Salario minimo: si parte da 7-8 euro. La nuova proposta del governo

Teresa Maddonni

19 Febbraio 2020 - 10:07

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Salario minimo a 7-8 euro: questa la possibile riforma proposta dal governo. Positivo l’ultimo tavolo di maggioranza secondo Catalfo che annuncia passi avanti in merito. Giovedì nuovo incontro, ma resta la contrarietà dei sindacati.

Salario minimo: si parte da 7-8 euro. La nuova proposta del governo

Si torna a parlare di salario minimo e questa volta la cifra potrebbe essere di 7-8 euro l’ora lordi sulla scia della media europea.

La nuova proposta di governo potrebbe arrivare dopo l’ultimo tavolo del 17 febbraio tra la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e gli altri membri della maggioranza quali PD, LeU e Italia Viva.

La ministra Catalfo ha annunciato notevoli passi avanti in merito e un nuovo incontro è previsto per domani, giovedì 20 febbraio, dopo che l’ultimo tavolo di lavoro sul salario minimo della scorsa settimana non aveva ancora portato a una cifra certa.

La prima proposta, quella dei 5Stelle sul salario minimo, da sempre cavallo di battaglia del Movimento insieme al reddito di cittadinanza, chiedeva un minimo orario di 9 euro lordi al mese. La ministra del Lavoro ha annunciato in ogni caso notevoli passi avanti in seno ai lavori della maggioranza. Vediamo quindi qual è la nuova proposta.

Salario minimo: da 7-8 euro la soglia della nuova proposta

Per il salario minimo si parte da 7-8 euro scendendo dai 9 prima stabiliti: questa potrebbe essere la nuova cifra proposta dal governo. La ministra Catalfo si dice fiduciosa e con entusiasmo annuncia che si sono fatti notevoli passi avanti.

La ministra sulla sua pagina Facebook ha scritto il 17 febbraio:

"Anche oggi confronto di maggioranza positivo. Siamo vicini ad un accordo condiviso sul salario minimo."

Anche la sottosegretaria al Lavoro del PD Francesca Puglisi si è detta soddisfatta in merito e sempre dal suo profilo social ha scritto:

"Positivi passi avanti al tavolo su occupazione, pensioni, salario minimo.[...] Presto consegneremo al confronto con le parti sociali e al Presidente Conte le proposte”.

Al confronto hanno partecipato anche Tommaso Nannicini e Marco Miccoli (PD), Francesco Laforgia e Guglielmo Epifani (LeU) e Annamaria Parente di Italia Viva.

Così spunta la nuova proposta di salario minimo del governo. Stando a quanto riporta IL Sole 24 Ore pare che la ministra Nunzia Catalfo abbia portato un nuovo testo di riforma in cui si parla per la cifra del salario minimo del “70% del valore mediano delle retribuzioni” previsti dai CCNL.

Così si fisserebbe una soglia minima al di sotto dei 9 euro lordi al mese, ma che si attesterebbe sui 7-8 euro.

Intanto il comunicato del ministero del Lavoro al margine dell’incontro ha annunciato un nuovo tavolo su salario minimo per giovedì 20 febbraio:

”L’orientamento è quello di confermare quanto già prospettato nella mia proposta originaria, dando validità erga omnes alla parte salariale dei contratti collettivi nazionali di lavoro maggiormente rappresentativi e al contempo definendo un parametro certo e oggettivo sotto al quale la paga oraria minima non potrà scendere”.

Il punto cruciale sarà la scelta dei contratti collettivi più rappresentativi per definire il salario minimo e gestire le resistenze in merito.

Salario minimo: le resistenze di Confindustria e sindacati

Da sempre Confindustria e sindacati si sono detti contrari al salario minimo e la nuova proposta non sappiamo ancora quali effetti sortirà. Certo è che quando si parlava dei 9 euro lordi all’ora le opposizioni arrivavano da più parti.

Confindustria per prima ha sempre ritenuto che piccole e medie imprese non fossero in grado di sostenere quella cifra, ma ha sempre puntato sulla necessità di un maggiore controllo sull’applicazione dei contratti collettivi.

Dall’altra parte i sindacati si sono sempre detti contrari al salario minimo puntando tutto sempre e comunque sui CCNL. Infatti i sindacati temono che il salario minimo possa far perdere di efficacia quell’insieme di tutele garantite dalla contrattazione collettiva, vale a dire le altre integrazioni economiche previste.

Come ha sostenuto la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, un minimo salariale rischierebbe di penalizzare i lavoratori e per questo è necessario rafforzare e non svilire al contrattazione collettiva. Il punto centrale per la sindacalista non è il salario minimo, ma pensare a quei lavoratori che non solo tutelati da un CCNL.

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