Salvatore Rafaraci: così un italiano ha truffato il governo USA per 50 milioni di dollari

Luna Luciano

05/10/2021

05/10/2021 - 21:05

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Salvatore Rafaraci, uno dei più grandi rifornitori della US Navy, è stato arrestato a Malta per aver truffato il governo americano. Gli avvocati riescono a ottenere la sua liberazione.

Salvatore Rafaraci: così un italiano ha truffato il governo USA per 50 milioni di dollari

Ingannare e truffare il Pentagono arricchendosi tramite i rifornimenti delle portaerei nucleari americane. Gli agenti federali si sono mobilitati per riuscire ad arrestare un imprenditore italo-americano finito al centro di questa inchiesta.

Salvatore Frank Rafaraci sarebbe stato arrestato per aver truffato il governo americano, una truffa dal valore di 50 milioni di dollari. Peccato che dopo il blitz di Malta gli agenti siano stati costretti a rilasciare l’imprenditore.

La vicenda però rimane aperta: a pendere sul suo capo c’è la richiesta di estradizione.

Chi è l’imprenditore che ha truffato il Governo USA?

Con passaporto americano e italiano, Salvatore Frank Rafaraci ha trascorso la sua vita sempre in viaggio. La sua storia è quella tipica di ogni emigrante negli Stati Uniti: partire alla volta dell’America in cerca di fortuna.

Da emigrante siculo cresciuto negli Stati Uniti è tornato in Sicilia con un’azienda ricca a suo nome: la MLS. Dal 2011 Rafaraci è diventato il più grande fornitore della Marina statunitense: è lui a rifornire le navi da guerra nei porti del Mediterraneo, del Mar Rosso e del Golfo Persico, viaggiando costantemente tra l’Italia e Dubai.

Salvatore Rafaraci: una truffa da 50 milioni di dollari

In qualità di rifornitore della US Navy, Rafaraci si occupava di procurare e vendere carburante, cibo, acqua potabile, lubrificanti, barche d’appoggio, rimorchiatori, arrivando persino a fornire la security. In questo modo l’imprenditore ha tirato su un business da un miliardo e trecento milioni di dollari.

Peccato che la Corte Distrettuale di Washington abbia cominciato ad avere dei sospetti. L’ipotesi più accreditata tra gli agenti federali è che il suo giro di affari fosse cementato con le tangenti.

A tradire Rafaraci, però, sarebbe stato un ufficiale americano. L’uomo avrebbe confessato di aver incontrato l’imprenditore presso l’hotel del Bahrein nel 2015, dove Rafaraci gli avrebbe rifilato una busta con 20 mila dollari in contati per “proseguire nel buon lavoro”. La stessa scena sarebbe stata replicata tre anni dopo a Miami con un altro cadeaux da 13 mila dollari.

Si ritiene però che questo scandalo sia solo la punta dell’iceberg. Per poter ottenere un simile contratto da capogiro, approvato dal Pentagono, dal Dipartimento di Stato, dall’Homeland Security e dalle forze speciali, non basta un unico ufficiale - per di più di basso rango.

Truffa Rafaraci: le indagini e l’arresto

Da anni l’US Navy sta indagando con l’intento di far pulizia tra gli alti ranghi della gerarchia militare. Sono sette anni che il Pentagono cerca di arrestare tutti i capitani che hanno favoreggiato per qualche ditta appaltatrice traendone profitto, come nel caso della MLS.

Non è ancora dato sapere quale sia l’atto d’accusa finale formulato dai magistrati di Washington contro Rafaraci. Intanto per mesi gli ispettori del Naval Criminal Investigative Service e del Defense Criminal Investigative Service hanno cercato di studiare un piano per arrestare l’imprenditore catanese. Impossibile da raggiungere negli Emirati, dove non esiste alcun accordo di estradizione, per questo i detective hanno approfittato di un viaggio dell’imprenditore verso Malta dove hanno organizzato un blitz. Così una settimana fa Rafaraci è finito in manette.

Truffa Rafaraci: il rilascio

Peccato per gli investigatori che la detenzione in cella di Rafaraci sia durata poco. L’imprenditore dispone dell’appoggio di due famosi avvocati, Stefano Filletti e Giannella De Marco, i quali in meno di un giorno sono riusciti a farlo rilasciare. La liberazione sarebbe seguita alle contestazioni di alcuni errori nella procedura d’arresto seguita dagli inquirenti statunitensi e maltesi.

La procura americana non si è arresa e ha presentato ricorso, evocando il pericolo di fuga, che è stato respinto sabato scorso. Rimane però attiva la richiesta di estradizione, mentre Washington studia le prossime mosse dopo aver interrotto qualsiasi legame con la MLS.

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