Gli Stati Uniti non porranno fine al loro programma di allentamento quantitativo (QE) prima del 2014, secondo Christian Menegatti, direttore di ricerca presso Roubini Global Economics.
Menegatti, che lavora a fianco del noto economista Nouriel Roubini, ha detto che il quantitative easing proseguirà per tutto il 2013 e un taglio dei tassi di interesse non sarà sulle carte fino al 2015.
Prospettive per gli Stati Uniti
La banca centrale americana ha mantenuto i tassi di interesse di riferimento vicino allo zero dal 2009 e ha cercato di stimolare l’economia anche attraverso tre cicli di quantitative easing o acquisti di obbligazioni. L’ultimo round è stato realizzato nel mese di Settembre dello scorso anno, con il nome di QE3.
"Stiamo parlando di 2014, in termini di esaurimento del quantitative easing. Dovremo aspettare ancora a lungo per il rialzo dei tassi, anche nel 2015 e forse verso la fine di esso", ha detto Menegatti.
Questa sarebbe una buona notizia per i mercati azionari che si sono abituati al flusso di denaro "facile". Il Dow Jones Industrial Average di Wall Street, che ha registrato un alto record martedì, ha messo a segno un rally di quasi il 12% dall’inizio dell’anno.
Tuttavia, il rally è stato mescolato con un pizzico di paura nelle ultime settimane dopo che la Federal Reserve alla fine di Febbraio ha fatto capire che forse stesse arrivando la fine del QE, una mossa che potrebbe risucchiare liquidità dai mercati e far deragliare la forte ripresa vista negli Stati Uniti e nei mercati globali.
Un calo nei numeri della disoccupazione per Febbraio al 7,7% con 236 mila nuovi posti di lavoro creati ha anche sollevato i timori che la Fed potrebbe iniziare il suo inasprimento fiscale.
Nel mese di Dicembre, la Fed ha detto che un tasso di disoccupazione del 7,5% scatenerebbe un inasprimento della politica monetaria e un aumento dei tassi di interesse.
Con gli ultimi numeri sul mercato del lavoro pubblicati la settimana scorsa, con un tasso di disoccupazione del 6,5%, la Fed non guarderà solo la disoccupazione, guarderà in modo olistico al mercato del lavoro e osserverà se i miglioramenti sono causati da gente che lascia la forza lavoro o se si tratta di una effettiva creazione di posti di lavoro", ha detto Menegatti.
Una rischiosa polarizzazione
Menegatti ha aggiunto che la polarizzazione di opinioni tra i politici democratici e repubblicani rimane un rischio chiave per l’economia degli Stati Uniti.
Egli ha avvertito che il governo degli Stati Uniti potrebbe affrontare un altro downgrade, se continuerà il dibattito su come affrontare la crisi tetto del debito. Gli Stati Uniti hanno perso il pregiato rating AAA dall’agenzia di rating Standard & Poor nel mese di Agosto 2011.
"La polarizzazione è la parola del giorno ed è quello che ha causato il downgrade nel 2011 e chissà, potrebbe accadere di nuovo", ha detto.
Tuttavia, i mercati si sono dimostrati resistenti al vento contrario e hanno continuato a salire a prescindere da tutto ciò. Menegatti ha detto che questa elasticità è dovuta al fatto che gli investitori hanno ora rinnovata fede nel governo degli Stati Uniti. Inoltre gli ultimi dati sul lavoro hanno ampliato l’ottimismo sullo stato della più grande economia del mondo.
| Traduzione italian a cura di Erika Di Dio. Fonte: Cnbc |
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