Russia: rublo ai minimi storici su sanzioni USA-UE e pericolo ritorsioni di Mosca

Nicola D’Antuono

15 Settembre 2014 - 06:41

Il rublo continua ad aggiornare record negativi sul dollaro, ma resta ai minimi anche contro euro. Pesano le sanzioni economiche di UE e USA

Russia: rublo ai minimi storici su sanzioni USA-UE e pericolo ritorsioni di Mosca

La tensione tra l’Occidente e la Russia resta molto alta, nonostante la tregua firmata nell’Ucraina dell’Est tra il governo di Kiev e i separatisti filo-russi. Stati Uniti e Unione Europea ritengono Mosca direttamente coinvolta nella crisi in Ucraina, così hanno deciso di inasprire le sanzioni contro la Federazione guidata dal premier Vladimir Putin. Sulla Gazzetta Ufficiale europea sono state pubblicate le nuove disposizioni, che vedono ben 15 società russe coinvolte.

Tra queste spiccano i colossi petroliferi Rosneft, Gazpromneft e Transneft, ma anche i tre giganti industriali che si occupano della produzione di armi. Nella lista nera degli USA c’è poi la Sberbank, la più grande banca russa. Dal canto suo il Cremlino si è già detto pronto a reagire, mettendo in atto ritorsioni economiche in grado di penalizzare pesantemente l’economia europea.

Sui mercati internazionali non si ferma il deflusso di capitali esteri dalla Russia, sempre più orientata verso una fase di prolungata stagnazione economica o addirittura di recessione se il quadro geopolitico non dovesse migliorare. Il rublo russo è sceso sui minimi storici sul biglietto verde, con il tasso di cambio USDRUB a un passo da quota 38. Negli ultimi tre mesi la valuta di Mosca ha perso il 10% contro il dollaro americano, mentre il cross EURRUB continua a muoversi sopra 49.

Le sanzioni economiche occidentali stanno facendo riemergere in Russia lo spauracchio dell’inflazione, che al momento è stimata al 7,7% nel 2014 dopo il 6,8% dello scorso anno e il 5,1% di due anni fa. La fiammata del carovita, alimentata anche dalle contromisure russe (in particolare l’embargo sui prodotti agroalimentari provenienti da UE e USA), potrebbe spingere la banca centrale russa ad aumentare ancora il costo del denaro, sebbene il Cremlino spinga maggiormente per un taglio allo scopo di ridare fiato all’economia nazionale.

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