Riforma pensioni, ultime notizie: il Governo ha aperto ai sindacati sulla possibilità di modifiche riguardanti Ape sociale e Quota 41. Ecco le novità.
Sono positive le ultime notizie che riguardano la riforma delle pensioni e in particolar modo Ape sociale e Quota 41.
Dopo l’incontro avvenuto ieri tra Governo e sindacati, infatti, sembra possibile l’approvazione di modifiche alle due misure di pensione anticipata al fine di realizzare un ampliamento delle platee dei beneficiari.
A chiedere correttivi per Ape sociale e Quota 41 sono state le parti sociali, e l’esecutivo sembra aver risposto positivamente: in attesa che venga avviata la fase due della riforma delle pensioni, è stata quindi manifestata la volontà di superare alcuni punti critici riguardanti l’Ape sociale e la Quota 41, soprattutto per quanto riguarda i lavoratori edili e i contratti a termine.
Ecco tutte le possibili novità.
Riforma pensioni: Ape sociale e Quota 41, novità per i lavoratori edili?
Tra le novità che potrebbero essere introdotte per quanto riguarda Ape sociale e Quota 41 ci sono quelle che riguardano i lavoratori edili.
I requisiti di accesso alle misure, così come approvati, sarebbero esageratamente restrittivi per i lavoratori appartenenti alla categoria. In particolar modo i 6 anni di continuità nello svolgimento dei lavori gravosi richiesti per poter accedere alle misure di pensione anticipata rischierebbero di penalizzare gli edili, categoria caratterizzata da attività lavorative discontinue.
La proposta avanzata dai sindacati prevederebbe di utilizzare la Cassa Edile come ente sostitutivo per le dichiarazioni. L’Istituto sembrerebbe essere d’accordo con la soluzione e, in ragione di questo, potrebbe bastare un accordo tra Inps e Cassa edile. In questo caso per la categoria interessata sarebbe necessario prorogare la data di scadenza di presentazione delle domande ad oggi fissata al 15 luglio 2017. I sindacati hanno inoltre chiesto che i 6 anni di continuità lavorativa per gli edili vengano calcolati in un arco temporale maggiore e la riduzione del requisito contributivo da 36 a 30 o almeno a 35 anni. Interventi, questi ultimi, che sembrano di più difficile realizzazione.
Riforma pensioni: Ape sociale e Quota 41, il problema dei contratti a termine
Altro tasto dolente delle disposizioni riguardanti Ape sociale e Quota 41 è quello che riguarda i contratti a termine. Al momento, infatti, sarebbero favoriti nell’accesso alle misure di pensione anticipata coloro che a seguito di disoccupazione non abbiano accettato nessun altro lavoro rispetto a coloro che abbiano rinunciato alla Naspi per accettare contratti a termine superiore ai sei mesi con stipendio sotto gli 8.000 annui, perdendo in questo modo lo stato di disoccupazione.
Modifiche potrebbero essere fatte ai decreti attuativi, per consentire l’accesso all’Ape sociale e alla Quota 41 anche a queste categorie di lavoratori e a tutti coloro che, in stato di disoccupazione, non hanno potuto fruire della Naspi non avendo maturato i requisiti necessari.
Non sembra invece esserci nessuna possibilità di inserimento tra i beneficiari della misura per coloro che risultano disoccupati a seguito della scadenza di un contratto a termine.
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