Rivalutazione pensione 2015: un bottino estremamente magro per gli anziani italiani

Simone Casavecchia

06/12/2014

Molto bassa la rivalutazione della pensione di quest’anno, ma il dato più preoccupante arriva per il 2015, quando, le entrate degli anziani italiani resteranno quasi uguali.

Rivalutazione pensione 2015: un bottino estremamente magro per gli anziani italiani

La mancata rivalutazione delle pensioni è un problema che provoca affanno a un numero molto elevato di anziani che, a fronte di un aumento continuo del costo della vita e dei servizi, vedono la loro pensione pressoché invariata. Si tratta di uno dei tanti effetti della bassa inflazione, dal momento che ogni anno gli importi vengono rivalutati sulla base dell’indice dei prezzi al consumo che l’Istat rileva per l’anno precedente.

Come spiega un Decreto del Ministero dell’Economia del 20 Novembre 2014 (pubblicato in gazzetta ufficiale lo scorso 2 dicembre), il dato definitivo della rivalutazione della pensione per il 2014 si attesta all’1,1%, contro all’1,2% stimato inizialmente. La notizia più preoccupante riguarda però la rivalutazione della pensione nel 2015, quando, secondo la perequazione provvisoria, emanata da Via XX Settembre, le pensioni degli italiani aumenteranno solo dello 0,3%.

Non solo, alcuni pensionati subiranno anche un piccolo prelievo, necessario per compensare lo scarto dello 0,1%, ovvero la differenza tra la stima e la rivalutazione effettiva della pensione nel 2014, causata dal peggioramento della congiuntura economica rispetto alle stime iniziali. Si tratterà comunque di pochi euro, quegli stessi pochi euro che, in pratica, i pensionati italiani vedranno aggiungersi al loro gruzzolo il prossimo anno. Per quanto riguarda il prelievo per recuperare lo scarto relativo al 2014 si attendono ancora comunicazioni precise, in merito, da parte dell’INPS.

A tal proposito occorre ricordare che, in base alla Legge 147/2013 (che ha revisionato e migliorato le disposizioni in materia contenute nel precedente Dl 201/2011 che legiferava in materia) si danno cinque scaglioni di rivalutazione, per i quali la Legge di Stabilità 2014, fissato il trattenimento minimo 2015 a 502,38 euro, ha previsto che:

  • per le pensioni fino a tre volte il trattamento minimo (fino a 1502,64 euro), l’adeguamento avviene in misura piena ovvero è del 100%. In questo caso la rivalutazione è data dall’applicazione della perequazione provvisoria all’intero importo della pensione;
  • per le pensioni di importo superiore e sino a quattro volte il trattamento minimo (oltre 1502,64 euro e fino a 2003,53 euro), l’adeguamento avviene nella misura del 95% In questo caso (e nei successivi secondo le percentuali indicate di seguito), quindi, dopo aver applicato la perequazione provvisoria all’importo della pensione, bisognerà calcolare il 95% del valore ottenuto per ottenere la rivalutazione effettiva;
  • per le pensioni di importo superiore e sino a cinque volte il trattenimento minimo (oltre 2003,53 euro e fino a 2504,40 euro), l’adeguamento avviene nella misura del 75%;
  • per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il minimo (oltre 2504,40 euro e fino a 3005,28 euro), l’adeguamento avviene nella misura del 50%;
  • per le fasce di importo superiore a sei volte il trattamento minimo INPS (oltre 3005,28 euro), l’adeguamento avviene, infine, nella misura del 45%.

Anche se per questi dati si attende una circolare dell’Inps che li renda effettivi. Occorre anche ricordare che i beneficiari delle cosiddette pensioni d’oro saranno soggetti al prelievo di solidarietà, destinato a chi percepisce un assegno pensionistico di 14 volte superiore al minimo.

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