Riordino delle Forze Armate e di Polizia: il testo non è stato ancora approvato in via definitiva quindi, anche se si tratta di un’ipotesi remota, rischia ancora di saltare. Ecco cosa potrebbe succedere in tal caso.
Il riordino delle Forze Armate e di Polizia si avvicina all’approvazione definitiva. La bozza del testo infatti ha superato lo scoglio più importante, quello dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, e adesso bisognerà aspettare il parere delle commissioni parlamentari.
Un traguardo atteso da circa 20 anni da molti sindacati e dal personale delle Forze Armate e di Polizia, anche se ad oggi ci sono diverse polemiche riguardo alle novità del riordino. In questi giorni infatti abbiamo ascoltato il parere del segretario generale del SAP Gianni Tonelli che ci ha illustrato quelli che, almeno secondo lui, sono i motivi per i quali il riordino non funzionerà.
Dopo l’intervista di Tonelli in molti ci hanno contattato preoccupati perché secondo loro dando voce ai pareri contrari al riordino si rischia di non fare approvare la riforma. Un rischio alquanto remoto, dal momento che la strada tracciata dal Governo è ormai definita ed un passo indietro nelle ultime ore sarebbe quantomeno inspiegabile.
Tuttavia, almeno proceduralmente parlando, è ancora tutto possibile poiché il riordino non è stato ancora approvato in via definitiva. Quindi è bene fare chiarezza su cosa potrebbe succedere e su cosa non cambierà qualora il riordino delle carriere delle Forze Armate e di Polizia dovesse saltare.
Forze Armate e di Polizia: cosa succede se salta il riordino?
La prima conseguenza riguarda il bonus 80 euro.
Questo infatti è stato prorogato solamente per quest’anno e tra l’altro non è stato ancora erogato nello stipendio del personale delle F.O. Con il riordino, e grazie alla riparametrazione che ne deriva, gli 80 euro diventeranno strutturali in busta paga.
Ciò ha un effetto negativo per l’importo, visto che gli 80 euro diventeranno strutturali, ma positivo per TFR, tredicesima e pensione in quanto il bonus non farà più parte della retribuzione accessoria.
Se il riordino dovesse saltare le strade possibili sarebbero due:
- il Governo decide di prorogarlo ulteriormente per un altro anno (ipotesi poco percorribile);
- verrà cancellato.
Nel secondo caso quindi l’annullamento del riordino sarebbe un grosso problema per il personale delle Forze Armate e di Polizia che già in questi giorni hanno dovuto fare i conti con delle trattenute inspiegabili dallo stipendio di marzo 2017.
Questa però non sarà l’unica conseguenza; ecco un elenco di ciò che potrebbe saltare qualora la riforma non venga approvata:
- i requisiti per l’accesso ai concorsi pubblici per le Forze Armate resterebbero invariati. Sarà sufficiente la licenza media, e non il diploma, per l’accesso ai ruoli di base;
- non ci sarà nessuna riduzione dei tempi di permanenza per il passaggio ai gradi superiori, quindi ci vorrà più tempo per raggiungere il ruolo apicale;
- per i sovrintendenti svanirebbe la prospettiva di accedere ad una nuova qualifica, introdotta ad hoc con il riordino, con la quale ci sarà la differenziazione tra assistenti capo con 15 anni di servizio quelli che ne hanno più di 20;
- non ci sarà l’istituzione di una fase transitoria al riordino, con tutti i vantaggi per i passaggi all’interno del ruolo. Ad esempio, nella fase transitoria è prevista la copertura delle carenze d’organico nel ruolo dei sovrintendenti e degli ispettori tramite una selezione concorsuale semplificata (corso breve e garanzia del mantenimento della sede di servizio) alla quale avrebbero potuto partecipare gli assistenti capo, sovrintendenti e ispettori;
- inoltre, con la fase transitoria è stata prevista una serie di bonus una tantum erogati ai gradi apicali di ciascun ruolo. Bonus che naturalmente non saranno erogati in mancanza del riordino.
Riordino delle carriere delle Forze Armate e di Polizia: perché c’è chi vuole l’annullamento
Ecco in linea generale cosa potrebbe succedere se il riordino dovesse saltare. Eppure ci sono dei sindacati che continuano a volerne la cancellazione; noi, anziché puntare il dito contro il loro operato, abbiamo voluto sentirne le ragioni.
Dall’intervista fatta al segretario del SAP Gianni Tonelli, ad esempio, abbiamo capito che ciò che viene contestato alla riforma è il non essere un vero e proprio “riordino”, quanto un’operazione di “riparametrazione” che non incide sui processi di carriera come avrebbe dovuto, ma solo sui trattamenti economici.
Sarebbe stato meglio utilizzare le risorse a disposizione per rivedere il percorso di carriera, come venne fatto nei testi delle riforme (non approvate) del 1995 e del 2000.
Nonostante queste opposizioni il testo del riordino viaggia spedito verso l’approvazione definitiva, che dovrebbe essere prevista entro la fine di aprile 2017.
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