta su Ires e Irap è riconosciuto fino al 50% del costo dell’opera d’importo superiore a 500 milioni di euro.
Ma, chi ha chiesto il riconoscimento del credito di imposta che dovrebbe avere come giustificazione la costruzione di nuove opere pubbliche?
La Orte /Ravenna, la Pedemontana Veneta e Lombarda e l’autostrada inaugurata da Renzi la scorsa settimana conosciuta come A 35 o Bre.Be.Mi! Insomma un colpaccio del ministro delle Infrastrutture a favore della Lombardia: 350 milioni per la Pedemontana Lombarda, 490 per la Bre.Be.Mi e poi arriverà anche per la TEM (tangenziali est Milano). In lista per il credito d’imposta la “linea C. tratta T2” del metrò di Roma , l’Autostrada della Cisa, la Pedemontana Piemontese. Gli azionisti dell’Orte /Mestre? La Banca Carige S.p.A., Efibanca S.p.A., Egis Projects S.A., ILI Autostrade S.p.A., MEC S.r.l., Scetaroute S.A., Technip Italy S.p.A., Transroute International S.A. Quelli della Bre.Be.Mi ? Banca Intesa al 49%. I finanziatori della Bre: Be.Mi? Un miliardo dalla Cassa Depositi e Prestiti, dalla Banca Europea degli Investimenti.
Si potrebbe continuare con le altre grandi opere, ma ci fermiamo. Riguardo agli intoppi burocratici è un clamoroso falso propalato o per ignoranza o per mala fede. La legge obiettivo prima (ex 443 del 2001) e le ulteriori semplificazioni introdotte dal Governo Monti hanno di fatto super semplificato i procedimenti. Basta citare la creazione della figura di 3 tipologie di commissari straordinari: sblocca cantieri (dl 67/1997), alle opere strategiche (dlgs 190/2002), alle opere autostradali (dl 32/2005).

I poteri? Possono derogare alle disposizioni vigenti salvo il rispetto della normativa comunitaria, sugli appalti e su quella ambientale e paesaggistica. Legge obiettivo, legislazione Monti e commissari straordinari consentono il superamenti di qualsiasi “intoppo burocratico“ compromettendo però i procedimenti di formazione delle decisioni nella pubblica amministrazione. Alla fine a meno di auspicabili mie smentite, restano solo i crediti di imposta per tre autostrade ultimate o in fase di ultimazione. Tesi ulteriormente suffragata dalla mancata concessione di una “golden rule” dalla UE , per gli investimenti nel calcolo del deficit dello Stato, di una contrazione della spesa per investimenti dal 3% degli anni 90 all’1,7% dei governi Monti e Letta, all’1,4% di PIL del 2017 del Governo Renzi oltre infine allo 0,1 % di deficit strutturale nel 2015.

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